Anna Coleman Ladd

artista statunitense

Anna Coleman Ladd (Bryn Mawr, 15 luglio 1878Boston, 3 giugno 1939) è stata una scultrice statunitense. Dedicò la sua vita alla cura estetica dei soldati che avevano subito gravi mutilazioni al volto durante il primo conflitto mondiale.

Anna Coleman Ladd

Biografia modifica

Anna Coleman Ladd, nacque a Bryn Mawr presso Filadelfia, da John e Mary Watts. Studiò arte a Parigi e a Roma. Nel 1905 tornò negli Stati Uniti a Boston, dove sposò il medico pediatra Maynard Ladd dal quale ebbe due figlie: Gabriella May e Vernon Abbott, e dove, per tre anni, continuò gli studi alla Boston School..
Fu tra i fondatori nel 1914 di The Guild of Boston Artists, partecipando come artista a diverse esposizioni, la più importante delle quali fu l'Esposizione Internazionale Panama-Pacifico tenutasi a San Francisco nel 1915.

Una delle sue opere, Triton Babies, è attualmente visibile nella fontana nei giardini pubblici di Boston[1].

 
Triton Babies sulla fontana del giardino pubblico di Boston

Scrisse due libri, il romanzo Hieronymus Rides e Candid Adventurer[2], oltre a due opere teatrali, che non vennero però mai prodotte.
Abbandonò l'attività letteraria per la ritrattistica, realizzando il ritratto di Bette Davis e quello che viene considerato il suo lavoro più importante, il ritratto di Eleonora Duse, uno dei tre che l'attrice accettava.

Quando il marito fu trasferito a Parigi come medico della Croce Rossa Americana, la Colemann lo seguì, e in questa città incontrò Francis Derwent Wood, fondatore a Londra del Dipartimento di Maschere per visi sfigurati, e con la sua collaborazione e quella di Jane Poupelet,[3] aprì a Parigi una analoga struttura, denominandola Studio per le maschere-ritratto. Lo studio e la ricerca del migliore modo in cui migliorare le condizioni di vita dei soldati sfigurati durante il primo conflitto mondiale la occuperà per tutto il resto della sua vita.

 
Anna Coleman Ladd al lavoro su una sua maschera indossata da un soldato mutilato

La guerra aveva lasciato un gran numero di soldati gravemente mutilati e sfigurati nel volto dalle esplosioni, impossibilitati a riprendere una vita sociale[4] a causa del ribrezzo suscitato dai volti deturpati. La Coleman studiava il volto danneggiato, ne faceva un calco in gesso, argilla o plastilina dal quale modellava, anche utilizzando le foto ricordo precedenti la mutilazione, una maschera su misura in rame zincato che veniva successivamente dipinta con un colore il più possibile simile alla pelle del soggetto, così che potesse venire indossata come protesi, fissandola con lacci o agli occhiali[5].

Le protesi fisse, grazie al loro alto grado di verosimiglianza nel ricreare la fisionomia dei reduci, seppure nel limite della loro espressività, permisero di ridare dignità a centinaia di sfortunati giovani.

Per il suo disinteressato impegno e per il valore etico e sociale della sua opera, le fu conferita la Legion d'Onore dallo Stato francese[6].

Nel 1936 Anna ritornò con il marito a Boston, ove continuò a lavorare allo studio del ritratto nella scultura, fino alla morte avvenuta nel 1939.

Note modifica

  1. ^ Anna Coleman Ladd la scltrice che restituì un viso ai mutilati della prima guerra mondiale, su vanillamagazine.it, vanilla magazine. URL consultato il 13 ottobre 2017.
  2. ^ The Candid Adventurer, Houghton Mifflin, 1913. URL consultato il 13 ottobre.
  3. ^ (FR) Sculpter les visages, su radiofrance.fr, 24 ottobre 2021. URL consultato il 12 gennaio 2023.
  4. ^ Le maschere di Anna Coleman Ladd, su bookandnegative.com. URL consultato il 13 ottobre 2017.
  5. ^   Gilbert KANTIN, Anna Coleman Ladd's Studio for Portrait Masks in Paris, su YouTube.
  6. ^ Anna Coleman Ladd e le sue maschere, su ilgiornaleditalia.org, Il giornale d'Italia. URL consultato il 13 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2017).

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN37818295 · ISNI (EN0000 0000 8219 2632 · Europeana agent/base/13580 · ULAN (EN500091758 · LCCN (ENn88277513 · GND (DE123150523 · WorldCat Identities (ENlccn-n88277513