Il template:Tradotto da è stato erroneamente inserito nella voce. Spostarlo nella pagina di discussione.Derek Walcott (Saint Lucia, 1930Saint Lucia, 2017) è stato un poeta, drammaturgo e pittore santaluciano, vincitore nel 1992 del Premio Nobel per la letteratura. [1]

Biografia

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Nato in Saint Lucia, una piccola isola dell'arcipelago dei Caraibi, Derek Walcott aveva origini sia africane che europee; le nonne provenivano da una stirpe africana legata alla tratta degli schiavi, mentre i nonni erano occidentali.[2] Durante la sua infanzia ricevette un'educazione prettamente occidentale impartita dal regime coloniale britannico dell'epoca.[3] La madre, Alix Walcott, era la dirigente scolastica di una scuola metodista per l'infanzia, mentre il padre, Warwick Walcott, era un funzionario statale con la passione per la pittura ad acquerello. Quest'ultimo però, morì un anno dopo la nascita del figlio.[4] Derek aveva anche un fratello gemello, Roderick, e una sorella maggiore, Pamela.[5] Dopo una lunga e prospera carriera nel mondo letterario, artistico e teatrale, l'autore santaluciano morì nella sua casa natale all'età di 87 anni il 17 Marzo 2017.[6]

Dopo aver completato i suoi studi al St. Mary College, lasciò Saint Lucia per frequentare l'University of the West Indies, presso Mona, Giamaica, dove si laureò in francese, latino e spagnolo.[7][8]

Nel 1948, grazie ad un aiuto finanziario della madre, pubblicò la sua prima raccolta di poesie Twenty Five Poems, e l'anno successivo Epitaph for the Young: XII Cantos. Per coprire i costi vendette le copie agli amici.[9] In queste prime pubblicazioni è evidente l'influenza di William Shakespeare, le cui opere gli venivano lette già in tenera età dalla madre[1], ma anche di scrittori come T. S. Eliot, e Ezra Pound.[10]

Si trasferì a Trinidad nel 1953, per alcuni anni si mantenne come insegnante; nel 1957 iniziò la sua carriera di giornalista.[11][12] Dal 1958 al 1959 studiò teatro a New York, grazie ad una borsa di studio Rockefeller, ma rientrò in anticipo dal suo soggiorno, senza completare il ciclo di studi per nostalgia dalla sua città natale.[12] Nel 1959 fondò, con il fratello Roderick, la compagnia teatrale Trinidad Theatre Workshop, che mise in scena la maggior parte delle prime opere dell'autore.[7] Nel 1981 cominciò ad insegnare scrittura creativa come professore d'inglese presso l'Università di Boston,[13] dividendo per un periodo la sua vita tra Trinidad e gli USA. [8]

Vita privata (poco interessante)

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Nel 1954 Walcott si sposò con Fay Moston, una segretaria proveniente da una famiglia giamaicana benestante, con la quale ebbe un figlio. Il matrimonio con Fay finì nel 1956 e in seguito l'autore si risposò, dopo un periodo di convivenza prematrimoniale molto discussa dai locali, con Margaret Maillard, un'operatrice sanitaria dell'ospedale di Port of Spain. Quest'ultima diede alla luce le sue due figlie che, in seguito, diedero a Walcott tre nipoti.[12] Il matrimonio con Margaret terminò a causa di Norline Metiver,[14] una giovane ballerina che aveva lavorato in una delle sue opere teatrali. Nel 1976 si sposarono, ma nello stesso anno divorziarono. Cominciò infine la storia con Sigrid Nama, un'ex proprietaria di gallerie d'arte, che restò al suo fianco fino alla morte nel 2017.[15]

Religione

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La famiglia Walcott apparteneva alla minoranza religiosa dei metodisti che si opponeva alla maggioranza della popolazione che seguiva la religione cattolica imposta dai coloni francesi.[9] Il metodismo ebbe forti influenze in Walcott, che già in giovane età si interrogava su delicate questioni della dottrina cattolica, confrontandosi con preti e altre autorità religiose cattoliche. Per esempio, quando nel 1950 dovette far mettere in scena la prima del suo dramma teatrale, Henri Christophe, per ottenere l'uso dei locali del St. Joseph Convent fu costretto a tagliare la quarta scena, in quanto quest'ultima prevedeva che i due assassini pronunciassero frasi blasfeme che potevano risultare offensive per i cattolici.[16]

