Gli Agnifili o Agnifili del Cardinale sono una famiglia patrizia dell'Aquila.

Agnifili
Spaccato: nel 1º d'argento all'agnello al naturale sormontato da un libro di rosso; nel 2º di verde.
Casata di derivazioneColetta di Cecco
TitoliBaroni di Forcella
FondatoreAmico Agnifili
Data di fondazioneXV secolo
EtniaItaliana

Storia modifica

 
Il cardinale Amico Agnifili, vescovo dell'Aquila per due mandati tra il 1431 e il 1476

Il casato si ritiene abbia avuto origine con Amico Agnifili che, nato da un'umile famiglia di Rocca di Mezzo – i Coletta di Cecco, secondo alcune fonti – , una volta eletto vescovo dell'Aquila, adottò l'appellativo Agnifili (da Agniphilo, ossia «amico degli angeli»)[1]. Il vescovo si dotò inoltre di uno stemma araldico raffigurante un agnello sormontato da un libro, di cui esiste una versione murata su di un portale sito in Largo dell'Annicola, nel suo paese natale[1].

Grazie al prestigio acquisito dal vescovo Amico – che in seguito fu cardinale e candidato papa al conclave del 1471 – , la famiglia acquisì una notevole importanza divenendo in breve tempo una delle principali della regione; per il legame con il capostipite, era nota con l'aggiunta della specifica «del Cardinale»[2]. L'episcopato di Amico si suddivise in due mandati poiché, nel 1472 abdicò in favore del nipote Francesco Agnifili tornando poi ad occupare la sede vescovile, seppur per pochi mesi, alla morte di quest'ultimo[1].

Tra il XVI ed il XVII secolo, gli Agnifili si consolidarono come una delle famiglie più potenti dell'Aquila[3]. A partire dal 1614, nell'ambito di un corposo processo di rinnovamento dell'oligarchia cittadina che si protrasse per tutto il XVII secolo, vissero invece un momento di crisi, venendo anche escluse dalla camera aquilana[4].

Tra gli altri esponenti familiari si cita un secondo Amico Agnifili – religioso, letterato e membro dell'Accademia dei Fortunati – e Francescantonio Agnifili – camerlengo dell'Aquila tra il 1737 e il 1739.

Blasonatura modifica

Spaccato: nel 1º d'argento all'agnello al naturale sormontato da un libro di rosso; nel 2º di verde.

Residenze modifica

Una delle originarie residenze aquilane degli Agnifili è l'edificio noto con il nome di Palazzo Salvati Agnifili, all'angolo tra la via Agnifili e via del Cardinale (con quest'ultimo appellativo che ricorda la popolare denominazione del casato in omaggio ad Amico Agnifili)[5].

Albero genealogico modifica

 ?
 
   
Nicola
 Paolo
camerlengo dell'Aquila
Amico
cardinale e vescovo dell'Aquila
  
   
Francesco
vescovo dell'Aquila
Andrea
Giorgio
 
 
 Discendenti
 

Note modifica

  1. ^ a b c Amico Agnifili (PDF) [collegamento interrotto], su regione.abruzzo.it. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  2. ^ Edith Pàsztor, Amico Agnifili, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 1, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
  3. ^ Mantini, p. 168.
  4. ^ Mantini, p. 170.
  5. ^ Stefano Brusaporci e Mario Centofanti, Il Disegno della città e le sue trasformazioni (PDF), su ing.univaq.it. URL consultato il 7 gennaio 2019.

Bibliografia modifica

  • Alessandro Clementi e Elio Piroddi, L'Aquila, Bari, Laterza, 1986.
  • Antonio Filangeri di Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle provincie meridionali, Napoli, 1875.
  • Silvia Mantini, L'Aquila spagnola, Roma, Aracne, 2008.

Voci correlate modifica