Amos Paoli

Amos Paoli (Barga, 7 Settembre 1917 - Compignano (Massarosa), 27 Giugno 1944) fu un partigiano operante nella formazione « Bandelloni»[1] attiva sul confine della Linea Gotica delle Alpi Apuane.

Fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare il 24 Ottobre 1978

Biografia modifica

Prima dell'attività partigiana modifica

Nato a Barga nel 1917, dove il padre si era temporaneamente trasferito per motivi di lavoro, crebbe a Riomagno (Seravezza) dove la famiglia si ritrasferì nel 1922.

Paoli era il primogenito di quattro fratelli, sin da bambino fu affetto da poliomelite, malattia che gli causò la paralisi degli arti inferiori e lo costrinse a muoversi tramite l'utilizzo di stampelle o di un carrozzino a manovella. Nonostante la grave malattia fu in grado di vivere la sua vita serenamente frequentando le scuole Elementari[2] di Seravezza come tutti i suoi coetanei. Una volta conclusi gli studi imparò il mestiere di calzolaio ed esercitò questa professione presso una bottega di Pietrasanta. In seguito tentò anche di gestire in proprio una segheria di marmo, ma le fatiche eccessive (doveva infatti arrampicarsi con le braccia sui telai[3] per svolgere il lavoro) data la sua condizione di salute lo costrinsero, anche su consiglio del padre, ad abbandonare la segheria e riprendere l'impiego a Pietrasanta. Il Paoli viene ricordato sui libri, nelle testimonianze degli amici e conoscenti, come una persona dallo spirito forte, per nulla afflitto dall'angoscia per la sua malattia.

Amante delle feste, suonava la chitarra durante i balli paesani e non rinunciava neppure al gioco del calcio, nel quale svolgeva il ruolo di portiere piegato sugli inutili arti. Viene ricordato così, in una poesia scritta dall'amico Guido Menchetti intitolala "Il Mi' Compagno di Banco":

«Le gruccette tenea sotto l’ascelle / e stragicava le gambette secche; / su da Rimagmo fino ’n cima al Chiasso; / sembra guasi un assurdo: passo, passo. / A tracolla la misera cartella, /quando un era una borsa di pezzame, / gli sballottava sempre sulla schiena / e cotanta sventura era ’na pena. / E dopo tre rampate di scalini / con le stampelle misse sott’un braccio, / arrivava nell’aula già stanco / il Paoli, compagno mio di banco. / Fu martire da vivo ed or che morto / leggo ’l suo nome su ’na lastra bianca, /una palma, mi sovvien, / forse era nata / perché al mi amico fusse un dì donata. / Come fece ’l Ferrucci a Gavinana, / puntando ’l dito contro l’aguzzino, / gli avrà certo parlato a fiato corto: / Oh vigliacco! Tu uccidi un òmo morto. / Che eroi! Che bravi! / E che fadigata / avranno fatto per distrugge un mito! / Che ‘n Versilia era esempio d’onestà / d’amore, d’abnegazione e libertà. / Povero Amos! Te un ridei mai; / ma’n t’ho mai visto piange o lamentatti: / con que’ riccioli biondi e ’l viso bianco, / fusti per me,’l compagno mio di banco[4]»

Il compito di "Staffetta"[5] modifica

«Nel 1944 con l'avvento della Repubblica di Salò, i giovani della classe 1923-24 venivano convocati presso l'allora Distretto Militare di Lucca allo scopo di inserirli nei corpi militari che venivano approntati. Molti degli stessi, compreso noi dichiaranti, allo scopo di non combattere i nostri stessi fratelli non vi aderimmo e quindi preferimmo darci alla macchia rifugiandosi sui monti Apuani.»

