William Dutton

orologiaio britannico

William Dutton (Buckinghamshire, 1720Londra, 16 gennaio 1794) è stato un orologiaio britannico del XVIII secolo.

Biografia modifica

William Dutton nasce nel 1720 a Londra da una famiglia benestante, figlio di Thomas Dutton e Sarah Cannon.

Nel 1738 si trasferisce a Londra dove diventa apprendista dell'orologiaio George Graham, famoso per alcune invenzioni nel campo degli orologi fissi. Concluso il suo tirocinio, nel 1746 entra a far parte della Worshipful Company of Clockmakers. Un anno più tardi, il 5 settembre del 1747, si sposa con Ann Millward da cui avrà due figli, Matthew e Thomas.

Intorno al 1750 diventa socio di un altro allievo di Graham, Thomas Mudge. La loro impresa, la Mudge & Dutton, è situata al numero 148 di Fleet Street, Londra, dove in seguito vivranno numerose generazioni di Dutton. Il loro riconoscimento maggiore è quello di aver impiegato per la prima volta nel 1755 in un orologio a molla la leva di scappamento, un dispositivo inventato da Mudge e considerato più affidabile per regolare il movimento dell'orologio. Nel 1771 Thomas Mudge si trasferisce a Plymouth a causa della cattiva salute e William Dutton rimane alla guida dell'attività. La collaborazione con Thomas Mudge continuerà fino al 1790.

Intorno al 1775 William prende in società i suoi figli dando vita alla W. Dutton & Sons ma continuando comunque a commerciare come Mudge & Dutton.

Il 16 gennaio del 1794 muore a Londra.

Bibliografia modifica

  • (EN) G. H. Baillie, Watchmakers and clockmakers of the world, N.A.G. Press, 1929, p. 94.
  • (EN) Brian Loomes, Warchmakers and Clockmakers of the World, N.A.G. Press, 2006, p. 234.
  • (EN) The Irish Astronomical Society, The Irish Astonomical Journal, vol. 21, Irish Astronomical Society, 1993.
  • (EN) Antiquarian Horological Society, Antiquarian horology and the proceedings of the Antiquarian Horological Society, vol. 8, Antiquarian Horological Society, 1972.
  • (EN) Lance Day e Ian McNeil, Biographical dictionary of the Histoy of Technology, Taylor & Francis, 1998, p. 875.

Collegamenti esterni modifica

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