Utente:UDSD/Sandbox

Berardini
'In Vanum Laborant' (Piagnano)
'Liberi Et Immunes' (Verdini)

Scaglionato d'argento e d'azzurro
Casata di derivazioneDuchi Ramberti
Titoli Consoli di Rimini
Conti di Pesaro
Signori di Sassocorvaro
Cavalieri
Predicato di San Marino
Vicari della Marca Anconitana
Gonfalonieri di Roccacontrada
Podestà e Capitani del Popolo di Matelica
FondatoreBerardo (Berardino, Bernardo) (1135)
Confluita inBrancaleoni signori di Casteldurante
Olivi conti di Piagnano
Berardini nobili in Ancona
Paris di Piticchio di Roccacontrada
Verdini della valle del Misa
Etniaitaliana

I Berardini (o Bernardini o anche de Berardinis), originari del Montefeltro e inurbati a Rimini, furono una nobile famiglia che estese i suoi dominii nel centro Italia, tra Rimini, Città di Castello, Urbino e San Marino. Schiacciati dalle potenti famiglie dei Da Montefeltro e dei Malatesta, originariamente filoimperiali, seguirono in seguito una politica filomalatestiana e quindi furono fedeli al guelfismo.[1]

Origini

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Secondo la leggenda, i Berardini sarebbero di stirpe sassone. Lo storico Frenquellucci dissente tuttavia da questa teoria e ritiene, attraverso prove filologiche molto probabili se non provate, che le origini di questa famiglia vadano ricercate nelle discendenze di quella che fu la famosa stirpe dei Duchi di Ravenna. Secondo lo storico, i Berardini sono figli dei Duchi Ramberti che a loro volta discendono dai Duchi Maestri delle Milizie (Ramo B) della nobile e frastagliata stirpe ravennate e quindi sono collaterali agli Onesti, ai Traversari, ai Sergi, ai Dusdei (poi Tiberti o Tiberj), ai Marini, ai Pater Civitatis e ai Romualdi.

Tutte queste famiglie, pur gemmate da un'unica famiglia che compare storicamente a Ravenna per la prima volta nell'804, danno di sé un'origine diversa. I Sergi dicono di essere franchi e gli Onesti bizantini, per esempio. Lo storico Buzzi ritiene i Duchi di stirpe longobarda.[2]

A far propendere per un'origine germanica è il fatto che i Berardini più che una famiglia dovevano costituire una consorteria (clan).

Alcuni storici hanno sostenuto la possibilità che i Duchi possano essere imparentati con la stirpe imperiale dei Ducas di Costantinopoli.[3]

I Berardini nella Guerra tra Rimini e Pesaro (1228-29) [4]

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Nell'Adriatico era particolarmente accesa la rivalità tra Ancona e Venezia: la seconda città riusciva, nell'estate 1228, a concludere una lega comprendente Osimo, Recanati, Castelfidardo, Numana e Cingoli[1]; si univano a queste città il 2 settembre dello stesso anno anche Rimini, Fano e Senigallia. L'alleanza era rivolta contro le città di Ancona, Jesi e Pesaro[2]. All'interno di questo conflitto è collocata la guerra (1228-1229) tra Pesaro e Rimini (alleata di Fano), iniziata perché alcuni esponenti pesaresi della famiglia Bandi (che deteneva beni e giurisdizioni nel Pesarese) impedivano ai loro congiunti riminesi il possesso di certe terre del contado della città; inoltre i Pesaresi non riconoscevano il dominio dei riminesi Azzo Rainaldo ed Oddo Berardini, investiti da Azzo VII del contado di Pesaro[3]. I Riminesi non nascondevano naturalmente le loro ambizioni (il motivo principale dello scontro era assicurarsi il controllo della zona tra Conca e Foglia, in diocesi di Pesaro ma in area di influenza riminese) e, durante la guerra, il 15 novembre 1228, il castello di Monte Peloso (presso l'attuale Tavullia) si assoggettava alla giurisdizione di Rimini e lo stesso faceva, il 24 dicembre 1228, quello di Fiorenzuola[4]. La pace tra le due città fu firmata, con la mediazione di Ravenna, il 12 dicembre 1229 e sanciva la sconfitta dei Pesaresi che dovevano ripristinare nel loro contado la giurisdizione dei Bandi riminesi, risarcirli dei danni subiti e riconoscere l'autorità dei conti Berardini[5].

[1] Leonhard, Ancona, p. 107.

[2] Tonini, Rimini III, n. XLVII, pp. 448-450; Leonhard, Ancona, pp. 107-8.

[3] Frenquellucci, Alle origini, p. 128; Carile, Pesaro, p. 36. La famiglia Berardini aveva il titolo comitale di Pesaro probabilmente dal 1214 (Frenquellucci, Alle origini, p. 85).

[4] Monte Peloso: Tonini, Rimini, n. XLIX, pp. 454-456. Fiorenzuola (che era già in orbita riminese nell'anno 1200): Tonini, Rimini, n. LI, pp. 460-462. Vds. anche Frenquellucci, Alle origini, p. 129.

[5] Tonini, Rimini, n. LV, pp. 466-470. I Riminesi erano stati assolti dalla scomunica, in cui erano incorsi per la guerra contro i Pesaresi, in data 29 novembre 1229 (Tonini, Rimini, n. LIX, pp. 465-466). Vds. anche Carile, Pesaro, pp. 36-37 e Frenquellucci, Alle origini, p. 130.

Il Frenquellucci invita a considerare i colori dello stemma dove compare il metallo argento e lo smalto azzurro. Essi sono comuni a quelli dei Tiberti (palato) e dei Carpegna (bandato) e suppone un antico imparentamento tra le varie stirpi. La cosa più interessante è il fatto che lo storico rimanda proprio ai Berardini i colori dello stemma della Repubblica di San Marino. Vale la pena ricordare che anche i Ducas avevano gli stessi colori e che questi sono diventati i colori della Grecia.

Ramificazioni

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Dal ramo di Ancona discende la famiglia dei Paris del castello del Piticchio di Roccacontrada, famiglia oggi estinta nel suo ramo principale. Rami cadetti dei Paris sono i Verdini che assunsero questo cognome nel XVII secolo quando due famiglie Paris si trasferirono a Serra de' Conti e di qui, Giovanni Battista Verdini si trasferì nel 1692 nella vicina Montenovo dando vita a una propria linea separata dalle altre. Ad oggi i Verdini della Valle del Misa risultano presenti principalmente ad Arcevia, Sassoferrato, Senigallia e nei comuni vicini. Verdini è appunto la forma sincopata con betacismo di Berardini con cui i Paris erano ancora conosciuti fuori dal castello del Piticchio.

  1. ^ Massimo Frenquellucci, Ascendenza ed evoluzione sociale delle stirpi comitali montefeltrane (= Studi Pesaresi 8/2019, ed. Tommaso di Carpegna Falconieri), Il lavoro editoriale, Ancona, 2019
  2. ^ Giulio Buzzi, Ricerche per la storia di Ravenna e di Roma dall' 850 al 1118 (Archivio della R. Società Romana di storia patria, XXXVIII). Roma, 1915.
  3. ^ https://www.yumpu.com/it/document/read/28227270/divagazioni-di-genealogia-famigliaromanoit
  4. ^ http://www.storiapesarourbino.altervista.org/cap8.htm