Artemidoro di Cnido

filosofo e scrittore greco antico
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Artemidoro di Cnido (in greco: Ἀρτεμίδωρος Κνίδιος) (Cnido, I secolo a.C. – dopo il 44 a.C.) è stato un filosofo e scrittore greco antico, attivo a Roma.

Biografia modifica

Figlio di Teopompo di Cnido, autore di una raccolta di favole mitologiche. Dopo essersi trasferito a Roma da Cnido, probabilmente agli inizi del I secolo a.C., fu studioso e insegnante di filosofia, lingua e letteratura greca[1]. Probabilmente era legato al cosiddetto "circolo di Bruto"[2]. Secondo Appiano fu uno dei più intimi amici di Gaio Giulio Cesare tanto che quest'ultimo avrebbe proclamato la libertà di Cnido proprio in suo onore. Nella città si troverebbe un'iscrizione che lo ricorderebbe[3]. Secondo Plutarco Artemidoro avrebbe provato inutilmente a sventare la congiura delle idi di Marzo, avvisando Cesare dell'imminente pericolo: Plutarco riporta infatti che, poco prima di essere ucciso, Cesare prese dalle mani di Artemidoro una lettera che denunciava e documentava la congiura: la lettera non sarebbe stata mai letta, in quanto Cesare avrebbe rimandato la sua lettura ad un momento più tranquillo (in quanto era schiacciato dalla folla e dalla calca). Secondo Appiano invece, Artemidoro sarebbe giunto nella curia troppo tardi[4][5].

Note modifica

  1. ^ Sunelweb, su sunelweb.net. URL consultato il 1º giugno 2016.
  2. ^ (EN) Luciano Canfora, Julius Caesar: The Life and Times of the People's Dictator, University of California Press, 1º gennaio 2007, ISBN 9780520235021. URL consultato il 1º giugno 2016.
  3. ^ (EN) William John Hamilton, Researches in Asia Minor, Pontus and Armenia, Georg Olms Verlag, 1º gennaio 1984, ISBN 9783487413211. URL consultato il 1º giugno 2016.
  4. ^ Appiano di Alessandria, I 118, in Bellum Civile.
  5. ^ Plutarco, 65, in Vite Parallele - Vita di Alessandro e Cesare.

Bibliografia modifica