Völkischer Kampfring Südtirols

Il Völkischer Kampfring Südtirols (VKS - letteralmente, in tedesco, "Circolo combattente popolare del Tirolo meridionale" o anche "Fronte patriottico sudtirolese"[1]) fu una organizzazione di ispirazione nazista attiva in Alto Adige, fondata nel 1933[2] da Peter Hofer (il futuro prefetto di Bolzano all'epoca dell'occupazione della Zona d'operazioni delle Prealpi), che sosteneva l'annessione dell'Alto Adige alla Germania.[3] Tra gli attivisti del VKS figura anche Karl Nicolussi-Leck, propugnatore del nazionalsocialismo in Alto Adige e ufficiale delle Waffen-SS durante la seconda guerra mondiale[4].

Peter Hofer a sinistra in borghese

Storia modifica

Il VKS nacque dall'unione di piccoli gruppi giovanili (tra cui molti studenti), nel 1928 clandestini, nati per proteggere e diffondere la cultura tedesca, allora bandita dal fascismo.[1] Il suo obiettivo era di riunificare tutte le popolazioni di lingua tedesca in un unico impero e il suo credo era la totale obbedienza al Führer.[1] Adolf Hitler venne visto infatti dai cittadini di lingua tedesca come il possibile liberatore dal fascismo e dalla sua italianizzazione forzata.[5] Inizialmente però, nonostante la grande influenza ideologica, non vi furono alcun tipo di rapporti ufficiali fra il VKS e la NSDAP, il partito di Hitler.[1]

Il VKS decise ben presto di espandersi in diverse sezioni nel territorio sudtirolese; furono quindi aperte sezioni a Bressanone, Merano, Val Venosta, Vipiteno, Val Pusteria, Bassa Atesina e Oltradige.[1]

La repressione fascista in Alto Adige si acuì nel 1932, anche contro l'insegnamento del tedesco.[1] Fu così che nel 1935 il VKS istituì la Notschule (le "scuola d'emergenza"), una scuola segreta in lingua tedesca (ufficialmente vietata sotto il fascismo), che si aggiunse alla Katakombenschule (le "scuola delle catacombe") di matrice cattolica. Iniziò così die illegale Zeit, ovvero l'"epoca illegale", che si protrasse fino al 1939. Già nel 1935 il canonico Michael Gamper, uno dei sostenitori del VKS, decise di allontanarsi da tale circolo, tanto da divenirne un oppositore ed essere ricercato dai nazisti dieci anni dopo.[1]

Nel febbraio 1930 l'allora cancelliere austriaco, Engelbert Dollfuss (in seguito assassinato dai nazisti), firmò un accordo con il governo fascista, con il quale, in cambio dell'esonero del pagamento delle riparazioni di guerra, l'Austria si impegnava a non interferire nella questione sudtirolese. Tale notizia venne appresa con grande sconforto, sia dal VKS che dalla popolazione, speranzosa nell'ex patria.[1] Neanche Hitler diede soddisfazione alle aspirazioni di riunificazione delle popolazioni di lingua tedesca e preferì assicurarsi l'appoggio di Mussolini per l'annessione dell'Austria nel 1938 rinunciando in cambio a rivendicazioni sull'Alto Adige.[6]

Nel 1937 Berlino decise di unire il Völkischer Kampfring Südtirols con il Deutscher Verband, per formare il Deutsche Volksgruppe Südtirol. Tale unione non durò troppo a lungo a causa di divergenze di vedute, e nel 1939 il VKS e il DV si separarono e si ritrovarono su fronti opposti.[1] Nel maggio 1939 il VKS, inizialmente assieme al Deutscher Verband, aveva ancora espresso parere contrario alle Opzioni in Alto Adige previste dall'accordo Hitler-Mussolini. Nel luglio dello stesso anno vi fu però un totale voltafaccia del VKS, che da allora appoggiò fortemente le opzioni e animò la popolazione tedesca all'emigrazione verso il Terzo Reich.[1]

Il 30 gennaio 1940 il VKS fu trasformato da Peter Hofer nella Arbeitsgemeinschaft der Optanten für Deutschland ("Associazione degli optanti per la Germania").

Nel corso degli anni 40, il VKS aiutò la Germania nazista effettuando servizi fotografici e attività di spionaggio per quanto riguarda la costruzione delle opere difensive del Vallo alpino in Alto Adige.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j Lilli Gruber, Eredità - Una storia della mia famiglia tra l'Impero e il fascismo, Xª ed., Milano, Rizzoli, 2012, p. 355, ISBN 978-88-17-04537-7.
  2. ^ Tirolesi, italiani, trentini: tre diversi approcci ad un unico territorio, su legnostorto.com, URL visitato il 25 feb 2010. URL consultato il 25 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2012). "Come scriveva Giuseppe Mastromattei, nuovo prefetto, sin dal 29 novembre 1933: il movimento hitleriano ha guadagnato a poco a poco alla propria causa l'elemento pangermanista della Provincia e non pochi giovani, particolarmente studenti."
  3. ^ Tirolesi, italiani, trentini: tre diversi approcci ad un unico territorio, su legnostorto.com, URL visitato il 16 feb 2010. URL consultato il 25 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2012). "Fu fatta un'intensa opera di propaganda, richiamandosi al pangermanesimo (sin dal 1933 si era costituito clandestinamente il Völkischer Kampfring Südtirol, che predicava l'annessione alla Germania)."
  4. ^ Gerald Steinacher, Ausgrenzung in die Wirtschaft? Karrieren von Südtiroler Nationalsozialisten nach 1945, in Hannes Obermair et al. (eds.), Regionale Zivilgesellschaft in Bewegung - Cittadini innanzi tutto, Vienna-Bolzano, Folio Verlag, 2012, ISBN 978-3-85256-618-4, pp. 272–285.
  5. ^ Storia dell'Alto Adige - Dal 1914 al 1945- su www.altoadige-suedtirol.it, su altoadige-suedtirol.it, URL visitato il 25 feb 2010. URL consultato il 25 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2010).
  6. ^ L'Alto Adige dopo il 1918 - Le opzioni, su giovani.consiglio-bz.org, URL visitato il 25 feb 2010. URL consultato il 25 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2013).

Bibliografia modifica

  • (DE) Veronika Mittermair, Von der Illegalität zur Macht: soziale Merkmale des Völkischen Kampfringes Südtirols und der Arbeitsgemeinschaft für Optanten, in «Zeitgeschichte», 22, 1995, pp. 211–222.
  • (DEIT) Hannes Obermair, "Grossdeutschland ruft!" Südtiroler NS-Optionspropaganda und völkische Sozialisation – "La Grande Germania chiamaǃ" La propaganda nazionalsocialista sulle Opzioni in Alto Adige e la socializzazione 'völkisch', Castel Tirolo, Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano, 2020, ISBN 978-88-95523-35-4. - 2ª ediz. ampliata, 2021, ISBN 978-88-95523-36-1.
  • (DE) Michael Wedekind, Die nationalsozialistische Volksgruppenorganisation in Südtirol (1933–1945), in Museo Storico in Trento (a cura di), Die Region Trentino-Südtirol im 20. Jahrhundert, vol. I, Politik und Institutionen, Trento, 2007, pp. 401–434.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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