Il fatto di appartenere ad una minoranza all'interno di una comunità di cattolici spinse il giovane protestante a creare un legame forte con la sua famiglia, restando vicini per sostenersi e proteggersi l'un l'altro.[17]

Carriera

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Walcott divenne noto a livello internazionale come poeta con la raccolta In a Green Night: Poems 1948–1960 del 1962, un'opera che esaltava le caratteristiche dei Caraibi, mostrando nello stesso tempo gli effetti del colonialismo.[18] La sua opera teatrale Dream on Monkey Mountain del 1970 venne riprodotta negli Stati Uniti, dove nello stesso anno vinse l'Obie Award come miglior opera teatrale straniera. [19] Le poesie di Walcott vennero pubblicate in importanti riviste come The New Yorker, The Kenyon Review, The New York Review of Books, The Nation, London Magazine. Nel corso della sua carriera pubblicò anche diverse collezioni di successo come Selected Poems (1964) e Collected Poems 1948-1984 del 1986.[20] Nel 1973 uscì alle stampe il suo primo poema autobiografico Another Life, ma fu la pubblicazione nel 1989 di The Omeros, un poema epico che trae ispirazione dall'Odissea di Omero e reinventa la storia immaginandola in un contesto caraibico come una guerra tra pescatori, a fargli vincere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1992.[18] [8]

Una figura molto importante nella carriera del giovane Walcott fu quella di Harold Simmons, suo mentore e insegnante di pittura;[21] Simmons gli fece amare e apprezzare la complessità dei Caraibi: il suo folclore, e la dimensione multiculturale della storia post-coloniale. Egli lo spinse ad intraprendere la carriera di poeta e ,grazie alle sue conoscenze, lo introdusse nell'ambiente letterario.[22]

Per quanto riguarda la carriera di Walcott nel mondo della pittura, nel 1950 venne esposto il suo primo dipinto, Tribute to Braque, presso il Temporary Education Office a St Lucia, accanto all'opera del suo compagno di studi e amico Dunstan St Omer. Successivamente, vennero entrambi recensiti da Simmons nella rivista the Voice of St Lucia. Nonostante il discreto successo delle esposizioni dei suoi dipinti, per esempio presso l'Artsibit Gallery,[23]e la possibile continuazione della sua carriera nell'arte visiva, per Walcott la pittura era un modo attraverso il quale cercava una via per esprimersi e per raggiungere la stesura del testo poetico. Egli infatti decise di concentrarsi principalmente nella professione di scrittore e poeta, senza però rinunciare alla sua passione per acquerelli ed oli.[24]

Nel 2007 i dipinti di Walcott vennero esposti anche nella galleria Anita Shapolsky a New York, la mostra si intitolava ''The Writer's Brush: Paintings and Drawing by Writers'' e l'esposizione era dedicata alle opere di noti scrittori e poeti.[25]

Temi e stile

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Nella pittura

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Walcott subì l'influenza del pittore francese Paul Cézanne, del quale apprezzava lo stile compositivo che poteva essere usato anche per la rappresentazione del paesaggio caraibico. Allo stesso tempo, ammirava le opere dell'olandese Vincent van Gogh e del francese Paul Gauguin con i quali si identificava maggiormente a livello personale.[26]

Nel corso della sua carriera usa gli acquarelli e la tecnica di pittura ad olio. Abbraccia lo stile dell'impressionismo, e con l'uso delle pennellate corte, riesce ad evidenziare come la luce valorizzi ogni piccolo dettaglio del dipinto determinando l'importanza di ogni elemento.[27] Invece per i paesaggi raffiguranti il mare caraibico Walcott predilige i dipinti ad acquarello che spesso appaiono sulle copertine dei suoi libri di poesie.[13]

Le opere di Walcott sono espressione della cultura caraibica legata alla semplicità e alla purezza del paesaggio,[28] nella pittura riproduce elementi della natura,come un semplice tronco, ma anche pescatori, mercati, montagne e mare. Il risultato è dunque la rappresentazione dell'ordinarietà nella vita caraibica, gli scenari naturali vengono riprodotti attraverso un gioco di luci ed ombre.[29]

Nella scrittura

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Un aspetto interessante dello stile di Walcott è sicuramente la lingua. Il poeta santaluciano infatti, subì varie influenze linguistiche. La sua famiglia parlava inglese, per motivi legati anche alla religione Metodista che seguivano, mentre nell'isola il resto della popolazione parlava il francese e il creolo, ovvero, un particolare patois o dialetto, derivato dalla mescolanza di diverse lingue nella zona.[30] Walcott tratta le tematiche principali della sua produzione letteraria concentrandosi prevalentemente sugli scenari caraibici, restando tuttavia legato alla letteratura inglese e alle opere classiche apprese grazie all'istruzione coloniale ricevuta.[31]

