Aulo Postumio Tuberto
Aulo Postumio Tuberto | |
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Dittatore della Repubblica romana
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Dittatura | 431 a.C. |
Aulo Postumio Tuberto (Roma, ... – ...) genero di Tito Quinzio Peno Cincinnato.
DittaturaModifica
Nel 431, durante il consolato di Gneo Giulio Mentone e di Tito Quinzio Peno Cincinnato i Volsci e gli Equi attaccarono nuovamente i romani e si accamparono sul Monte Algido. Il senato, temendo il disaccordo tra i due consoli, decise affidare la campagna militare ad un dittatore, la cui scelta fu affidata a Peno Cincinnato, che scelse Aulo Postumio Tuberto, suo genero, che aveva fama di comandante severo e risoluto.
Postumio, dopo aver nominato Lucio Giulio Iullo Magister equitum, affidò la difesa della città a Gneo Iulio, ed il comando di uno dei due eserciti romani a Peno Cincinnato; così disposti i romani mossero contro i nemici sconfiggendoli sonoramente.[1]
«Così alla fine venne conquistato anche l'accampamento e tutti i nemici, eccetto i senatori, furono venduti come schiavi. Fu restituito a Latini ed Ernici quella parte del bottino che riconobbero come loro, l'altra parte il dittatore la vendette all'asta. Lasciato il console a capo dell'accampamento, il dittatore tornò poi in trionfo a Roma dove rinunciò alla dittatura.» |
(Tito Livio,Ab Urbe condita, IV, 2, 29) |
NoteModifica
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