La zonizzazione è uno strumento utilizzato in urbanistica consistente nel suddividere il territorio di ciascun comune in aree omogenee secondo determinate caratteristiche.

L'attività di zonizzazione è quella mediante la quale la pubblica amministrazione suddivide il proprio territorio comunale in zone alle quali viene riconosciuta o attribuita una determinata funzione con conseguente attribuzione di vincoli ed altri limiti da osservare per ciascuna zona.

Il primo Stato ad adottare la zonizzazione fu la Germania nei primi anni del XX secolo con Walter Christaller.

Una Zoning Law statunitense fu adottata per la prima volta a New York nel 1916. Essa definiva, per ogni lotto o isolato della superficie di Manhattan, un involucro immaginario che tracciava i contorni del massimo volume costruibile consentito. La legge assumeva il Woolworth come regola, che stabiliva le altezze massime degli edifici, e le distanze minime che l'edificio deve avere nei confronti dei limiti del proprio lotto edificabile.[1]

Nel mondo

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Zone territoriali omogenee.

In Italia il concetto di "zonizzazione" venne introdotto dalla legge 17 agosto 1942, n. 1150 introduce il termine di “zona”, che sarà approfondito dalla legge 6 agosto 1967 n. 765 che istituisce all'art. 17 le "zone territoriali omogenee" (ZTO).

L'attività di zonizzazione si attua mediante l'identificazione delle medesime, come stabilito dall'art. 2 del decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, che le definisce nell'ambito della pianificazione urbanistica.

  1. ^ Rem Koolhaas, Delirious New York. Un manifesto retroattivo per Manhattan, a cura di M. Biraghi, Milano, Electa 2001

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Collegamenti esterni

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