Andrea Barbazza

giurista e avvocato italiano del XV secolo (ca. 1399-1480)

Andrea di Bartolomeo, detto Andrea Barbazza e latinizzato come Andreas Barbatius (Messina, primo ventennio del XV secoloBologna, 20 luglio 1480), è stato un giurista e avvocato italiano.[1]

Andrea Barbazza

Biografia modifica

 
Sperandio, medaglia di Andrea Barbazza di Messina
 
Consilium, inc. Illud veterum..., manoscritto, XV secolo

Andrea di Bartolomeo nacque intorno al 1410 a Messina. Il soprannome di "Barbazza", con cui era noto, era dovuto probabilmente alla sua folta barba (benché in alcuni ritratti ne appaia privo) e fu adottato come cognome dai suoi discendenti.[1]

Giunse all'ateneo bolognese nel 1430, intraprendendo inizialmente studi di medicina, passando in seguito a studiare legge sotto Giovanni da Imola, Giovanni d'Anagni e altri. Si laureò nel 1439; nello stesso anno – grazie alla buona reputazione acquisita nel frattempo – gli fu offerta una cattedra di diritto canonico.[1]

Nel 1444 si trasferì all'università di Ferrara come lettore, dove rimase per due anni. Nel frattempo non mantenne l'impegno di andare ad insegnare a Pavia, dove per questo venne condannato in effigie al pubblico ludibrio.[1]

Tornò infine a Bologna, dove nel frattempo gli era stata concessa la cittadinanza; tra i suoi allievi il suo successore Antonio Corsetto, Bartolomeo Socini, Rodrigo Borgia (divenuto in seguito papa Alessandro VI)[1] e Ippolito Marsili.[2] Alessandro Tartagni fu suo avversario.[1]

Andrea Barbazza divenne molto ricco esercitando la professione di avvocato e fu consigliere di Ferdinando d'Aragona,[1] re di Napoli. Sposatosi nel 1455, ebbe sei figli, uno dei quali, Bartolomeo, fu a sua volta giurista e docente a Bologna.[1]

Morì nel 1480 a Bologna e fu inumato nella basilica di San Petronio.[1]

Opere modifica

 
Consilia, edizione veneziana del 1500
  • Lecturae seu repetitiones (sui Decretali)
  • De praestantia cardinalium, 1487.
  • Consilia, 4 voll., Milano 1489-1490 (vol. 1-2); Venezia 1500 (vol. 3-4); Venezia 1550; Parigi 1559; Venezia 1563, 1580, 1581; Lione 1599.
    • (LA) Consilia, vol. 3, Venezia, Battista Torti, 1500.
  • De cardinalibus a latere legatis, in Tractatus universi iuris, XIII, 2, f. 131, Bologna, 1497, Lione 1518.
  • Commentaria super primam, secundam et tertiam partem Decretalium, Venezia 1508, 1511, 1571.
  • Commentaria super Clementinas, Parigi, 1517.

Manoscritti modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i DBI.
  2. ^ Filippo Liotta, Marsili, Ippolito, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 6, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1964.

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