Utente:Silvia Barzago/Sandbox

Cascina Guzzina
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàBrugherio
IndirizzoVia Guzzina - Via Volturno
Coordinate45°32′32.13″N 9°17′45.64″E
Informazioni generali
CondizioniBuono
CostruzioneXVI secolo - XVIII secolo
Usoresidenza privata
Realizzazione
CommittenteVari

Nella zona meridionale del Comune di Brugherio, al confine con Cologno Monzese, si trova la Cascina Guzzina (in dialetto “Guscina”). Il nome deriva dal termine Gussetta, che anticamente designava il bozzolo del baco da seta[1], il cui allevamento era molto diffuso nella zona.

Nel variegato insieme di corti, dove un tempo si svolgeva una rinomata attività agricola, vi sono ora residenze civili e attività commerciali.

Architettura

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Il complesso, già esistente nel Cinquecento, conserva le caratteristiche tipiche dell’architettura rurale.[1]

L’ingresso alla cascina si trova a ovest, sulla Via Guzzina ed è caratterizzato da una torretta sovrastante.

Spostandoci di pochi passi verso sud troviamo la piccola Chiesa di Santa Maria degli Angeli il cui profilo si distingue appena lungo il perimetro murario che delimita il complesso edilizio. L’architrave della porta d’ingresso reca un’iscrizione che ne ricorda la dedicazione alla Vergine Maria.

Sul fianco sud del fabbricato si stacca un’ala minore che conserva la modesta architettura del piccolo convento costruito in epoca remota dai frati Cappuccini.[2]

A nord invece, sulla via Volturno, si accede alla villa con giardino fatta edificare dai nobili De Capitani da Vimercate nel XVIII secolo.[1] Essa presenta uno schema piantistico a U ed è inserita all’interno, quasi al centro, della cascina.

Il censimento del 1530, agli inizi della dominazione spagnola, evidenzia che il territorio della cascina apparteneva alla Corte di Monza e si estendeva per 650 pertiche milanesi (pari a circa 43 ettari). I proprietari erano Galeazzo Alfieri e il procuratore Francesco Pagano, ambedue milanesi.

Quando San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, istituì la parrocchia San Bartolomeo in Brugherio, il 15 giugno 1578, la cascina Guzzina entrò a farne parte.

Dagli atti della visita pastorale del 15 novembre 1646 si ricava che il Vicario Foraneo della Chiesa San Bartolomeo visitò alla Guzzina l’oratorio di Santa Maria degli Angeli, allora dedicato a S. Andrea, del questore e senatore Andrea Alfieri.

Un altro grande proprietario della cascina fu il conte Giuseppe De Capitani da Vimercate.[3] Di lui si legge in un’antica cronaca che era fra i più esperti agricoltori, i suoi fondi erano noti per l’ottima produzione di vini.[2]

Il Sommarione del 1751 del Catasto Teresiano elenca altri piccoli proprietari del territorio, quali le suore di S. Orsola, la famiglia Pestagalli, il Marchese Silva, il Conte Scotti e il conte Litta.

A seguito della Riforma amministrativa attuata dall’imperatrice Maria Teresa d'Austria, nel 1769 Guzzina venne annessa ufficialmente al vicino e più importante Comune di Moncucco. Successivamente, con Moncucco, entrò a far parte del Comune di Brugherio istituito con Regio Decreto il 9 dicembre 1866.

Nei Sommarioni delle mappe del Catasto Lombardo-Veneto dell’anno 1871 troviamo citato il nobile Perego de Cremnago quale proprietario della casa di villeggiatura, dell’oratorio privato dedicato, questa volta, ai Re Magi, di case coloniche e ampi terreni.[3]

Per eredità, in linea femminile, queste proprietà passarono infine ai conti Venino.[2]


Bibliografia

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  • Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225° anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.
  • Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, Brugherio, Musicografica Lombarda, stampa 1986.
  • Cooperativa Agricola di Consumo, Le nostre cascine - Calendario 1989, Brugherio.

Collegamenti esterni

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  1. ^ a b c Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225° anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.
  2. ^ a b c Cooperativa Agricola di Consumo, Le nostre cascine - Calendario 1989, Brugherio.
  3. ^ a b Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, Brugherio, Musicografica Lombarda, stampa 1986.













