Zakāt
Col termine zakāt (in arabo: زكاة) s'intende l'obbligo religioso prescritto dal Corano di "purificazione" della propria ricchezza che ogni musulmano in possesso delle facoltà mentali deve adempiere per definirsi un vero credente. È uno dei Cinque pilastri dell'Islam.
StoriaModifica
Etimologicamente collegata al concetto di “purezza”, la zakat – pagare una quota della propria ricchezza a beneficiari specificamente stabiliti – è un modo per purificarsi, come la preghiera (Corano 9:103[1]).
Spesso tradotta con elemosina, la zakāt non ha in sé alcun elemento di volontarietà (per la vera e propria elemosina si usa il termine sadaqa). Originariamente un prelievo sui beni superflui, serve a rendere lecita la propria ricchezza materiale. A ciò si provvede col pagamento di una quota-parte dei propri guadagni (calcolando un minimo esente che può variare nei luoghi e nei tempi) che va, in forma di aiuto solidale, alle categorie più svantaggiate della società islamica - specialmente i poveri, gli orfani e le vedove - ma che può essere destinata ad altri scopi pii (ad esempio il sostentamento della comunità musulmana, gli aiuti per i viandanti pellegrini, l'espressione pubblica della propria fede). È oggetto di dibattito se questa donazione possa essere devoluta anche ai non-musulmani: secondo alcuni ciò è impossibile, giacché essi dovrebbero utilizzare i fondi della Jizya[2]; per altri sarebbe possibile a patto di soddisfare prima le esigenze dei musulmani[3].
L'Islam per lunghi secoli ha affidato la gestione della zakāt al potere califfale o ai suoi sostituti politici locali; la sua percezione avveniva per il tramite di appositi funzionari di nomina califfale (gli "agenti", o umalā) che applicavano precisi tabellari nell'esigere quanto dovuto, o in cifre o in beni.
Con la fine del califfato tale esazione divenne del tutto volontaria, ma non è venuta meno. I fedeli musulmani infatti calcolano da sé quanto dovrebbero versare e provvedono a destinare l'ammontare a organizzazioni di beneficenza che offrono tutte le garanzie di buon impiego di quanto incassato.
Le Banche islamiche in qualsiasi contratto o transazione applicano la zakat e la depositano ad organizzazioni filantropiche, le somme non vengono registrate in bilancio.
ImportoModifica
La zakat va versata direttamente ai percettori nominati a tal fine ed è destinata a otto categorie di persone ben identificate nel Corano[4]. È prelevata sul capitale e non sul reddito[5] e l'aliquota è fissata al 2,5%. Rientrano nel calcolo tutti i beni che producono ricchezza o derivano da attività produttive, come i depositi in denaro su conti correnti bancari, l'oro, l'argento, le merci di scambio destinate ad attività commerciali, i capi di bestiame, il raccolto (cereali, frutta, ecc.). Non sono considerati produttori di ricchezza beni quali: automobili, utensili, abbigliamento, cibo, mobili, prima abitazione[6]. vari tipi di zakat come sulla proprietà, sui risparmi e su chi è idoneo a ricevere la zakat è molto importante prima che il pagamento possa essere effettuato per purificare la ricchezza[7]
StatisticheModifica
Secondo un sondaggio[8], nel Regno Unito i musulmani donano di più rispetto ai fedeli di altre religioni. Devolvono infatti 567 dollari, rispetto ai 412 degli ebrei, 308 degli evangelici, 272 dei cattolici e 177 degli atei.
Si stima che nel 2011 la somma devoluta dai musulmani in zakāt sia stata 15 volte maggiore rispetto alle altre donazioni umanitarie a livello mondiale[9].
NoteModifica
- ^ Sura IX, At-Tawba, ( Il Pentimento o la Disapprovazione), su corano.it, Centro di Cultura Islamica, Bologna. URL consultato il 2 ottobre 2015.«Preleva sui loro beni un'elemosina, tramite la quale, li purifichi e li mondi e prega per loro. Le tue preghiere saranno un sollievo per loro. Allah tutto ascolta e conosce.»
- ^ The Online Islamic Academy - Zakat Cannot Be Given To Non-Muslims Archiviato il 20 dicembre 2009 in Internet Archive.
- ^ Islamic finance: principles and practice - Visser, Hans & Visser, Herschel (2009). Edward Elgar Publishing. p. 29. ISBN 978-1-84542-525-8.
- ^ Sura IX, At-Tawba, ( Il Pentimento o la Disapprovazione), su corano.it, Centro di Cultura Islamica. URL consultato il 2 ottobre 2015.«Corano IX:60: Le elemosine sono per i bisognosi, per i poveri, per quelli incaricati di raccoglierle, per quelli di cui bisogna conquistarsi i cuori, per il riscatto degli schiavi, per quelli pesantemente indebitati, per [la lotta sul] sentiero di Allah e per il viandante. Decreto di Allah! Allah è saggio, sapiente.»
- ^ R. Piccardo, Il Corano, Imperia, Al Hikma, 1994, Appendice n. 3.
- ^ Zakat, su islamic-relief.it, Islamic Relief Italia. URL consultato il 2 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2015).
- ^ What is Zakat, su transparenthands.org, Transparent Hands. URL consultato il 4 settembre 2020.
- ^ Muslims give more to charity than others, UK poll says - NBC News
- ^ The Muslim Zakat: a vision of the "big society"?
BibliografiaModifica
- Alessandro Bausani, Islam, Milano, Garzanti, 1980
- Elena Toselli, Le diversità convergenti. Guida alle certificazioni alimentari kasher, halal e di produzione biologica, FrancoAngeli Editore, 2015
- Elena Toselli, Kosher, halal, bio - Regole e mercati, FrancoAngeli Editore, Milano, 2018
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Zakat
Collegamenti esterniModifica
- (EN) Zakāt, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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