Nelle sue opere Walcott affronta le complessità dovute alle tensioni razziali, culturali e storiche, che rendono difficile definire chiaramente l'identità caraibica,[32] St. Lucia infatti, fu per molto tempo oggetto della contesa per il dominio coloniale tra Francia e Inghilterra. L'ottenimento dell'indipendenza dal Regno Unito nel 1979, la rese finalmente libera dalle ingerenze europee, ma priva di una propria identità.[33] ESEMPIO un’identità frastagliata, in cui sono ancora visibili le tracce della tratta degli schiavi africani e del colonialismo

The Schooner «Flight», iversi più noti e citati, «Io sono solamente un negro rosso che ama il mare, / ho avuto una buona istruzione coloniale, / ho in me dell’olandese, del negro e dell’inglese, / sono nessuno, o sono una nazione». cerca le radici nella lingua che raccoglie tutti i vari frammenti l'inglese il francese e il creolo

Si sofferma, inoltre, sulle vicende storiche che hanno interessato i Caraibi, la forte oppressione del colonialismo europeo infatti, ha contribuito a formare una cultura ibrida e cosmopolita. Walcott celebra questa fusione attraverso particolari figure retoriche come la metafora, espressa in lingua inglese, ma che riesce a catturare perfettamente il paesaggio caraibico.

Un'altra caratteristica della scrittura di Walcott è la polifonia, ovvero l'uso di più voci o punti di vista all'interno di un testo. Ritroviamo questa caratteristica all'interno di Names una poesia all'interno della raccolta Sea Grapes , in cui oltre alla voce del personaggio poetico appare la voce di un insegnante di francese.[34]

Influenze e critiche

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Tra le conoscenze importanti in abito letterario dell'autore, spiccano figure come Robert Penn Warren, poeta e scrittore statunitense e Robert Lowell anch'egli poeta statunitense e amico dell'autore, conosciuto durante una visita di quest'ultimo presso Trinidad.[35] Inoltre, conobbe il poeta nordirlandese Seamus Heaney e il russo Joseph Brodsky, entrambi vincitori del Premio Nobel per la Letteratura e che diventarono cari amici di Walcott. Incontrò per la prima volta Brodsky in occasione del funerale di Lowell, a Boston, dove fin da subito nacque la loro amicizia.[36] Egli elogiò la padronanza della lingua inglese in Walcott e la sua capacità nel trasportare il lettore nel paesaggio caraibico; la sua poesia, afferma Brodsky, attraverso l'uso del linguaggio, racchiude un senso di infinito sempre presente nelle sue poesie.[37] Lo stesso valse per lo scrittore britannico Robert Graves che, leggendo In A Green Night, lodò la sua straordinaria e profonda comprensione dell'inglese che lo rese così abile nella scelta delle parole, collocandolo al di sopra dei suoi contemporanei.[38]

Walcott, Heaney e Brodsky, pur essendo originari rispettivamente delle Indie Occidentali, Irlanda e Russia e appartenenti a contesti familiari diversi, formarono un gruppo di letterati che influenzò la letteratura americana negli anni '90. Tutti e tre vincitori di Premi Nobel, erano legati da un profondo affetto personale, ma anche da una concezione estetica condivisa. Insieme scrissero un apprezzamento critico sul poeta statunitense Robert Frost.[39][40]

