Abdül Hamid I
Abdül Hamid I | |
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Il sultano ritratto nel 1788 | |
Sultano dell'Impero ottomano | |
In carica | 21 gennaio 1774 – 7 aprile 1789 |
Predecessore | Mustafa III |
Successore | Selim III |
Trattamento | Padiscià |
Altri titoli | Califfo dell’Islam Amir al-Mu'minin Custode delle due Sacre Moschee Qaysar-ı Rum (Cesare dei Romei) |
Nascita | Istanbul, 20 marzo 1725 |
Morte | Istanbul, 7 aprile 1789 |
Luogo di sepoltura | Mausoleo di Abdül Hamid I, Istanbul |
Dinastia | Ottomana |
Padre | Ahmed III |
Madre | Râbi'a Sermi Sultan |
Consorte | Nakşidil Valide Sultan Nükhet-Sedâ Sultan Ayşe Seniyeperver Valide Sultan |
Figli | Mustafa IV Mahmud II Esma Sultan |
Religione | Islam sunnita |
Firma |
Abdül Hamid I, detto il Riformista (in turco ottomano: عبد الحميد اول ʿAbdül-Ḥamīd-i evvel; Istanbul, 20 marzo 1725 – Istanbul, 7 aprile 1789), è stato il ventisettesimo sultano dell'Impero ottomano.
Figlio di Ahmed III (1703–1730), succedette a suo fratello Mustafa III (1757–1774) il 21 gennaio 1774.
BiografiaModifica
Prima del tronoModifica
Abdül Hamid fu imprigionato per gran parte dei primi quarantatré anni della sua vita dai suoi cugini Mahmud I e Osman III e dal suo fratello maggiore Mustafa III. Inizialmente ricevette l'educazione da sua madre Rabi'a Semi Sultana, dalla quale apprese la storia e imparò la calligrafia.
Il regnoModifica
Il fratello predecessore gli lasciò in eredità anche il compito di concludere la guerra russo-turca iniziata nel 1768, che stava evolvendo verso la disfatta dell'Impero ottomano. Egli concluse le ostilità con la pace di Küçük Kaynarca, in base alla quale il Khanato di Crimea perse il suo stato di signoria vassalla dell'Impero ottomano e divenne formalmente uno Stato indipendente, ma di fatto entrò nell'orbita di influenza della Russia, alla quale fu presto annesso.
La Russia ricevette inoltre un indennizzo di guerra di 4 milioni di rubli e due importanti porti strategici sul Mar Nero. Quattro anni dopo, appreso che Russia e Austria intendevano allearsi per eliminare l'Impero ottomano dalle potenze di allora, decise, sotto la pressione di potenti gruppi d'opinione interni, di dichiarare guerra alla Russia, dando così inizio ad una nuova guerra russo-turca.
Il motivo scatenante di tale decisione fu l'occupazione, da parte delle truppe russe dell'allora conte Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, del Khanato di Crimea, con il pretesto di dirimere le controversie per il potere nella famiglia del Khan, che li avrebbe chiamati in suo soccorso offrendo loro la Crimea stessa. L'Impero ottomano, stremato dalle precedenti guerre e piuttosto malconcio come organizzazione sia burocratica che militare, non ebbe fortuna nello svolgimento della guerra e le sue truppe furono più volte sconfitte dal generale russo Suvorov.
Nel febbraio 1788 entrò poi in guerra a fianco della Russia anche l'Austria, mentre la Svezia di Gustavo III, cedendo alle pressioni dell'Inghilterra e della Prussia, si schierava a fianco dell'Impero ottomano, senza peraltro che il suo contributo fosse determinante, dato l'intervento bellico della Danimarca contro la Svezia che determinò la pronta uscita di quest'ultima dal conflitto. Abdül Hamid I non ne vide la fine, poiché morì quando la guerra era ancora in corso e toccò al suo successore Selim III chiudere la partita il 9 gennaio 1792[1] con il trattato di Iassy.
FamigliaModifica
Le sue mogli furono Ayse Sineperver Nakşidil, Hatice Ruhsah, Humasah, Ayse, Binnaz, Dilpezir, Mehtabe, Misli Nayab, Muteber, Nevres, Mihriban.
I suoi figli furono Mustafa IV (1807–08) (nato da Ayse Sine-perver), Mahmud II (1808–39), Murad, Nusret, Mehmed, Ahmed e Suleyman.
Le sue figlie furono Esma, Emine, Rabia, Saliha, Alimsah, Durusehvar, Fatma, Meliksah, Hibetullah e Zekiye Sultans.
ArchitetturaModifica
Abdul Hamid ha lasciato molte opere architettoniche, principalmente a Istanbul. Il più importante di questi è nell'attuale distretto di Sirkeci, il Waqf costruito nel 1777, in prossimità del quale fece erigere anche una fontana, una scuola elementare, una madrasa ed una biblioteca. I libri della biblioteca sono oggi conservati nella Biblioteca Süleymaniye e la madrasa è usata come edificio della borsa. Durante la costruzione del Waqf, la fontana fu rimossa dalla costruzione e fu trasferita all'angolo della Moschea di Zeynep Sultan di fronte al Parco di Gülhane.[2]
Oltre a questi lavori, nel 1778, costruì una moschea sulla spiaggia di Beylerbeyi in onore di sua madre Râbia Şermi Kadın, e costruì fontane in piazza Çamlıca Kısıklı, in piazza İskele, a Çınarönü e a Havuzbaşı. Inoltre, nel 1783 fece ristrutturare la Moschea di Beylerbeyi.
NoteModifica
- ^ Calendario gregoriano.
- ^ (TR) M. MÜNİR AKTEPE, ABDÜLHAMİD I, in İslam Ansiklopedisi.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Abdul Hamid I
Collegamenti esterniModifica
- 'Abd ul-Hamid I, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- ʽAbd ül-Ḥamīd I, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Abdül Hamid I, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 47121472 · ISNI (EN) 0000 0000 6120 7006 · BAV 495/121481 · CERL cnp01059161 · LCCN (EN) no2003069983 · GND (DE) 101068638 · BNF (FR) cb162958803 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-no2003069983 |
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