Cascina Occhiate
Localizzazione
Stato  Italia
RegioneLombardia
LocalitàBrugherio
IndirizzoVia Occhiate
Coordinate45°33′30.43″N 9°16′26.61″E
Informazioni generali
CondizioniBuono
CostruzioneXVII secolo-XX secolo
Usoresidenza privata
Realizzazione
CommittenteVari


COPIATO

  Voce principale: Brugherio.
  Voce principale: Cascine di Brugherio.
Cascina Increa
Localizzazione
Stato  Italia
RegioneLombardia
LocalitàBrugherio
IndirizzoVia Increa, 62-76
Informazioni generali
CondizioniBuono
CostruzioneXVII secolo-XX secolo
Usoresidenza privata
Realizzazione
CommittenteVari

Al confine sud-est di Brugherio si trova Cascina Increa, uno dei rari esempi superstiti dell’edilizia rurale del Rinascimento, che per questo gode della tutela della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio.

Il prospetto esterno è caratterizzato dal lungo muro rigidamente lineare che si sviluppa lungo la via omonima, sulla quale si aprono gli accessi alle corti.

Al centro del complesso si distingue la parte nobiliare costituita da Villa Tizzoni-Ottolini, luogo di villeggiatura di antiche famiglie milanesi e ora sede di attività commerciale e residenze private.

Alla sinistra della stessa troviamo il prezioso oratorio, inaugurato nel 1691 e dedicato alla Beata Vergine e a Santa Teresa[1], che porta il nome di Chiesetta di Santa Maria Immacolata.

Alle due estremità si trovano gli spazi rustici. Attraverso le tradizionali arcate si accede alle corti, abitate un tempo dai contadini che coltivavano i terreni circostanti. Ancora oggi il cortile destro ospita un’azienda agricola con stalle per l’allevamento del bestiame. A sinistra invece si trova “il cortile grande” dalla tipica planimetria ad U chiusa. Sotto gli ampi e bei porticati si affacciano le strutture abitative. Un tempo i locali del piano terreno ospitavano la cucina, la dispensa, il ripostiglio e il soggiorno, mentre le camere da letto erano al piano superiore, tuttora caratterizzato dalle lunghe ringhiere in ferro.[1]. Sul lato prospiciente l'entrata erano situate le stalle ed i fienili; al loro posto ci sono ora delle abitazioni realizzate con un'opera di restauro che ha mantenuto sostanzialmente inalterata la struttura architettonica. Dietro questi edifici, attraverso un bell'arco, si accede ad un cortiletto dove ora si trova un'abitazione privata ma che un tempo era il forno comune.


La cascina “in Crès”, poi Increa, è antichissima. Ne abbiamo notizia dal XII secolo quando faceva parte del Comune di Cernusco Asinario (oggi Cernusco sul Naviglio) e con esso apparteneva alla Pieve di Gorgonzola[2].

Il suo nome deriva dal termine crea, creta, cioè terra, e fa pensare alla natura del terreno locale, oppure può ricordare un’antica fornace per mattoni della zona[1].

Nel 1578, quando venne istituita la parrocchia San Bartolomeo in Brugherio, vi entrò a farne parte. Dal punto di vista amministrativo solo nel 1871, con Decreto 30 marzo, la zona di Increa venne annessa al Comune di Brugherio ed Uniti istituito con Regio Decreto il 9 dicembre 1866[2].

I primi proprietari furono i conti Litta[1]che costruirono la cascina così come la vediamo ora nel 1650 circa. [3] Successivamente, dalla mappa del catasto teresiano del 1721, possiamo notare che Increa, censita con il Comune di Cernusco sul Naviglio, apparteneva per la quasi totalità del territorio (90%) al nobile Valentino de’ Conti, mentre la villa era di proprietà del conte Zumenzù[2].

Alla fine dell’800 subentrarono gli Ottolini, poi i Tizzoni ed infine i Robbiani[1].

La cronaca della visita pastorale di San Carlo Borromeo del 1621 ci riporta che gli abitanti della cascina erano 27, mentre tutta la parrocchia contava circa 1.000 anime. Alla fine del 1700 ci viene descritta in ottimo stato. Gli abitanti erano saliti a 144 e lavoravano 1.300 pertiche di terra. Essi abitavano i rustici intorno alla casa dei proprietari, al Cortile Nobile, dove si trovava un grande torchio e una tinara. Il tipo di coltura prevalente era l’aratorio avidato ossia cereali e viti[2].

