C/2006 W3 Christensen

cometa

La Cometa Christensen, formalmente indicata come C/2006 W3 (Christensen), è una cometa di lungo periodo del Sistema solare. È stata scoperta il 18 novembre 2006 da Eric J. Christensen nel corso del progetto di ricerca di comete ed asteroidi denominato Catalina Sky Survey.

Cometa
C/2006 W3 (Christensen)
La cometa C/2006 W3 (Christensen) il 25 giugno 2009.
Stella madreSole
Scoperta18 novembre 2006
ScopritoreEric J. Christensen[1]
Parametri orbitali
(all'epoca 2454902,5
12 marzo 2009[2])
Semiasse maggiore17989,5 UA
Perielio3,126 UA
Afelio35975,8 UA
Periodo orbitale2412879,45 anni
Inclinazione orbitale127,075°
Eccentricità0,999826
Longitudine del
nodo ascendente
113,571°
Argom. del perielio133,515°
Par. Tisserand (TJ)-1.321 (calcolato)
Ultimo perielio6 luglio 2009
MOID da Terra2,299 UA
Dati osservativi
Magnitudine app.8[3] (max)
Magnitudine ass.8,2
Magnitudine ass.6,7 (totale)

Nonostante la grande distanza dal Sole mantenuta nel corso di tutta l'apparizione (al perielio la cometa ha raggiunto circa le 3 UA dal Sole), il nucleo ha manifestato un'intensa attività.[4]

Storia osservativa modifica

 
La Cometa Christensen il 29 marzo 2009.

La cometa è stata scoperta il 18 novembre 2006 da Eric J. Christensen con un telescopio Schmidt di 0,68 m di diametro. Appariva come un oggetto della 18ª magnitudine e manifestava già una tenue chioma, leggermente allungata.[1] Nei giorni subito seguenti, altri astronomi hanno ripetuto le osservazioni, confermandone la natura cometaria. Non risultò possibile tuttavia individuare una coda.[1][5] Si trovava allora a circa 8 UA dal Sole (più prossima all'orbita di Saturno che a quella di Giove).

La luminosità della cometa è aumentata al trascorrere del tempo. Nel corso del 2007 è passata dalla 18ª alla 16ª magnitudine. Nel corso del 2008 l'incremento di luminosità è stato più repentino e alla fine dell'anno, la cometa aveva raggiunto l'11ª magnitudine. All'approssimarsi del transito per il perielio, avvenuto il 6 luglio 2009, la cometa ha raggiunto l'8ª magnitudine.[3] Successivamente ha iniziato a percorrere il ramo discendente della curva di luminosità affievolendosi sempre più mentre si allontanerà nel suo viaggio verso le profondità del Sistema solare esterno.

Nel periodo compreso tra il 1º e l'8 novembre 2009, la Cometa Christensen è stata osservata con l'Herschel Space Observatory. Obiettivo delle ricerche era individuare il comportamento manifestato dalle comete a grande distanza dal Sole. Analisi precedenti avevano indicato che la produzione di una chioma era associata alla sublimazione di "ghiacci ipervolatili" come CO e CO2 oppure al rilascio di materiale gassoso intrappolato nel ghiaccio d'acqua e liberato in seguito alla riorganizzazione di questo nella forma cristallina.[4] La Cometa Christensen ha manifestato un nucleo particolarmente attivo, che ha prodotto una densa chioma nonostante la grande distanza mantenuta dal Sole.[4] I dati raccolti indicano che questa attività è consistita soprattutto nel rilascio di CO (che ha ecceduto di almeno il 220% la produzione di vapore acqueo).[4]

Orbita modifica

 
La Cometa Christensen ripresa dal Wide-field Infrared Survey Explorer nell'aprile del 2010.

La Cometa Christensen percorre un'orbita retrograda altamente eccentrica, inclinata di circa 127° rispetto al piano dell'eclittica. Il perielio è stato raggiunto il 6 luglio 2009, ad una distanza di circa 3 UA dal Sole. Il nodo discendente, compreso tra le orbite di Giove e Marte, è stato attraversato a circa 3,5 UA dal Sole.

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Daniel W. E. Green, IAUC 8777: C/2006 W3; C/2006 U7, su cbat.eps.harvard.edu, CBAT, 20 novembre 2006. URL consultato il 25 novembre 2010.
  2. ^ I dati di C/2006 W3 dal sito JPl.
  3. ^ a b (EN) Seiichi Yoshida, C/2006 W3 (Christensen), su aerith.net. URL consultato il 25 novembre 2010.
  4. ^ a b c d (EN) Bockelée-Morvan, D., et al., A study of the distant activity of comet C/2006 W3 (Christensen) with Herschel and ground-based radio telescopes, in Astronomy & Astrophysics, vol. 518, L149, 2010, DOI:10.1051/0004-6361/201014655.
  5. ^ (EN) Brian G. Marsden, M.P.E.C. 2006-W42, su minorplanetcenter.org, Minor Planet Center (MPC), 20 novembre 2006. URL consultato il 25 novembre 2010.

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