CRITICO EDWARD BAUGH

Dream on Monkey Mountain

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Tra le numerose opere teatrali scritte da Derek Walcott, Dream on Monkey Mountain (1970) gli fece vincere, nel 1971, un Obie Award per la miglior commedia straniera.[41] Egli stesso descrive il sogno come qualcosa che “exists as much in the given minds of its principal characters as in that of its writer.(tradurre in italiano e aggiungere fonte), ovvero che esiste nella mente dei suoi personaggi principali, tanto quanto in quella dello scrittore. L'intera opera ruota attorno al sogno di Makak, un vecchio eremita che vive da sempre isolato sulla Monkey Mountain che vive un'esperienza quasi mistica.[42] (scrivere meglio) Una notte però sogna di dover scendere dalla montagna e dirigersi verso l'Africa. Nel viaggio dalla sua piccola isolo caraibica all'Africa lo accompagna, malvolentieri, il suo unico amico Moustique e Makak diventerà poi una specie di guaritore di fede (collegare meglio). Un giorno però, durante una rivolta del mercato, Mostique viene ucciso e Makak incarcerato insieme ad altri due criminali: Tigre e Souris. Si ricrea dunque, una sorta di richiamo a Gesù crocifisso insieme ai due ladroni, che vede Makak come figura del Messia, e che, come i suoi compatrioti, è spaesato di fronte alla definizione della propria identità culturale in quanto è soggiogato dalla pressione esercitata dalle forze coloniali (scrivere meglio), ma anche alla ricerca delle sue origini più antiche.[42] Infine riesce a scappare, ma il suo unico desiderio sarà quello di tornare a Monkey Mountain.[43] Il viaggio del protagonista riguarda l'uomo nativo oppresso dal sistema coloniale, lo scontro tra due culture, quella delle Indie Occidentali e quella inglese. L'uomo raggiunge infine la sua casa, il suo ambiente con una nuova consapevolezza.

Walcott rappresenta il costante passaggio tra sogno e realtà grazie alle possibilità offerte da una rappresentazione teatrale che permette di arricchire il testo dell'opera con danze e musiche (??); le scene che devono essere confuse e in continuo cambiamento (che senso ha questa frase spezzata?); ricorrono numerose immagini, metafore.[44]

Another life

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Another Life fu pubblicato nel 1973 e rappresenta il più lungo ed ambizioso poema autobiografico di Walcott che raggruppa più di quattromila versi in quattro sezioni . L'autore non si limita a raccontare se stesso, bensì introduce anche la storia caraibica e tutte le conseguenze derivanti dalla colonizzazione perenne subita dalle sue Indie Occidentali..[45] Nel poema ricorrono frequentemente tre personaggi: Harry che rappresenta Harold Simmons, mentore e insegnante del giovane Walcott; Gregorias o Dunstan, soprannomi usati per riferirsi a Dustin St.Omer che era il suo compagno di pittura, e infine Anna, il suo primo amore adolescenziale. Attraverso quest'ultima l'autore rappresenterà l'arte e la sua influenza nella sua vita. Le vicende narrate, tra lotte e trionfi dei personaggi rappresenteranno la crescita di Walcott in una nostalgica e pittoresca St Lucia, un percorso che parte dalla sua adolescenza, all'età adulta, in cui l'autore affronta temi come la morte contrapposta alla vita, la religione, l'amicizia e l'arte.[46][47]

Omeros, la cui prima pubblicazione risale al 1990, è un poema composto da 7 libri, suddivisi in 62 capitoli con ulteriori sottosezioni. E' una rivisitazione dell'epica nel ventesimo secolo. Walcott, infatti, riprende alcuni dei personaggi principali dell'Iliade reinventandoli all'interno del contesto caraibico. I due libri iniziali e gli ultimi due sono ambientati a St.Lucia, mentre dal terzo al quinto, Walcott, spazia tra le influenze africane, Nord americane ed europee che hanno concorso a creare la storia caraibica.[48] Troviamo Achille ed Hector, i pescatori dell'isola, il Maggiore Plunkett, un ufficiale inglese in pensione e sua moglie Maud; compaiono poi Helen, una bellissima cameriera che sarà contesa dai due pescatori, e infine il cieco Seven Seas che rappresenta Omero e l'autore stesso. Presenta, grazie alla trama ricca di accostamenti omerici, la storia di St Lucia e le caratteristiche di quest'isola del Nuovo Mondo segnata dalla storia e dall'influenza degli imperi britannici, veneziani e di Roma.[49] La storia si situa principalmente nelle'isola di Santa Lucia, mentre Achille immagina un viaggio dall'Africa verso le Americhe a bordo di una nave di schiavi. Nel corso della narrazione compaiono anche scene ambientate a Brookline (nel Massachutsetts) e, nel quinto libro, Walcott fa riferimento a città visitate realmente nel corso della sua vita, come Lisbona, Londra, Dublino e Roma.[50]

