Vida de Jesucrist

Vida de Jesucrist ("Vita di Gesù Cristo") è un libro scritto probabilmente fra il 1399 e il 1406 (lo studioso Albert Hauf lo data al 23 giugno 1403[1]) da Francesc Eiximenis in lingua catalana.

Vida de Jesucrist
Incipit del manoscritto della Biblioteca Universitaria di Valencia (Ms. 209. F. 1r)
AutoreFrancesc Eiximenis
1ª ed. originale1399-1406
Generetrattato
Lingua originalecatalano

Fu scritto a Valencia e dedicato a Pere d'Artés, Cancelliere dello Scacchiere della Corona d'Aragona, al quale Eiximenis aveva già dedicato il Llibre dels àngels.

Sembra che sia stato proprio Pere d'Artés ad incoraggiare Eiximenis a scrivere il libro in catalano e non in latino, secondo quanto indicato da Eiximenis stesso nel sesto capitolo della prefazione.[2]

Struttura e contenutoModifica

L'opera è composta da 691 capitoli e si divide in dieci trattati o libri. L'ultimo trattato si suddivide a sua volta in sette sub-trattati.

L'opera appartiene al genere delle Vitae Christi (vite di Gesù Cristo) medievali, il cui migliore esempio è l'opera omonima di Ludolfo di Sassonia.

Le opere di questo tipo non sono soltanto semplici biografie come le conosciamo oggi, ma contengono anche storie, commentari tratti dai Padri della Chiesa, dissertazioni dogmatiche e morali, istruzioni spirituali, meditazioni e preghiere in relazione con la vita di Cristo, dalla sua nascita fino all'ascensione.

Nel caso della Vida de Jesucrist di Eiximenis, si aggiungono anche la completa formazione scolastica dell'autore e persino (probabilmente soltanto in quest'opera) influenze di fonti un poco eterodosse, come per esempio i vangeli apocrifi.

Volumi non scritti del Lo CrestiàModifica

Come nel Llibre de les dones ed in altre opere di Eiximenis, anche in quest'opera si trovano molte parti e temi che potrebbero corrispondere a volumi non scritti destinati a comporre il suo più ampio libro Lo Crestià.

La Vida de Jesucrist nella sua totalità potrebbe corrispondere al Novè (volume nono) del lo Crestià, dove si tratta dell'Incarnazione. Il contenuto è però più vasto e l'incarnazione è oggetto del terzo trattato.

Il primo trattato descrive la predestinazione, materia di cui si sarebbe occupato anche il Quart (volume quarto) del lo Crestià. In questo stesso volume del Lo Crestià, Eiximenis aveva l'intenzione di approfondire il tema delle sette beatitudini evangeliche, delle quali si parla nel settimo trattato. Egli espone anche con dettaglio due sacramenti: il battesimo, con riferimento al battesimo di Cristo da parte di Giovanni Battista, e l'eucaristia, con riferimento all'ultima cena. Dei sacramenti dovrebbe trattare il Desè (volume decimo) del lo Crestià.

Il decimo trattato di quest'opera, infine, torna ai temi apocalittici ed escatologici, ai quali dovrebbe essere dedicato il Tretzè (volume decimoterzo) de Lo Crestià.[3]

Stile e influssiModifica

Quest'opera riflette molto bene la tendenza contemplativa che caratterizzerà i successivi lavori di Eiximenis. Come dice il prologo, l'intenzione delle sue pagine è quella di escalfar (riscaldare) i fedeli nell'amore di Cristo e nella sua devozione. D'altronde, in questo libro possiamo captare anche la devozione mariana, così tipica della scuola francescana, visto che alla Vergine o Gloriosa, come la definisce l'autore, sono dedicati numerosi capitoli.

Si può dire senza esagerare che la Vergine sia protagonista dell'opera al pari di Cristo stesso.

