I sogni sono le immagini, i pensieri e le sensazioni provate durante il sonno, in particolare sono associati con la fase REM. Il significato e lo scopo del sogno non sono completamente conosciuti, sebbene siano stati argomenti oggetto di speculazione nel corso della storia.

Neurologia dei sogni modifica

Non esiste una definizione biologica universalmente accettata dei sogni. In generale si osserva una forte corrispondenza con la fase REM durante la quale un elettroencefalogramma rileva un'attività cerebrale paragonabile a quella della veglia. I sogni che si ricordano, non avvenuti durante la fase REM sono a confronto più banali.[1] Un uomo in media sogna complessivamente per sei anni durante la sua vita[2] (circa due ore per ogni notte[3]). Non sa in quale area del cervello hanno origine i sogni nè se abbiano origine in una singola area o se più parti del cervello vi concorrano né lo scopo dei sogni per il corpo e la mente.

Fasi del sonno modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sonno.

Quando il corpo avverte la necessità di dormire, i neuroni situati nelle vicinanze degli occhi iniziano a mandarvi segnali. Secondo Michael Smith, questi neuroni sono situati tanto vicino a quelli che controllano le palpebre che queste iniziano a diventare pesanti.[4] Le ghiandole iniziano a secernere un'ormone che favorisce il sonno ed i neuroni inviano segnali al midollo spinale che rilassa il corpo.

Scoperta della fase REM modifica

 
EEG mostra le onde celebrali durante la fase REM

Nel 1953 Eugene Aserinsky scoprì la fase REM lavorando nella studio del suo assistente, già dottore in filosofia. Aserinsky notò che gli occhi dei dormienti, durante il sonno, si muovono pur con le palpebre chiuse, mentre usava un poligrafo per registrare le onde celebrali durante questi periodi. In una sessione svegliò un paziente che stava piangendo durante la fase REM, potendo quindi trovare conferma in quanto aveva presupposto precedentemente.[5] Nel 1953 Aserinsky e il suo assistente pubblicarono gli studi effettuati sulla rivista Science.[6]

Nel 1976, J. Allan Hobson and Robert McCarley propose una nuova teoria che cambiò radicalmente il sistema di ricerca, sfidando la precedente visione Freudiana dei sogni come desideri del subconscio che dovrebbero essere interpretati. La teoria di attivazione di sintesi asserisce che le esperienze sensitive sono fabbricate dalla corteccia come un mezzo per interpretare i segnali caotici dai ponti neuronali. Questi propongono che durante la fase REM, le onde della sinapsi ascendente PGO (ponto-genicolo-occipitale) stimolano la parte alta del mesencefalo e il proencefalo, producendo rapidi movimenti degli occhi. Il proencefalo così attivato sintetizza il sogno all'esterno delle informazioni generatasi internamente. Questi presumono inoltre che le stesse strutture che inducono le stesse strutture indurrebbero anche le informazioni sensoriali della fase REM.

Le ricerche di Hobson e McCarly nel 1976 suggerirono che i segnali interpretati come sogni hanno origine nel tronco del cervello durante la fase REM. Comunque, la ricerca di Mark Solms suggerisce che i sogni sono generati nel romboencefalo, e che la fase REM e i sogni non sono direttamente correlati .[7] Lavorando nel reparto di neurochirurgia ad ospedali in Johannesburg e Londra, Solms aveva accesso a pazienti coi vari danni al cervello. Cominciò quindi ad interrogare pazienti sui loro sogni e scoprì che coloro che avevano registrato danni al lobo parietale avevano smesso di sognare; questa scoperta era in linea con la teoria del 1977 di Hobson. Comunque, Solms non incontrò casi di perdita della capacità di sognare nei pazienti che avevano danni al tronco celebrale. Questa conclusione forzò la teoria prevalente di Hobson secondo la quale il tronco è la fonte dei segnali che vengono interpretati come sogni. Solms formulò l'idea del sogno come una funzione di molteplici e complesse strutture celebrali, confermando quanto presupposto dalla teoria freudiana dei sogni, idea questa che aveva incontrato le critiche di Hobson.[8]