Nel 1987 l’Amministrazione comunale di Brugherio, con l’aiuto di un finanziamento regionale, acquistò l’intero complesso con l’aggiunta di trecentomila metri quadri della Cava Increa per destinarli a parco, oggi "Parco Increa". Gli appartamenti della cascina vennero venduti alle famiglie che già vi risiedevano. I fienili sono stati ristrutturati e, rispettando la struttura architettonica della cascina che gode della tutela delle Belle Arti, sono stati ricavati undici appartamenti di edilizia popolare. Le stalle invece sono state trasformate in box a servizio delle 40 famiglie residenti[4].
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  1. ^ a b c d e Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225. anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.
  2. ^ a b c d Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, Brugherio, Musicografica Lombarda, stampa 1986.
  3. ^ Autore Anonimo, Brugherio Il suo territorio 2000 anni di storia Il suo comune 100 anni di feconda attività, Brugherio.
  4. ^ Vito Tartamella, Un alloggio da "Belle arti", in Il Giorno preso dagli ANNALES 1991 Biblioteca di Brugherio - sezione Storia Locale, 16 novembre 1991.

Bibliografia

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  • Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225° anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, Brugherio, Comune di Brugherio, 2009.
  • Autore Anonimo, Brugherio Il suo territorio 2000 anni di storia Il suo comune 100 anni di feconda attività, Brugherio.
  • Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, Brugherio, Musicografica Lombarda, stampa 1986.

Collegamenti esterni

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Villa Fiorita
Palazzo municipale di Brugherio
Localizzazione
Stato  Italia
RegioneLombardia
LocalitàBrugherio
Indirizzopiazza Cesare Battisti, 1
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Usomunicipio
Realizzazione
ProprietarioComune di Brugherio


Villa Scotti-Cornaglia-Noseda-Bertani, meglio nota come Villa Fiorita, è l'edificio che ospita la sede del Comune di Brugherio.

La villa è stata costruita dove già esisteva, nel 1721, una ‘casa da nobile’ con rustici e giardino, di proprietà dei conti Scotti, che erano presenti sul territorio di Brugherio già agli inizi del 1500. Nel 1778 Giambattista Gallarati Scotti, conte di Vedano, vendette la villa a Gaspare Ghirlanda, il quale, probabilmente, diede inizio ai lavori di riedificazione e decorazione dell’edificio di cui ora rimangono le tracce maggiori.

In seguito la villa passò ai Noseda, proprietari terrieri milanesi, che ne fecero la loro dimora estiva. Nel 1921 fu acquistata dai fratelli Bertani che costruirono il grande lanificio passato poi a Marzotto. Essi ebbero contatti anche con i Pirinoli tessitori di Seregno che costruirono i capannoni del loro lanificio nel parco della villa. Ben presto i Pirinoli furono costretti a lasciare il luogo in quanto, nel 1938 la villa, rimasta di proprietà Bertani, fu ceduta alla casa di cura Villa Fiorita per malattie nervose[1]. Questa clinica, amministrata dal rag. Bogani, proveniva da Milano [2]e dal 1949 al 1954 ospitò il pittore ferrarese Filippo De Pisis che utilizzò come studio la serra del palazzo, ora chiamata Serra de Pisis.

Per la successione dei proprietari la villa è stata più volte modificata e nel 1963, per motivi funzionali ed igienici, sono stati demoliti due rustici e un’ala della villa.

Nel 1975 fu venduta al Comune che ne curò il restauro restituendo alla facciata il portico originale a tre arcate con belle colonne in granito, e vi trasferì la sua sede.[2]

L’edificio è stato ulteriormente ristrutturato, senza però modificarne la struttura che derivava dai precedenti interventi, per ospitare la sede municipale la cui inaugurazione è avvenuta il 17 dicembre 1978.