Raccolte poetiche

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  • 1948 25 Poems
  • 1949 Epitaph for the Young: Xll Cantos
  • 1951 Poems
  • 1962 In a Green Night: Poems 1948—60
  • 1964 Selected Poems
  • 1965 The Castaway and Other Poems
  • 1969 The Gulf and Other Poems
  • 1973 Another Life
  • 1976 Sea Grapes
  • 1979 The Star-Apple Kingdom
  • 1981 Selected Poetry
  • 1981 The Fortunate Traveller
  • 1983 The Caribbean Poetry of Derek Walcott and the Art of Romare Bearden
  • 1984 Midsummer
  • 1986 Collected Poems, 1948–1984, featuring "Love After Love"
  • 1987 Central America
  • 1987 The Arkansas Testament
  • 1990 Omeros
  • 1997 The Bounty
  • 2000 Tiepolo's Hound, includes Walcott's watercolors
  • 2004 The Prodigal
  • 2007 Selected Poems (edited, selected, and with an introduction by Edward Baugh)
  • 2010 White Egrets
  • 2014 The Poetry of Derek Walcott 1948–2013

Opere teatrali

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  • (1950) Henri Christophe: A Chronicle in Seven Scenes
  • (1952) Harry Dernier: A Play for Radio Production
  • (1953) Wine of the Country
  • (1954) The Sea at Dauphin: A Play in One Act
  • (1957) Ione(1958) Drums and Colours: An Epic Drama
  • (1958) Drums and Colours: An Epic Drama
  • (1958) Ti-Jean and His Brothers
  • (1966) Malcochon: or, Six in the Rain
  • (1967) Dream on Monkey Mountain
  • (1970) In a Fine Castle
  • (1974) The Joker of Seville
  • (1974) The Charlatan
  • (1976) O Babylon!
  • (1977) Remembrance
  • (1978) Pantomime
  • (1980) The Joker of Seville and O Babylon!: Two Plays
  • (1982) The Isle Is Full of Noises
  • (1984) The Haitian Earth
  • (1986) Three Plays: The Last Carnival, Beef, No Chicken, and A Branch of the Blue Nile
  • (1991) Steel
  • (1993) Odyssey: A Stage Version
  • (1997) The Capeman (book and lyrics, both in collaboration with Paul Simon)
  • (2002) Walker and The Ghost Dance
  • (2011) Moon-Child
  • (2014) O Starry Starry Night