Continual-activation modifica

Combinando le ricerche di Hobson e Solms, la teoria di continual-activation del sognare presentata da Jie Zhang propone che sognare è un risultato dell'attivazione di cervello e della sintesi allo stesso tempo, poiché il sogno e la fase REM del sonno sono controllati da differenti meccanismi celebrali. Zhang ipotizzò che le funzioni del dormire sono una sorta di trasferimento delle informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, sebbene non vi sia una assoluta certezza sulla teoria del "consolidamento" della memoria. Il sonno non-REM tratta la memoria consapevole-relativa, e il sonno-REM tratta la memoria relativa ed inconscia (memoria procedurale)

Zhang presumette che durante la fase REM, la parte inconscia del cervello è occupata nel processare la memoria procedurale; nel frattempo, il livello di attività nella parte consapevole del cervello scenderà ad un livello molto basso come i contributi dal sensorio, che risulterà fondamentalmente disconnesso.Questo provocherà il meccanismo di "continuo-attivazione" che genererà un fiume di dati dalla memoria immagazzinata alla parte consapevole del cervello. Zhang propone che, col coinvolgimento del sistema pensante ed associativo, sognando, il cervello del sognante mantiene la stessa memoria finché non si verifica la successiva inserzione di memoria. Questo spiega perché i sogni hanno ambo le caratteristiche della continuità (all'interno di un sogno) e cambi improvvisi (tra due sogni).[9][10]

Sogni e memoria modifica

Eugen Tarnow suggerì che i sogni sono una forma di stimolazione continua della memoria a lungo termine, durante tutto il corso della vita. La stranezza dei sogni è dovuta alla configurazione della memoria a lungo termine, memore delle scoperte di Wilder Penfield e Rasmussen secondo le quali le stimolazioni elettriche della corteccia celebrale darebbero origine ad esperienze sensoriali del tutto simili ai sogni.

Durante la normale attività giornaliera una funzione esecutiva interpreta la memoria a lungo termine, verificando la veridicità dei singoli eventi. L La teoria di Tarnow è una riscrittura della teoria di Sigmund Freud sui sogni, nei quali l'inconscio è sostituito col sistema di memoria a lungo termine ed il Lavoro di Sogno di Freud descrive la struttura di memoria a lungo termine.[11]

 
Location of hippocampus

Ippocampo e memoria modifica

Un studio del 2001 ha mostrato l'evidenza che le ubicazioni illogiche, i caratteri e i flussi di sogno possono aiutare il cervello a fortificare il concatenamento ed il consolidamento della memoria semantica. Questa occasione potrebbe realmente verificarsi, in quanto, durante la fase REM, il flusso di informazioni tra l'ippocampo e la corteccia si riduce. Livelli in aumento dell'ormone dello stress Cortisol fanno inoltre decrescere (spesso durante il sonno di REM) la comunicazione. Una tappa del consolidamento della memoria è il concatenamento di ricordi distanti ma correlati. Payne e Nadel hanno ipotizzato che i ricordi vengano concatenati in un resoconto liscio simile ad un processo che accade quando la mente è sotto stress.

Funzione dei sogni modifica

Ci sono molte ipotesi relativamente alla funzione dei sogni. Durante la notte ci possono essere molti stimoli esterni, ma la mente rielabora gli stimoli e ne fa parte integrante dei sogni, nell'ordine in cui il sonno procede. Comunque, la mente sveglia un individuo se questo dovesse trovarsi in pericolo o se qualificato a rispondere a certi suoni, come ad esempio un bambino che piange. I sogni possono permettere anche alle parti represse della mente di essere soddisfatte attraverso la fantasia mentre tiene la mente consapevole da pensieri che causerebbero un risveglio improvviso.[12] Freud suggerì che gli incubi lasciano che il cervello controlli emozioni che sono il risultato delle esperienze dolorose. I sogni lasciarono anche esprimere alla mente sensazioni che sarebbero normalmente soppresse da svegli, tenendosi così in armonia. I sogni possono inoltre offrire una vista sulle emozioni legate ad eventi futuri, come ad esempio accade nel periodo di veglia, in occasione di un colloquio di lavoro o comunque di una esperienza emozionante.