Architettura

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Villa Fiorita è una villa nobiliare storica urbana che presenta una pianta a L. Un’ala si affaccia sul centro cittadino con una cancellata in ferro battuto sorretta da pilastrini tardo barocchi. E' questa l’entrata principale alla villa. Il retro affacciava sull'ampio parco, ora pubblico, al quale si accede direttamente dalla piazza della Chiesa San Bartolomeo e da altre entrate minori lungo il perimetro nord e sud del parco stesso. I lavori di ristrutturazione hanno cancellato quasi interamente le decorazioni a fresco presenti sulla facciata. Sul retro della villa si intravedono delle raffigurazioni monocrome che rappresentano cariatidi che sembrano sorreggere i balconi, i quali, in realtà, sono un’aggiunta novecentesca.

Al pian terreno, nell'ufficio del sindaco, al soffitto si possono ammirare decorazioni ad affresco mentre, nell'androne dell'ingresso e nel salone centrale che affaccia sul giardino, si trovano dei residui di fregi di affreschi settecenteschi, che rappresentano scene mitologiche (forse episodi della vita di Cleopatra).

Lungo lo scalone d'accesso al piano superiore, il grande affresco "Arti e mestieri" di Max Squillace, Franco Ghezzi e Gian Mario Mariani. Il murales rappresenta la cultura, la famiglia, il lavoro dei campi e della fabbrica, l'aggressività dell'uomo. L'uomo con l'aratro e i buoi simboleggia la fatica del lavoro agricolo, prima fonte di ricchezza economica dell'uomo che ha lasciato posto alla nascita della fabbrica, alla ecnologia e alla meccanicizzazione dell'industria. Luomo che offre alla donna, adagiata nella grande mano della madre terra, il seme di grano simbolo di fertilità, raffigura la famiglia inserita però nel tessuto sociale. Racchiuse in un globo la cultura è rappresentata da figure umane in tutta la loro bellezza; questi corpi, fortemente plastici, si agitano, uscendo dalla struttura nella quale sono inseriti, quasi volessero dimostrare come la cultura non sia un bene per pochi eletti dentro un ghetto d'oro, ma, anzi, debba essere un patrimonio interscambiabile. Ed infine l'uomo che simboleggia l'aggressività che è dentro di noi e che dobbiamo "tirar fuori" per costruire cose nuove e forse addirittura un mondo nuovo. Al centro dell'opera, come a rappresentare graficamente il legame di tutto ciò con la città, lo stemma comunale.




Brugherio è un comune della Provincia di Monza e della Brianza[3] Paolo Rossi

Storia

[3]

Bibliografia

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  • Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, Brugherio, Musicografica Lombarda, stampa 1986.
  • Giuseppe, PAOLO ANDREANI Aeronauta, esploratore, scienziato nella Milano dei Lumi (1763 - 1823), Milano, Edizioni Ares, 2001.
  • Manuela Mancini, BRUGHERIO Presente e Passato, Milano, Swan Edizioni, 1996.
  • Cooperativa Agricola di Consumo, Calendario BRUGHERIO ierIOggi 1994, Brugherio.

Collegamenti esterni

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  1. ^ Manuela Mancini Brugherio presente e passato, Swan Edizioni, 1996, p. 17)
  2. ^ a b Cooperativa Agricola di Consumo, Calendario BRUGHERIO ierIOggi 1994, Brugherio.
  3. ^ a b Giuseppe Dicorato, PAOLO ANDREANI Aeronauta, esploratore, scienziato nella Milano dei Lumi (1763 - 1823), Milano, Edizioni Ares, 2001.


Cascina Torazza

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Prima della costituzione del comune di Brugherio, avvenuta nel 1866, la località detta Torazza apparteneva a Monza. Anticamente, fin dal XVI secolo, consisteva in una cascina isolata e circondata da campagna che per lungo tempo è rimasta abitata esclusivamente da massari e braccianti che lavoravano le terre di proprietà di alcuni ricchi signori residenti a Milano, tra questi ricordiamo i Marino, gli Alari e i conti Andreani-Sormani. Nel corso degli anni l'urbanizzazione del territorio ha trasformato la zona in un quartiere residenziale caratterizzato da villette costruite a partire dal 1963. La struttura della cascina è stata ristrutturata e modificata secondo le moderne esigenze ma, nella trama delle odierne strutture, è ancora possibile rintracciare la posizione delle stalle e dei fienili di un tempo.