Altri libri

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  • (1990) The Poet in the Theatre, Poetry Book Society (London)
  • (1993) The Antilles: Fragments of Epic Memory Farrar, Straus (New York)
  • (1996) Conversations with Derek Walcott, University of Mississippi (Jackson, MS)
  • (1996) (With Joseph Brodsky and Seamus Heaney) Homage to Robert Frost, Farrar, Straus (New York)
  • (1998) What the Twilight Says (essays), Farrar, Straus (New York, NY)
  • (2002) Walker and Ghost Dance, Farrar, Straus (New York, NY)
  • (2004) Another Life: Fully Annotated, Lynne Rienner Publishers (Boulder, CO)
  • (2016) Morning, Paramin Derek Walcott; illustrated by Peter Doig, Farrar, Straus (New York, NY)
  1. ^ a b (EN) Anita Sethi e Lawrence Scott, Derek Walcott obituary, in the Guardian, 17 marzo 2017.
  2. ^ (EN) Stephen Moss, Interview Derek Walcott: 'The Oxford poetry job would have been too much work', in the Guardian, 3 maggio 2012. URL consultato il 20/09/2018.
  3. ^ (EN) Robert Hamner, [www.jstor.org/stable/3805517 Introduction: Out of the Ordinary, Derek Walcott.], in Callaloo, vol. 28, n. 1, 2005, pp. 1-6.
  4. ^ Breslin, p.11
  5. ^ Breslin, p.11
  6. ^ Nobel laureate Derek Walcott dies aged 87., in Belfast Telegraph Online, 2017.
  7. ^ a b (EN) Derek Walcott - Biographical, su Nobelprize.org.
  8. ^ a b c (EN) Derek Walcott, su changeperformingarts.com. URL consultato il 10 agosto 2018.
  9. ^ a b (EN) Derek Walcott, su poeticous. URL consultato il 12 settembre 2018.
  10. ^ (EN) Derek Walcott, su poets.org. URL consultato il 21 agosto 2018.
  11. ^ (EN) Derek Walcott-British Council Literature, su contemporarywriters.com, British Council, 4 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2011).
  12. ^ a b c (EN) Nicholas Wroe, The laureate of St Lucia, in The Guardian, 2 settembre 2000.
  13. ^ a b (EN) Joel Brown, Nobel Laureate Derek Walcott (Hon.’93) Dead at 87, su BU Today, 20 marzo 2017. URL consultato il 17/09/2018.
  14. ^ (EN) Biography in Brief, su Derek Walcott. URL consultato il 2 settembre 2018.
  15. ^ (EN) Jonathan Galassi, Remembering Derek Walkott, su FSG Work in Progress. URL consultato il 2 settembre 2018.
  16. ^ Breslin, p.16
  17. ^ (EN) Edward Hirsch, Derek Walcott, The Art of Poetry No. 37, in the Paris Review.
  18. ^ a b (EN) Derek Walcott, su Poetry Foundation. URL consultato il 22 agosto 2018.
  19. ^ (EN) 1970–1971 Obie Awards, su Infoplease. URL consultato il 21 agosto 2018.
  20. ^ (EN) Derek Walcott 2004 Lifetime achievement, su The Anisfield-Wolf Book Awards. URL consultato il 22 agosto 2018.
  21. ^ (EN) Harold Simmons, su Saint Lucia Folk Research Centre. URL consultato il 10 agosto 2018.
  22. ^ Breslin, p.13
  23. ^ (EN) Lynne M. Sullivan, Adventure Guide to Dominica and St Lucia, Hunter Publishing, 2004, p. 182, ISBN 1588433935.
  24. ^ Sarah Fulford, Painting the Sublime in Visible Syntax: Derek Walcott's Tiepolo's Hound, in The Cambridge Quarterly, vol. 33, n. 1, 1º gennaio 2004.
  25. ^ (EN) THE WRITER'S BRUSH, su internet archieve: :Way Back Machine. URL consultato il 10 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2015).
  26. ^ Thieme, p.6
  27. ^ (EN) Theme of Identity, su HOME AND IDENTITY IN DEREK WALCOTT'S WORK. URL consultato il 2 settembre 2018.
  28. ^ (EN) T. J. Cribb, Walcott, Poet and Painter, in The Kenyon Review, vol. 23, n. 2, 2001.
  29. ^ (EN) DEREK WALCOTT: ANOTHER LIFE: PAINTINGS AND WATERCOLORS, su artnet. URL consultato il 20/09/2018.
  30. ^ (EN) Laurence A. Breiner, Creole Language in the poetry of Derek Walcott, in Callaloo, vol. 28, n. 1, 2005.
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  32. ^ Caryl Phillips, Derek Walcott, in BOMB, n. 40, New Art Publications.
  33. ^ Breslin, p.12
  34. ^ (EN) Nidhi Mahajan, [<http://www.inquiriesjournal.com/a?id=1141 "Cultural Tensions and Hybrid Identities in Derek Walcott's Poetry."], in Inquiries Journal/Student Pulse.
  35. ^ Breslin, p.42
  36. ^ Hamner, p.82
  37. ^ (EN) Joseph Brodsky, On Derek Walcott, in The NewYork Review of Books, 10 novembre 1983. URL consultato il 12 settembre 2018.
  38. ^ Hamner, p.1
  39. ^ (EN) Jonathan Galassi, Remembering Derek Walcott, su FSG WORK IN PROGRESS. URL consultato il 12 settembre 2018.
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  41. ^ (EN) 1970-1971 Obie Awards, su Infoplease. URL consultato il 18/09/2018.
  42. ^ a b HYBRIDITY AND VISIONARY EXPERIENCE: DEREK WALCOTT'S DREAM ON MONKEY MOUNTAIN, William S. Haney, in Mystics Quarterly, vol. 31, n. 3/4, Penn State University Press, 2005.
  43. ^ (EN) Ed. Tyrone Williams, "Dream on Monkey Mountain - The Play", su eNotes.com. URL consultato il 12/09/2018.
  44. ^ (EN) Uhrbach, Jan R, A Note on Language and Naming in Dream on Monkey Mountain., in Callaloo, n. 29, 1986, pp. 578–582.
  45. ^ (EN) ANOTHER LIFE Derek Walcott: Farrar, Straus and Giroux, su macmillan publishers. URL consultato il 12/09/2018.
  46. ^ (EN) Ed. David Peck, "Another Life - Summary" Society and Self, Critical Representations in Literature, su eNotes.com. URL consultato il 15/09/2018.
  47. ^ ISMOND, PATRICIA, “Another Life: Autobiography as Alternative History.”, in Journal of West Indian Literature, vol. 4, n. 1, 1990 (archiviato dall'originale).
  48. ^ D.Hamner, p.4
  49. ^ (EN) John B. Van Sickle, The Design of Derek Walcott's "Omeros", in The Classical World, vol. 93, n. 1, The Johns Hopkins University Press, 1999.
  50. ^ (EN) Omeros by Derek Walcott, su One Year in Books, 13 maggio 2011. URL consultato il 12/09/2018.

Bibliografia

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