Jung suggerì che i sogni possono compensare atteggiamenti unilaterali che si tengono da svegli. Ferenczi propose che il sogno può comunicare qualcosa che non si sta dicendo completamente. Ci sono state anche analogie con le operazione di manutenzione automatica dei computer operate quando questi sono in modalità off-line. I sogni possono rimuovere "nodi parassiti" e altra spazzatura dalla mente durante il sonno.[13][14] I sogni possono creare anche nuove idee attraverso la generazione di mutazioni di pensiero casuali. Alcune di queste possono essere rifiutate dalla mente come inutili, altre possono essere viste come preziose e mantenute. Blechner[15] definì questa come la teoria dell'Onirismo Darwiniano. I sogni posso inoltre regolare l'umore .[16] Hartmann[17] disse che i sogni posso funzionare come la psicoterapia "attivando connessioni in un posto sicuro" e permettendo al sognante di integrare cose e pensieri che altrimenti verrebbero dissociati quando sveglio. Recenti studi di Griffin ha condotto alla formulazione della teoria di adempimento dell'aspettazione di sognare che suggerisce che sognando metaforicamente si completano modelli di aspettazione emotiva e consequenzialmente si abbassano i livelli di stress.[18][19]

Note modifica

  1. ^ Dement, W., Kleitman, N., The Relation of Eye Movements during Sleep to Dream Activity.', in Journal of Experimental Psychology, vol. 53, 1957, pp. 89-97.
  2. ^ How Dream Works, 2006. URL consultato il 4 maggio 2006.
  3. ^ Brain Basics: Understanding Sleep, su ninds.nih.gov, , 2006. URL consultato il 16 dicembre 2007.
  4. ^ Nicholas Wade, The Science Times Book of the Brain, Lyons, 1998.
  5. ^ William Dement, The Sleepwatchers, , 1996, 0964933802.
  6. ^ E Aserinsky, Kleitman, N., Regularly occurring periods of eye motility, and concomitant phenomena, during sleep, in Science, vol. 118, n. 3062, September 1953, pp. 273-274, DOI:10.1126/science.118.3062.273, PMID 13089671.
  7. ^ M. Solms, Dreaming and REM sleep are controlled by different brain mechanisms, 23(6), Behavioral and Brain Sciences, 2000, pp. 793-1121.
  8. ^ Andrea Rock dreams are not always true., 3, in The Mind at Night: The New Science of How and Why we Dream, Basic Books, 2004, ISBN 0-465-07069-8.
  9. ^ Jie Zhang, Memory process and the function of sleep (PDF), 6-6, Journal of Theoretics, 2004. URL consultato il 13 marzo 2006.
  10. ^ Jie Zhang, Continual-activation theory of dreaming, Dynamical Psychology, 2005. URL consultato il 13 marzo 2006.
  11. ^ Eugen Tarnow, How Dreams And Memory May Be Related, 5(2), NEURO-PSYCHOANALYSIS, 2003.
  12. ^ Ole Vedfelt, The Dimensions of Dreams, Fromm, 1999.
  13. ^ Evans, C. & Newman, E. (1964) Dreaming: An analogy from computers. New Scientist, 419:577-579.
  14. ^ Crick, F. & Mitchison, G. (1983) The function of dream sleep. Nature, 304:111-114.
  15. ^ Blechner, M. (2001) The Dream Frontier. Hillsdale, NJ: The Analytic Press.
  16. ^ Kramer, M. (1993)The selective mood regulatory function of dreaming: An update and revision. In: The Function of Dreaming. Ed., A. Moffitt, M. Kramer, & R. Hoffmann. Albany, NY: State University of New York Press.
  17. ^ Hartmann, E. (1995)Making connections in a safe place: Is dreaming psychotherapy? Dreaming, 5:213-228.
  18. ^ Griffin, J. (1997) The Origin of Dreams: How and why we evolved to dream. The Therapist, Vol 4 No 3.
  19. ^ Griffin, J, Tyrrell, I. (2004) Dreaming Reality: how dreaming keeps us sane or can drive us mad'. Human Givens Publishingfrhruruteuut.