Si intensifica in questo periodo l'attività di "staffetta" di Amos Paoli, sebbene poliomelitico si offrì di fare da intermediario tra i familiari e il nascente "Comitato di Liberazione" [7] e le altre formazioni partigiane operanti in Versilia. Il Paoli, credendo di passare inosservato per via della sua malattia, si adoperava nel trasporto di viveri, notize e armi da fuoco (nascoste in un doppio fondo della sua carrozzina). Raggiungeva le varie formazioni partigiane aiutandosi con le sue stampelle. Amos Paoli aveva già collaborato con il Gruppo dei Cacciatori delle Alpi Apuane[8] e fu la prima staffetta di Gino Lombardi [9]

La Notte del 25 Giugno 1944 modifica

La sera del 24 Giugno Amos Paoli con i suoi amici Lorenzo Tarabella e Luigi Novani parteciparono ad una piccola festa nel paese di Malbacco [10] al rientro a casa Novani andò a dormire a casa Paoli, Tarabella si recò invece nella sua abitazione visto le insistenze della madre nel farlo dormire a casa almeno per una notte. Durante la notte del 25 Giugno 1944 alcuni elementi delle SS (sotto una probabile indicazione di un delatore) fecero irruzione in casa Paoli dove trovarono materiale bellico nascosto sotto un materasso, destinato alle formazioni partigiane (uno sten con caricatore, tre bombe a mano e una pistola appartenenti a Novani). Paoli e Novani vennero catturati insieme a Tarabella (le SS fecero irruzione anche nella sua casa) e furono condotti nella sede del comando tedesco nella vicina Corvaia[11] e sottoposti ad un interrogatorio. Le SS volevano infatti sapere se i tre appartenessero alle formazioni partigiane attive nella zona, dove si trovassero le formazioni, il nome dei partigiani e le armi in loro possesso. Nessuno dei tre proferì parola. Per convincerli a parlare furono condotti a Riomagno, alla ricerca di informazioni, facendo anche pressione psicologica, ma nonostante questo nessuno parlò. Vennero condotti a Compignano[12] dove furono torturati affinchè confessasero la provenienza delle armi ritrovate in casa Paoli.

I soldati tedeschi si accanirono con ferocia sui prigionieri fino all'alba del 27 Giugno 1944. In questa data Amos Paoli fu trascinato per le gambe fuori dal comando insieme agli altri due e un ufficiale lo uccise.[13] I suoi compagni vennero trasferiti a Livorno in un campo di concentramento dove rimasero per 18 giorni prima di essere nuovamente spostati sui monti della Garfagnana per lavorare alle fortificazioni della Linea Gotica.

La Medaglia d'Oro al Valor militare "alla memoria" modifica

La prima richiesta fu inoltrata al Ministero della Difesa nel 1952 ma non fu accettata poiché presentata fuori dai termini fissati dalla legge al 30 Giugno 1948 per le ricompense al Valor Militare. Con la riapertura dei termini, venne nuovamente presentata la documentazione per candidare Amos Paoli a tale riconoscimento in data 18 Dicembre 1970.

Inizialmente venne concessa la Medaglia d'argento, in seguito, con l'approfondimento del caso Paoli gli venne conferita la massima onorificenza con il Decreto del Presidente della Repubblica del 22 Maggio 1978.

«Con Decreto del Presidente della Repubblica 22 Maggio 1978 registrato alla Corte dei Conti, addì 24 Ottobre 1978, registro n.30 Difesa, foglio n.168, è concessa la Medaglia d'Oro al Valor militare "alla memoria" per attività partigiana ad Amos Paoli, con la seguente motivazione:

"Paoli Amos, nato il 7 Settembre 1917 a Barga (Lucca) - Partigiano operante nella formazione « Bandelloni» , pur gravemente menomato agli arti inferiori fin dall'infanzia, si adoperava con grande dedizione come staffetta per il collegamento fra formazioni partigiane operanti in Versilia. Su delazione fascista veniva sorpreso nella sua abitazione dove venivano rinvenuti notevoli quantitativi di armi e munizioni. Assumendosi personalmente ogni responsabilità scagionava gli altri compagni di lotta che riuscivano così ad avere salva la vita. Sottoposto ad atroci torture, nulla rivelava della formazione di appartenenza, per cui veniva trucidato facendo olocausto della sua giovane vita che concludeva al grido di: Viva la libertà, viva l' Italia . Fulgido esempio di cosciente valore, di altruismo e di piena dedizione alla causa della libertà. - Seravezza Massarosa (Lucca ), 25 - 27 giugno 1944”.»

