Utente:Woodcut-like/Cronaca della censura del film I racconti di Canterbury

La Cronaca_della_censura_del_film_I_racconti_di_Canterbury riporta lo sviluppo temporale della gestione degli organi di stato con un film di Pier Paolo Pasolini.

LA « STORIA »

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««Il mio film è stato per quattro volte giudicato, quattro volte assolto... continua a restare sotto sequestro... l'ingiustizia brutale e ipocrita non offende e minaccia solo la libertà di espressione di un'artista, ma la stessa libertà di tutti cittadini.»»

La «strategia della tensione» manovra le trame di sanguinosi episodi quali la morte dell'editore Giangiacomo Feltrinelli, die Luigi Calabresi, die Antonio Marino, gli scioperi sindaccali a cantena, le reazioni violente al limite del fanatismo dei fascisti e dei conservatori al referendum popolare sulla legge del divorzio contribuiscono a creare un'atmosfera che incoraggia revanscismi e repressioni, «privilegiando», come sempre, gli intellettuali di sinistra tra i quali, ovviamente, Pasolini, già da diversi anni ospite delle liste nere del Sifar.

La cronaca giudiziaria del processo al I racconti di Canterbury (film) non può che suonare ormai familiare:

  • Il 5 settembre 1972 il dottor Gaetano Trotta[1] di Napoli denuncia I racconti di Canterbury al procuratore della repubblica di Benevento, città dove il film è uscito in prima proiezione il 2 settembre. Pur precisando di non essere stato personalmente offeso dal film, lo accusa di oscenità.
  • L'8 settembre il tribunale di Benevento archivia la denuncia contro il film.

Immediatamente arrivano altre otto denunce alle procure di Mantova, Viterbo, Frosinone, Venezia, Latina; tre sostituti procuratori, visto il film in una proiezione privata organizzata ad hoc, sottoscrivono una « relazione inquisitoria» e la inviano alla procura di Benevento la quale, contraddicendo la pro pria sentenza d'archiviazione emessa un mese prima, ordina il sequestro del film per oscenità.

  • Il 18 ottobre 1972 si svolge il processo a Pasolini, al produttore Alberto Grimaldi e al gestore del cinema dove ha avuto luogo la «prima», Salvatore Jannelli.

Le disavventure giudiziarie che, fedelmente, si accompagnano ai film di Pasolini «fanno notizia», e la sala del tribunale è gremita di pubblico e stampa. Se la carta stampata per il processo a Canterbury andasse a peso si sarebbe facilmente intorno ad alcuni quintali

  • Il 20 ottobre il tribunale di Benevento riconosce al film «il carattere di opera d'arte» e ne ordina il dissequestro.

Tutti assolti perché il fatt non contituisce reato e si ordina la restituzione del film sequestrato Una pura formalità che si trasforma anch'essa in altro caso giudiziario.

  • Il 26 ottobre la sentenza che assolve il film contraddice e annulla, in pratica, il verdetto in quanto, essendo la sentenza appellata, il dissequestro non poteva rendersi operante.

La richiesta del produttore Grimaldi di riavere la pellicola viene dichiarata inammissibile dal procuratore della repubblica di Benevento. Oltre ad una serie di cavilli a non finire, il fatto più concreto è che la circolazione del film rimane comunque bloccata.

  • Il 9 gennaio 1973 interviene la Corte di cassazione sollecitata dall'avv. Grimaldi e il procuratore della repubblica ordina l'immediato dissequestro del Canterbury. Subito dopo, lo stesso procuratore della repubblica ricorre a sua volta alla Corte di cassazione che si contraddice e annulla la decisione di dissequestro il 2 aprile 1973.
  • Il 4 aprile 1973 la procura di Benevento ordina di nuovo il sequestro di Canterbury su tutto il territorio nazionale.
  • Il 2 luglio 1973, la Corte d'Appello di Napoli, dopo due ore di camera di consiglio, conferma il verdetto di primo grado e assolve tutti gli imputati dalle accuse.
  • Il 5 luglio, il Procuratore Generale di Napoli ricorre in Cassazione contro l'assoluzione de I racconti di Canterbury, impedendo cosi il dissequestro della pellicola.

««Quest'ultima assoluzione -dichiara Pasolini - dovrebbe essere definitiva, invece il film continua a restare sotto sequestro e potrà restarci a tempo indeterminato in seguito al ricorso del procuratore generale di Napoli. Di fronte a questa azione che contro ogni logica minaccia di impedire per sempre l'uscita di un film assolto 4 volte dalla stessa Magistratura, vorrei denunciare all'opinione pubblica l'ingiustizia di questo provvedimento, sancito da una sentenza della Cassazione».»

  1. ^ Corriere del Mezzogiorno, 13 marzo 2009, Trotta: io, vittima di un esposto anonimoIn libertà il dirigente Asl accusato di truffa , [1]

Categoria:Anni di piombo