Ana de Mendoza

aristocratica spagnola

Doña Ana Mendoza de la Cerda, principessa di Eboli, duchessa di Pastrana (nome completo in spagnolo: Doña Ana de Mendoza y de la Cerda; Cifuentes, 29 giugno 1540Pastrana, 2 febbraio 1592), è stata una nobile spagnola[1], suo jure II principessa di Mélito, II duchessa di Francavilla e III contessa di Aliano.

Ana de Mendoza
Ana de Mendoza, principessa di Eboli ritratta da Alonso Sánchez Coello nel XVI secolo
Principessa di Eboli
Nome completospagnolo: Ana de Mendoza de la Cerda y de Silva Cifuentes
italiano: Anna di Mendoza della Cerda e di Silva Cifuentes
TrattamentoDoña
Altri titoliPrincipessa di Mileto
Duchessa di Pastrana
Duca di Estremera
Duchessa di Francavilla
Contessa di Aliano
NascitaCifuentes, Guadalajara, Spagna, 29 giugno 1540
MortePalazzo Ducale, Pastrana, Guadalajara, Spagna, 2 febbraio 1592
DinastiaCasa de Mendoza per nascita
Casa de Silva per matrimonio
PadreDiego Hurtado de Mendoza, I duca di Francavilla
MadreMaría Catalina de Silva y Álvarez de Toledo
ConsorteRui Gomes da Silva, I principe di Eboli
FigliDiego
Ana
Rodrigo
Pedro
Diego
Ruy
Fernando
Maria
Ana
ReligioneCattolicesimo

Era considerata una delle più belle donne di Spagna, nonostante avesse perso un occhio durante un duello con un paggio quando era giovane.

Biografia

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Matrimonio

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Ana, anche conosciuta come Principessa di Eboli, Contessa di Melito e Duchessa di Pastrana, sposò nel 1552 Ruy Gomez de Silva, I principe di Éboli quando aveva solamente dodici anni, su raccomandazione del principe Filippo. Suo marito era Principe di Éboli e ministro del Re.

Vita a corte

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Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1573, Ana trascorse tre anni in un convento e fece ritorno alla vita pubblica solo nel 1576, quando divenne l'amante segreta di Antonio Pérez (1540–1615), segretario di Filippo II di Spagna.[2]

Ultimi anni e morte

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Essi furono accusati di tradimento dei segreti di Stato e vennero arrestati nel 1579. Ana trascorse la sua reclusione prima presso la Torre di Pinto, poi presso il castello di Santorcaz e infine nel palazzo Ducale di Pastrana dove morì il 2 febbraio 1592.

Discendenza

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Ana de Mendoza e Ruy Gómez de Silva ebbero dieci figli:

  • Diego (c.1558-1563)
  • Ana de Silva y Mendoza (1560-1610) sposata nel 1572 ad Alonso Pérez de Guzmán, 7º Duca di Medina Sidonia
  • Rodrigo de Silva y Mendoza (1562–1596), 2º duca di Pastrana
  • Pedro de Silva y Mendoza (c. 1563)
  • Diego de Silva y Mendoza (1564–1630), 1º marchese di Alenquer
  • Ruy de Silva y Mendoza (1565–), 1º marchese di La Eliseda
  • Fernando de Silva y Mendoza, noto in seguito come Pedro González de Mendoza (1570–1639)
  • María de Mendoza e María de Silva (c. 1570), gemelle che morirono prematuramente;
  • Ana de Silva y Mendoza (1573-1614)

Nella cultura di massa

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Nella tragedia Don Carlos di Friedrich Schiller e nell'opera Don Carlo di Giuseppe Verdi è presente un personaggio chiamato Principessa Eboli basato su Ana.[3]

È stata inoltre protagonista del romanzo That Lady di Kate O'Brien,[4] e della sua trasposizione cinematografica del 1955, La principessa di Mendoza. Appare anche nel romanzo En el umbral de la hoguera di Josefina Molina e nella serie televisiva Teresa de Jesus della stessa Molina e nel romanzo di Cinzia Tani Donne di spade. Il volo delle aquile (2019).


  1. ^ Henry Arthur Francis Kamen, Who's Who in Europe 1450–1750, Routledge (UK), 1999, ISBN 0-415-14727-1.
  2. ^ J. H. Elliott, Imperial Spain, 1469–1716, Penguin Books, 2002, ISBN 0-14-100703-6.
  3. ^ Friedrich Schiller, Don Carlos and Mary Stuart, Oxford University Press, 2000, ISBN 0-19-283985-3.
  4. ^ Kate O'Brien, That Lady: A Romantic Drama, Harper, 1949.

Bibliografia

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  • Antonio Herrera Casado: "La Prencesa de Eboli". Colleccion Tierra de Guadalajara N°30 Edicion (2000)
  • Antonio Herrera Casado: "Pastrana una Villa Principesca". Colleccion Tierra de Guadalajara 2a Edicion de (1996)
  • Gregorio Maranon: "Antonio Perez: el hombre, el drama, la epoca". Tomo VI de su Obras Completas, Espasa Calpe (1982). Reeditado en 1999

Altri progetti

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Controllo di autoritàVIAF (EN25533197 · ISNI (EN0000 0000 6151 7223 · BAV 495/309538 · CERL cnp00580130 · LCCN (ENn85142390 · GND (DE12431032X · BNE (ESXX913217 (data) · BNF (FRcb16773040m (data) · J9U (ENHE987007274065305171
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