Sembra che quest'opera dovesse essere inclusa nella tradizione delle Meditationes Vitae Christi (Meditazioni sulla vita di Gesù Cristo) dello Pseudo-Bonaventura e che fosse influenzata dall'opera del francescano italiano Ubertino da Casale.[4]

TraduzioniModifica

L'opera fu tradotta in spagnolo e in francese.

La traduzione in spagnolo (che manca dei due ultimi libri o trattati), fu il primo libro stampato a Granada[5].

La stampa avvenne su richiesta del gerolamino Hernando de Talavera, primo arcivescovo di Granada dopo la sua riconquista nel 1492 ad opera dei Re Cattolici, confessore d'Isabella di Castiglia e profondo ammiratore dell'opera e della figura di Francesc Eiximenis .

Edizioni e trascrizioniModifica

La traduzione in lingua spagnola fu stampata il 30 aprile 1496 dagli stampatori tedeschi Meinard Ungut e Johannes Pegnitzer (noto anche come Giovanni di Norimberga). Questo incunabolo è l'unica edizione attualmente a disposizione.

Albert Hauf trascrisse i cinque primi trattati e li aggiunse, come appendice, alla sua tesi di laurea[6], ma la trascrizione non fu mai stampata. Non esiste, dunque, nessuna edizione moderna di questa importante opera.

Influenza posterioreModifica

L'influenza di quest'opera si estese pure ad altri ambiti.

Come ha dimostrato Josep Romeu i Figueras, il mistero dell'assunzione della Cattedrale di Valencia (databile intorno all'anno 1425) s'ispira direttamente a quest'opera di Eiximenis.[7]

Edizioni digitaliModifica

ManoscrittiModifica

  • [1] Edizione nella Biblioteca Virtual Joan Lluís Vives (Biblioteca Virtuale Joan Lluís Vives) dei manoscritti 459 e 460 della Biblioteca della Catalogna.
  • [2] Edizione nelle opere complete di Francesc Eiximenis on line del manoscritto 209 della Biblioteca Universitaria di Valencia.

IncunaboliModifica

  • [3] Edizione nella Biblioteca Digital Hispánica (Biblioteca Digitale Hispanica) dell'edizione incunabola della traduzione allo spagnolo impressa per Meinard Ungut e Johannes Pegnitzer (Granada, 30 aprile 1496).

La Vida de Jesucrist nelle opere complete in lineaModifica

NoteModifica

  1. ^ Hauf, Albert. D’Eiximenis a sor Isabel de Villena. Barcellona/Valencia. IIFV/PAM. 1990, p. 62 n. 6. (CA)
  2. ^ Vida de Jesucrist. València. BUV. Ms. 209, f. 3v-4r. (CA)
  3. ^ Brines, Lluís. Biografia documentada de Francesc Eiximenis. Valencia. T-Ink Factoría de Color. 2018. Pp. 172 ss. (CA)
  4. ^ Hauf, Albert. «La huella de Ubertino de Casale en el preerasmismo hispánico: el caso de fray Francesc Eiximenis», Verbali del X Congresso Internazionale dell’Associazione Hispanica di Letteratura Medievale [Associazione Hispanica di Letteratura Medievale / IIFV, Università di Alicante, 16/20 settembre 2003]. Alicante. IIFV. 2005. 93-135. (ES)
  5. ^ Hauf, Albert. “Fr. Francesc Eiximenis, OFM, “De la predestinaçion de Jesucristo”, y el consejo del Arcipreste de Talavera a los que deólogos mucho fundados non son". AFH, 76. 1983, p. 245. (ES)
  6. ^ Hauf, Albert. La “Vita Christi” de Fr. Francesc Eiximenis, OFM (1340?-1409?) y la tradición de las Vitae Christi medievales. Tesi di laurea diretta per Martí de Riquer e letta nella Università di Barcellona in 1976. (ES)
  7. ^ Romeu i Figueras, Josep. “El teatre assumpcionista de tècnica medieval als Països Catalans”. EUC, XXVI. 1984, p. 246, 258-262. (CA)
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