Cacciamali Urby

modello di minibus italiano
Cacciamali Urby

Un Cacciamali Urby di ZET in servizio a Zagabria
Descrizione generale
Costruttore Bandiera dell'Italia  Cacciamali
Tipo Minibus
Allestimento urbano
Produzione dal 2005 al 2017
Altre caratteristiche
Dimensioni e pesi
Lunghezza 7,5 m
Larghezza 2,2 m
Altezza 3,2 m
Massa a vuoto 7,2 t
Altro
Della stessa famiglia Cacciamali Thesi
Iveco Daily

Un Kapena Urby

Il Cacciamali Urby (noto anche come Kapena Urby) è stato un minibus urbano italiano prodotto da Cacciamali tra il 2005 e il 2017.

La produzione è avvenuta nello stabilimento Cacciamali di Mairano, in Italia, e su licenza nello stabilimento Kapena di Słupsk, in Polonia.

Storia modifica

L'Urby è stato progettato da Cacciamali basandosi sul Thesi, scuolabus a sua volta basato sul telaio dell'Iveco Daily, ed è stato prodotto a partire dal 2005 nello stabilimento di Mairano, in provincia di Brescia.

A partire dal 2010 la produzione è stata spostata nello stabilimento della polacca Kapena a Słupsk, per poi interrompersi definitivamente nel 2017 a causa del fallimento della società.

Tecnica modifica

L'Urby è equipaggiato con un motore Iveco F1CE3481 EEV, rispettante gli standard Euro 5, posto longitudinalmente nella parte anteriore del veicolo, con una cilindrata di 2 998 cm3. Il cambio può essere manuale a 6 marce di tipo ZF 6AS400, o automatico.

Caratteristiche modifica

  • Lunghezza: 7,450 m
  • Larghezza: 2,160 m
  • Altezza: 3,150 m
  • Alimentazione: gasolio (Euro 5), GNC
  • Allestimento: urbano

Diffusione modifica

Nel 2009, ATAC ha noleggiato sette esemplari alimentati a gas naturale compresso da Giovi s.r.l., poi radiati nel 2017[1].

Alcuni esemplari, sempre nel 2009, sono stati acquistati da ZET (Zagabria).[senza fonte]

Nel 2008, due esemplari sono stati inseriti nella flotta di Brescia Trasporti. Nel 2017 sono stati prestati ad APAM[senza fonte].

Note modifica

  1. ^ Francesco Alessandri, Linee 34-087-089 semi-sospese. ATAC non rinnova contratto per minibus?, in Trasporti Pubblici Romani, 2 gennaio 2017. URL consultato il 24 febbraio 2020.

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