Bhang (gastronomia)

sostanza psicoattiva

Il bhang (in hindī भांग ovvero "cannabis") è una bevanda indiana a base di cannabis, miele e spezie.[1][2]

Bhang
Varie fasi della preparazione del bhang. In basso a destra vi è il prodotto finito.
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'India India
DiffusioneDiffusa in tutta l'India.
Dettagli
Categoriabevanda
Ingredienti principali
  • marijuana
  • miele
  • spezie
Variantilassi bhang, bhang thandai

Storia modifica

Il bhang veniva bevuto già da prima del 1000 d.C., all'epoca dell'India antica, per accompagnare altri cibi e bevande.[3]

Nel suo Colóquios dos simples e drogas da India (1563), Garcia de Orta, un medico ebreo portoghese stanziato a Goa, dedicò ampio spazio al bangue e descrisse l'uso ricreativo che ne facevano il sultano Bahadur Shah del Gujarat e molti portoghesi giunti in India. L'autore rifiuta esplicitamente l'idea che la pianta indiana da cui si ricava il bangue sia la stessa della pianta di canapa europea (alcanave).

Nel 1596, l'olandese Jan Huygen van Linschoten scrisse tre pagine sul bangue in un'opera che documentava i suoi viaggi in Oriente, menzionando anche l'hashish egiziano, il boza e il bernavi turchi e il bursj arabo.[4] Nonostante questi resoconti, lo storico contemporaneo Richard Davenport-Hines afferma che il primo occidentale a documentare l'uso del bhang fu Thomas Bowrey, un avventuriero britannico vissuto fra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo.[5]

Oggi il bhang è reperibile in molti punti vendita dell'India, ove si possono anche acquistare varianti come il bhang lassi e il bhang thandai, e viene consumato durante le celebrazioni primaverili dell'Holi.[6][7]

Legalità modifica

La convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 fu il primo trattato internazionale ad aver menzionato la cannabis (o la marijuana) insieme ad altre droghe pesanti e impose un divieto generale sulla loro produzione e fornitura, tranne per scopi medicinali e di ricerca.[8] Tuttavia, dal momento che il bhang ha da sempre svolto un ruolo importante nella cultura e nelle pratiche spirituali dell'India, ciò impedì di criminalizzare del tutto la droga con cui si prepara la celebre bevanda. Oggi la coltivazione della marijuana viene regolata dal governo mentre la canapa industriale rimane legale in Uttarakhand.[9]

Note modifica

  1. ^ (EN) Anthony R. Torkelson, The Cross Name Index to Medicinal Plants, Four Volume Set, Volume 1, CRC, 1995, p. 1674.
  2. ^ Steven Wishnia, La cannabis. Proprietà, storia, impieghi, folklore, Gremese, 2004, p. 150.
  3. ^ (EN) The Bhang Lassi Is How Hindus Drink Themselves High for Shiva, su vice.com. URL consultato il 1º agosto 2019.
  4. ^ (EN) Arthur Coke Burnell, Tiele Burnell, The voyage of John Huyghen van Linschoten to the East Indies, Hakluyt Society, 1885, pp. 115-7.
  5. ^ (EN) Rihard Davenport-Hines, The Pursuit of Oblivion: a global history of narcotics 1500—2000, Weidenfeld & Nicolson, 2001, pp. 1-2.
  6. ^ (EN) Right kick for day-long masti, su timesofindia.indiatimes.com. URL consultato il 1º agosto 2019.
  7. ^ (EN) Holi 2014: Festival Of Colors Celebrates Spring (SONGS, PHOTOS), su huffpost.com. URL consultato il 1º agosto 2019.
  8. ^ (EN) Recreational use of marijuana: Of highs and laws, su timesofindia.indiatimes.com. URL consultato il 1º agosto 2019.
  9. ^ (EN) Cannabis cultivation is now legal in Uttarakhand, su thehindubusinessline.com. URL consultato il 1º agosto 2019.

Bibliografia modifica

  • (EN) David T. Courtwright, Forces of Habit, Harvard University, 2009.

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