Questa pagina riassume tutte le convenzioni e gli accorgimenti per la corretta intitolazione di una voce su un'opera d'arte.

Soggetto vs titolo

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Il "titolo" è un nome scelto dall'artista o dalla critica per individuare un'opera d'arte. Il "soggetto" è invece quello che rappresenta. Ad esempio questo dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo ha come titolo Il Quarto Stato ed ha come soggetto un "corteo di lavoratori in sciopero".

Attribuire un titolo alle opere d'arte è un uso che ha preso piede intorno alla fine del XVIII secolo. Prima di allora le opere d'arte venivano semplicemente chiamate secondo il soggetto che raffiguravano o secondo la loro collocazione (es. la Pala di San Zeno). Dal XIX secolo gli studi storico-artistici hanno iniziato, per comodità, ad attribuire dei nomi convenzionali anche alle opere più antiche.

Il titolo di una voce su Wikipedia deve riprodurre la stessa dizione che in genere usano le fonti. In caso di molteplici possibilità, la voce su un'opera prodotta dopo il XVIII/XIX secolo deve riprodurre il titolo scelto dall'artista, quando presente, preferibilmente in italiano, a meno che l'opera non sia più nota col nome in altra lingua. In questo caso, va usato anche l'eventuale articolo, dove presente.

Le opere più antiche o quelle senza titolo devono chiamarsi col nome tradizionale, quando esistente: ad esempio Tondo Doni va preferito a Sacra Famiglia, perché individua più esattamente l'opera.

Diversamente, si ricorre al soggetto generico; in questo caso, però, trattandosi comunque di titoli convenzionali, si deve evitare di usare l'articolo determinativo: ad esempio non si deve intitolare una voce "La Madonna col Bambino" ma "Madonna col Bambino", non "Il Polittico Baroncelli", ma "Polittico Baroncelli". Ciò serve per semplificare la categorizzazione, l'individuazione di ambiguità e la memorizzazione dei wikilink durante la ricerca e la scrittura.

Un'eccezione in cui si può mantenere l'articolo è quello di titoli tradizionali, composti da un solo aggettivo: ad esempio va bene intitolare una voce La Velata, piuttosto che Velata. L'aggettivo deve essere in maiuscolo.

Maiuscole e minuscole

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Nei titoli delle opere d'arte si devono seguire le stesse convenzioni dell'enciclopedia su maiuscole e minuscole. In ogni caso può essere utile riassumere alcuni casi dubbi:

  • San e derivati: va minuscolo quando si riferisce ai personaggi, maiuscolo quando si riferisce a luoghi, edifici di culto, cappelle ecc. Ad esempio "Martirio di san Sebastiano", "Sacra conversazione con santi", ma "Chiesa di San Sebastiano". Bisogna stare attenti soprattutto nei titoli di pale e polittici: ad esempio Polittico di Sant'Antonio ha "San" maiuscolo perché prende il nome dal convento di Sant'Antonio; Polittico di san Luca ha il "san" minuscolo perché prende il nome dal santo raffigurato nello scomparto centrale.
  • Bambin Gesù: quando ci si riferisce a Gesù la parola "Bambino" va maiuscola, quindi si scrive "Madonna col Bambino" e non "Madonna col bambino".
  • Sacra Famiglia: anche in questo caso si intende "la" famiglia di Gesù, quindi va usato il maiuscolo.
  • Salvatore, Padre Eterno, Dio Padre...: se usati come nomi propri di divinità vanno maiuscoli.
  • Giovanni Battista: Battista viene considerato ormai una parte integrante del nome, più che aggettivo, quindi va maiuscolo; se Giovanni Battista è raffigurato bambino si mette Giovannino.

Disambiguare

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Aiuto:Disambigua.

Solo in caso di omonimie si deve ricorrere alle parentesi.

