Afroitaliano[1][2][3][4][5] (o afro-italiano) è il termine con cui alcuni immigrati in Italia provenienti dalle zone subsahariane dell'Africa indicano se stessi.[6] Il termine pare essere preferito dai soli immigrati dall'Africa nera, mentre si escluderebbero da questa definizione gli arabi e i berberi abitanti del Maghreb.[7]. Nell'accezione comune il termine indica invece chi o cosa abbia origine africane e italiane. [8] In Italia risiedono 1 159 290 immigrati africani, di cui oltre 500.000 provenienti dall'Africa subsahariana.

Africa Sub-sahariana modifica

Gli afroitaliani di origin sub-sahariane sono quasi esclusivamente di etnie bantù o nilotiche e rappresentano il 50% dei afroitaliani. Principalmente provengono da Senegal (99.176), Nigeria (77.980), Ghana (50.647) e Repubblica Democratica del Congo (34.407) e dalle ex colonie italiane di Etiopia (45.160), Somalia (12.330), Eritrea (11.000) e Libia (2.070).[9]

Utilizzo del termine modifica

Il termine afro-italiano è coniato sul calco di afroamericano[6]. Viene usato, in particolare, per definire i figli degli africani trasferitisi in Italia negli anni settanta del Novecento.[10]

Mentre la parola è piuttosto utilizzata in campo sportivo e musicale[11], in campo letterario è stato fatto osservare che esso costituisce una differenziazione inutile in quanto non esisterebbe una letteratura africana in lingua italiana.[7] Alcuni altri critici come ad esempio Alessandro Portelli accettano però senza problemi l'esistenza di una letteratura afroitaliana.[12]

Problematiche modifica

Anche a causa della loro crescita numerica gli afroitaliani sono stati oggetto di varie indagini giornalistiche[13] o sociologiche[5], in particolare per quanto riguarda la loro integrazione con le altre componenti della società italiana. Un altro elemento studiato fin dall'inizio degli anni duemila è stato quello dell'identità dei cittadini afroitaliani e del peso relativo delle sotto-identità che la compongono, che spesso sfociano anche in scelte estetico-musicali come ad esempio la predilezione per il rap[14] in un periodo nel quale in Italia la sua diffusione era appena agli inizi.

La fondazione di associazioni tra persone che si considerano afroitaliane, come ad esempio la Associazione Afroitaliani[15], o la nascita di iniziative come Afroitalian power initiative, promossa dall'ex-ministra Cécile Kyenge a fine 2018, hanno destato una certa perplessità da parte di alcuni mezzi di informazione[16] ed ambienti politici, spesso schierati a destra[17].

Anche nel mondo del cinema si stanno creando i primi autori che raccontano la comunità afroitaliana a partire dal regista Fred Kudjo Kuwornu che lo ha fatto nel documentario: "Blaxploitalian 100 Anni di Afrostorie nel cinema italiano,[18] ad Antonio Dikele Distefano che ha creato una serie per Netflix "Zero" in cui il cast è interamente afro-italiano.[19]

Note modifica

  1. ^ afroitaliano, su repubblica.it.
  2. ^ Oltre la migrazione: Alla ricerca di un cinema popolare afroitaliano, L'Africa in Italia. Per una controstoria postcoloniale del cinema italiano, Aracne, Roma, 2013..
  3. ^ afroitaliano, su illibraio.it.
  4. ^ il fatto quotidiano, su ilfattoquotidiano.it.
  5. ^ a b Guia Gilardoni, Somiglianze e differenze: l'integrazione delle nuove generazioni nella società multietnica, FrancoAngeli, 2008, p. 212. URL consultato il 18 febbraio 2019.
  6. ^ a b Barbara Braccini, I giovani di origine africana: integrazione socio-culturale delle seconde generazioni in Italia, L'Harmattan Italia, 2000, p. 97.
  7. ^ a b Daniele Comberiati, Gli scrittori migranti dell'Africa sub-sahariana, in Scrivere nella lingua dell'altro: la letteratura degli immigrati in Italia (1989-2007), Peter Lang, 2010, pp. 165. URL consultato il 18 febbraio 2019.
  8. ^ Afroitaliano, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  9. ^ Dati ISTAT 2016, Cittadini stranieri in Italia - 2016, su tuttitalia.it.
  10. ^ Oliviero Casacchia, Studiare insieme, crescere insieme?: un'indagine sulle seconde generazioni in dieci regioni italiane, FrancoAngeli, 2008, p. 37.
  11. ^ Paola Zukar, Fuori dalla trappola. 2016 ed oltre, in Rap. Una storia italiana, Baldini & Castoldi, 2017. URL consultato il 18 febbraio 2019.
  12. ^ Alessandro Portelli, Invocazione alla Musa, in Canoni americani: oralità, letteratura, cinema, musica, Donzelli Editore, 2004. URL consultato il 18 febbraio 2019.
  13. ^ Vita da afroitaliani: indagine sui nostri Mississippi, in La Repubblica, 20 giugno 2018. URL consultato il 18 febbraio 2019.
  14. ^ Barbara Braccini, Afroitaliani a piazzale Flaminio, in Nigrizia, Collegio Missioni Africane, 1º aprile 2001. URL consultato il 25 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2019).
  15. ^ Andrea Billau, Intervista a Sabrina Iacobucci, presidente dell'associazione Afroitaliani, in Radio Radicale, 17 agosto 2009. URL consultato il 18 febbraio 2019.
  16. ^ Daniele Capezzone, Delirio Kyenge: Potere agli afroitaliani, in La Verità, 9 novembre 2018. URL consultato il 18 febbraio 2019.
  17. ^ Francesco Storace, Ci mancava il partito africano della Kyenge, su francescostorace.eu. URL consultato il 18 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2019).
  18. ^ La storia del cinema afroitaliano passa da Ferrara | estense.com Ferrara, su estense.com, 3 ottobre 2014. URL consultato il 3 marzo 2021.
  19. ^ Francesca, ZERO: LA PRIMA SERIE NETFLIX AFFIDATA AD UN AUTORE AFROITALIANO, su Afroitalian Souls, 9 luglio 2019. URL consultato il 3 marzo 2021.

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