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Pietro Monni-Serra

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Pietro Monni-Serra noto anche come Pietrino Monni-Serra o semplicemente come Pietro Monni (Orune, 1853 - Orune, 19 marzo 1922), è stato un politico, poeta e oratore italiano, uomo carismatico dotato di grande intelligenza, determinante nel tardo ottocento nel portare un equilibrio socio-politico ed economico, in un territorio, quale quello barbaricino (Sardegna).

Biografia

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Nacque ad Orune, in Sardegna nel 1853, fu il quarto di undici fratelli, in una famiglia benestante.

Suo padre si chiamava Giovanni Antonio Monni, sua madre Maria Giuseppa Serra, entrambi originari di Orune.

Pietro già in giovane età dimostra una grande intelligenza e cultura, spiccando per fama tra i suoi fratelli, esso intuisce i problemi della sua terra e decide di impegnarsi nel politico, ricoprendo varie cariche tra cui sindaco del medesimo paese.

Esso sposerà Eugenia Bitti, proveniente da una famiglia di Nule, che sarà immischiata nelle lotte intestine feroci e violente che scoppiarono nella zona, che culminarono con le Paci di San Giovanni.

Dal questo matrimonio nasceranno 10 figli: Ettore, Sisinnio, Attilio, Giuseppe, Giovanni, Artura, Teresa Caterina, Grazia, Maria e Carmina.

Durante la sua vita Pietro si fece promotore di molteplici attività socio-economiche per risollevare una zona che in quel periodo era colpita da una forte ondata di miseria e violenza.

Celebri sono i suoi discorsi che invocano innovazione e istruzione, per le sue genti, tra questi: il discorso per l'innaugurazione dell'acquedotto di Orune (22 giugno 1884) e il discorso pronunziato per le paci di San Giovanni.

Sos de Brianna

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Pietro Monni-Serra nasce in una famiglia molto nota nel paese di Orune, che all'epoca era una fiorente cittadina della Barbagia, infatti sua madre Maria Giuseppa Serra, meglio nota come Manna 'e Serra, faceva parte di una stirpe chiamata Sos de Brianna, che aveva e porta ancora oggi un aurea di mistero.

L’eponimo è colui dal quale prende il nome un luogo, una città, una gente. Può essere una divinità, un eroe, un personaggio della fantasia o del mito. Luoghi, chiese, fiumi, laghi portano il nome di una persona, intere branche dell’umanità hanno attinto ai nomi della Bibbia e della mitologia per identificarsi. Spesso ad assolvere a questo compito è anche un soprannome, come se questo ulteriore attributo aggiunga importanza a chi lo porta.

Se questo avviene è certamente perché il soggetto di cui si riporta il nome ha compiuto gesta o atti tali da essere diventato un simbolo, o magari è stata la sua bellezza o il suo sacrificio o un semplice aneddoto a farlo passare alla storia. Ma anche qui, siamo costretti a constatare che questo può accadere anche quando il personaggio non ha lasciato alcuna particolare notizia di sé, ma ha invece utilizzato l’elemento più efficace di comunicazione: il mistero.

Ed è proprio un mistero quello che sta dietro la figura di un nome di donna orunese, attraverso il quale si individua un vasto e storicamente significativo parentado: Brianna.

Con il termine Sos de Brianna vengono identificate un gruppo di famiglie la cui storia parte da questo nome misterioso e prosegue nel racconto orale e infine nelle prove documentali e piano piano prende forma di vera e propria saga che almeno per le vicende conosciute proviamo a raccontare.

Dentro questo racconto si sono mossi spiriti devoti e spiriti ribelli, in lotta tra loro e con se stessi. Legge terrena e legge spirituale sembrano alternarsi, sovrapporsi, respingersi e attrarsi. In questa storia ci sono con i loro strumenti e le loro armi gli uomini, ai quali si affiancano o si contrappongono donne con i loro cuori e la loro tenacia; quelle donne di cui parla Grazia Deledda, quelle che per fare la storia non hanno bisogno degli uomini, non li subiscono, ma gli concedono solo di esserne partecipi. [1] Oltre Manna 'e Serra e Pietro Monni-Serra tra i discendenti di Sos de Brianna spiccano Medici, Avvocati, Magistrati e Politici. Tra questi di particolare risalto troviamo Pietro Monni (Assessore della Regione Sardegna), Antonio Monni (noto Avvocato di Nuoro) ed Ettore Angioni (Magistrato) e tanti altri.

Discorsi

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Pietro Monni-Serra è celebre per i suoi numerosi discorsi che incitavano al cambiamento, al progresso, e alla cultura.

I suoi discorsi hanno incorniciato al meglio il periodo storico in cui si trovava quella terra.

Gli ideali ispiratrici erano la pace e la lotta alla corruzione ma sopratutto erano una lode alla cultura e all'importanza dell'istruzione.

 
Discorsi pronunziati in occasione dell'inaugurazione dell'acquedotto in Orune 1884

<< Voi camminaste nelle tenebre. La luce del secolo vi acciecò: rientrate nel spolcro! Lasciate dunque che noi giovani ci stringiamo le destre in un sacro amplesso d’amore e di pace, e miriamo concordi e un altissimo e nobile scopo, il lavoro.>>

<< Lasciate che noi possiamo utilizzare a prò dei nostri figliuoli quelle ricchezze che voi non avete sputo apprezzare, e che queste nude e sterili rocce verdeggino un giorno di rigogliosi pampini e fecondi ovili. – Che i poveri giovani educati a nostre spese c’insegnino come fabbricare il burro e il formaggio, come migliorare le razze del nostro bestiame, preccipua fonte di frutta ricchezza dell’isola nostra, nel mentre che altri forniti d’intelligenza e di perseveranza nelle pubbliche scuole, saranno incoraggiati a conseguire onorate posizioni, e rendere lustro e gloria ad un paese finora disprezzato e vilipeso.>>

<<Vecchi morituri, lasciate che unanimi facciano la guerra aperta al ladro, allo spergiuro, al falsario, difendendo la nostra proprietà, il nostro onore, la nostra libertà, e siamo securi che se qualcuno di voi sopravvive parecchio, dal suo letto di morte benedirà di cuore i figliuoli del popolo fino alle lontane generazioni.>>[2]

Oltre a questo discorso Pietro Monni-Serra comunica una situazione difficile in cui si trovavano quelle terre, questi discorsi oggi sono uno sguardo al passato, ma con un contenuto di modernità che li rendono ancora oggi dopo tanto tempo molto attuali.




Pietro Monni-Serra muore il 19 marzo 1922, all'età di 69 anni ad Orune, i funerali furono solenni e gli riservarono una posizione di massima importanza nel cimitero di Orune.

Ancora oggi si legge l'epitaffio inciso sulla sua lapide:

"Uomo di ingegno superiore alla fortuna, lasciò largo rimpianto negli amici e nei congiunti che ad imperituro ricordo D.M.P."

 
Toba Pietrino Monni-Serra







Citazioni

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  1. ^ Ghìrtalos, Orune tra la storia e le storie (Sebastiano Mariani).
  2. ^ Discrsi pronunziati in Orune in occasione dell'inaugurazione dell'acquedotto 1884.