  • In genere si mette il cognome dell'artista nelle parentesi per disambiguare. Ad esempio Guernica (Picasso).
    • Nel caso di più artisti con lo stesso cognome si deve scrivere il nome per intero (es. non "Bellini", ma "Giovanni Bellini", "Gentile Bellini" o "Jacopo Bellini"); nel caso di artisti senza un cognome vero e proprio si deve scrivere il nome per intero (es. "Piero della Francesca" invece di "della Francesca", "Giovanni da Milano" invece di "da Milano")
    • Nel caso esista un nome o un soprannome più famoso del cognome, va scelto quello (es. "Michelangelo" invece di "Buonarroti"; "Raffaello" invece di "Sanzio"; "Botticelli" invece di "Filipepi"; "Leonardo" invece di "Leonardo da Vinci", ecc.).
  • Quando specificare il nome dell'artista non è sufficiente per disambiguare bisogna usare la città o il museo in cui l'opera è conservata, con o senza il nome dell'artista, ma senza virgola. Ad esempio Vergine delle Rocce (Parigi) e Vergine delle Rocce (Londra) (poiché la "Vergine delle Rocce" è solo un dipinto di Leonardo), oppure Incoronazione della Vergine (Angelico Uffizi) e Incoronazione della Vergine (Angelico Louvre).
  • Per le opere di arte contemporanea (dopo il 1875 circa) si può usare anche l'anno, quando noto (es. Autoritratto (Picasso 1901) e Autoritratto (Picasso 1907)).
  • Quando l'artista è sconosciuto si può usare "dipinto" tra parentesi oppure, se è sottinteso che si tratti di un'opera d'arte, la città o il museo dove è collocata; es: Città ideale (dipinto), Trionfo della Morte (Palermo).

Altre convenzioni

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Altre scelte per l'uniformità dei titoli delle opere d'arte sono:

  • Madonna col Bambino invece di Madonna con Bambino
  • Crocifissione invece di Crocefissione
  • Santi X, Y, Z...: se in un titolo c'è da fare un elenco di santi è meglio mettere in cima "santi" e poi i vari nomi senza san, per brevità; esempio: Madonna col Bambino tra i santi Girolamo, Giovanni Battista, Pietro e Maria Maddalena, invece di Madonna col Bambino tra san Girolamo, san Giovanni Battista, san Pietro e santa Maria Maddalena
  • San Girolamo invece di san Gerolamo
  • Sant'Antonio da Padova invece di Sant'Antonio di Padova (nome tradizionale che si trova sempre usato nelle fonti artistiche)
  • Tra invece di fra.

Naturalmente queste indicazioni sono valide solo per i titoli convenzionali e solo per le opere d'arte: per le pagine su argomenti religiosi, architettonici, ecc, si consultino i relativi progetti.

Didascalie

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Corredare una fotografia di una didascalia completa e accurata è assolutamente essenziale, soprattutto per le voci storico-artistiche. La didascalia, infatti, fornisce informazioni importantissime sull'opera e sull'artista di cui il lettore sta consultando la voce.

Per tutelare la scientificità ed enciclopedicità della voce che si sta per scrivere o correggere, è preferibile che le didascalie seguano il seguente formato:

Nome Cognome, Titolo dell'opera, anno, tecnica, dimensioni in cm, Città, Museo, numero di inventario dell'opera.

Esempio:

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Musici, 1595 circa, olio su tela, 118,4x92,1 cm, New York, Metropolitan Museum of Art, inv. n. 52.81.

Per tutte le informazioni circa le date, i numeri di inventario, la tecnica esecutiva e le dimensioni dei dipinti o dei disegni è preferibile consultare i siti dei musei in cui si trovano le opere d'arte in questione. Tale verifica assicura alla voce e alla didascalia la massima esattezza dei dati che, se reperiti altrove, potrebbero presentare degli errori. Se già esiste una voce specifica sull'opera, la didascalia potrà essere presentata in maniera più sintetica.

Bisogno d'aiuto?

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Nel caso di ulteriori dubbi e ambiguità si può chiedere un parere al progetto:Arte.