Agadir (granaio)

granaio fortificato del Marocco

Un agadir (in lingua tashelhit ⴰⴳⴰⴷⵉⵔ, plurale: igudar o iguidar, "muro" o "complesso fortificato") è un granaio comunale fortificato del Maghreb.[1][2] Alcuni di questi risalgono al X secolo.[3] Queste strutture sono tipicamente composte da un granaio ubicato in una cittadella e si trovano in luoghi rocciosi ed elevati per proteggere le fattorie e il bestiame circostanti dai nemici.[3] Oltre ai cereali raccolti, le comunità amazigh che abitavano nel sud montuoso del Marocco usavano queste strutture per conservare tutti i tipi di oggetti di valore, inclusi atti e documenti, denaro, gioielli, vestiti, tappeti e talvolta vestiti e munizioni.[4]

Nome modifica

Il termine Agadir proviene dal berbero, preso in prestito dal fenicio 𐤀𐤂𐤃𐤓,[5] che significa "muro", o (per metonimia) "roccaforte".[6] La parola agadir è comune nei toponimi nordafricani, come Agadir, in Marocco, e anche le città di Cadice e Gedera sono etimologicamente correlate.[5] La parola al-Makhzen (المخزن‎), usata per riferirsi all'apparato statale marocchino, significa anche magazzino, ma in arabo.[4]

Note modifica

  1. ^ (FR) Greniers collectifs - Patrimoine de l'Anti Atlas au Maroc | Holidway Maroc [collegamento interrotto], su Holidway, 28 febbraio 2017. URL consultato il 6 aprile 2020.
  2. ^ (EN) Collective Granaries, Morocco, su Global Heritage Fund. URL consultato il 6 aprile 2020.
  3. ^ a b Giuliana Raffaelli, Pedro Robles Marín, Francesco Guerrera, Manuel Martín Martín, Francisco Javier Alcalá-García, Maria Letizia Amadori, Lahcen Asebriy, Iz-Edine El Amrani e Julian Tejera de León, Archaeometric study of a typical medieval fortified granary (Amtoudi Agadir, Anti-Atlas Chain, southern Morocco): a key case for the maintenance and restoration of historical monuments, in Italian Journal of Geosciences, vol. 135, n. 2, giugno 2016, pp. 280–299, DOI:10.3301/IJG.2015.25.
  4. ^ a b (FR) L'agadir, ancêtre du Makhzen marocain?, su Zamane, 12 giugno 2018. URL consultato il 6 aprile 2020.
  5. ^ a b Edward Lipiński, Semitic Languages: Outline of a Comparative Grammar, Orientalia Lovaniensia Analecta, vol. 80, Belgium, Peeters Leeuven, 2001, p. 575, ISBN 978-90-429-0815-4. URL consultato il 27 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2017).
  6. ^ "Phoenician and Punic Inscriptions", p. 141. Journal of the Royal Asiatic Society of Great Britain and Ireland. Accessed 24 July 2013.

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