[14]

Monumenti e Targhe modifica

Numerosi sono i riconoscimenti dedicati ad Amos Paoli, sopratutto nella sua terra di appartenenza, la Versilia, vie, scuole e lapidi commemorative[15][16] .

Famoso è il busto di Amos Paoli posizionato all'ingresso di Riomagno (paese a lui intitolato). [17]

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Formazione partigiana attiva sopra Giustagnana (LU) nella zona del Monte Cavallo
  2. ^ la scuola media collocata nello stesso edificio è attualmente a lui dedicata, Seravezza (LU)
  3. ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/marmo_%28Enciclopedia-Italiana%29/
  4. ^ la poesia fu pubblicata nel libro di storia versiliese di Giorgio Giannelli “Versilia. La trappola del 44"
  5. ^ http://www.anpi.it/staffette/
  6. ^ la testimonianza è contenuta nella raccolta dei documenti per la richiesta della Medaglia d'Oro al Valor Militare consultabile presso l'Archivio Storico e la Biblioteca Comunale di Seravezza(LU)
  7. ^ comitato che si opponeva alle truppe tedesche e X Flottaglia MAS
  8. ^ Gruppo partigiano operante nella zona di Ruosina, Stazzema, Farnocchia (LU)
  9. ^ http://resistenzatoscana.it/biografie/lombardi_gino
  10. ^ Malbacco è un piccolo paesino sopra Riomagno, Seravezza (LU)
  11. ^ frazione di Seravezza(LU) a pochi chilometri di distanza da Riomagno
  12. ^ frazione di Massarosa(LU), vi era situata una villa dove si era insiedato un comando tedesco
  13. ^ le versioni sulla morte del Paoli si sprecano, su alcune fonti i colpi di pistola furono sei, in altre trentatré, ci atteniamo a renderle note. Nelle testimonianze e nei documenti Paoli si rivolse ai soldati gridando "vigliacchi", in altre prima di morire invocò la madre, in altre ancora ebbe il tempo di pronunciare la famosa frase: "Viva la Libertà, Viva l'Italia"
  14. ^ il riconoscimento venne consegnato a Solidea Paoli, sorella di Amos Paoli, unica superstite della famiglia
  15. ^ http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Massarosa/Lapide_alla_memoria_di_Amos_Paoli
  16. ^ http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Massarosa/Lapide_alla_memoria_di_Amos_Paoli_e_altri
  17. ^ http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Seravezza/Lapide_e_busto_alla_memoria_di_Amos_Paoli

Bibliografia modifica

  • Bergamini-Bimbi, Antifascismo e Resistenza in Versilia, Viareggio, stampato a cura dell'ANPI e l'Istituto Storico provinciale lucchese della resistenza,1985
  • Federigi, Versilia Linea Gotica, Querceta (LU), stampato per il periodico Versilia Oggi,1979
  • Paolicchi, La Versilia nella Resistenza, Ripa (LU), 1974
  • Amos Paoli, Medaglia d'Oro al Valor Militare "ALLA MEMORIA" per attività partigiane, stampato dal comitato per le onoranze al partigiano Amos Paoli Medagli d'Oro al Valro Militare "ALLA MEMORIA", 1979
  • Cipollini, La liberazione della Versilia, Pietrasanta, stampato a cure dell'ANPI, 2005

Collegamenti esterni modifica

[1] Pagina AMOS PAOLI a cura dell'ANPI

[2] Pagina AMOS PAOLI a cura di RESISTENZA TOSCANA.IT