La calcimetria è un'analisi chimica per la determinazione del carbonato di calcio (CaCO3) in diversi materiali da costruzione (quali ad esempio: intonaco, malta, tinteggiature, laterizi, pietre calcaree e silicee) o in terreni.

La prova calcimetrica viene effettuata facendo reagire con acido cloridrico il materiale da analizzare.

Lo strumento usato è il calcimetro[1] (costituito essenzialmente da un contenitore in vetro), nel quale viene inserita una quantità nota di campione finemente macinato.
Si aggiunge quindi l'acido cloridrico, il quale attaccando il carbonato di calcio eventualmente presente nel campione sprigiona anidride carbonica, secondo la seguente reazione chimica:[2]

CaCO3 + 2HCl → CO2 + H2O + CaCl2

L'anidride carbonica formata si accumula nella parte alta del calcimetro (che è ben sigillato), per cui la percentuale del carbonato di calcio nel campione può essere calcolata a partire dalla misurazione della quantità di anidride carbonica (espressa in moli). Infatti, come si vede dalla reazione, per ogni mole di CaCO3 reagito si forma una mole di CO2.

Tipologie costruttive

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Esistono varie tipologie costruttive di calcimetri, tra cui:

  • Calcimetro Dietrich-Fruhling[3]
  • Calcimetro De Astis[4]
  • Calcimetro Pizzarelli.

Valori tipici

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Vengono riportati di seguito le percentuali tipiche di carbonato di calcio in alcuni materiali:

  • pietre naturali: fino al 100%
  • laterizi antichi: 20÷25%
  • laterizi moderni: assente.
  1. ^ Dizionario ๑ Calcimetro
  2. ^ le analisi chimico-fisiche
  3. ^ Prove di caratterizzazione tecnologica dell'arenaria di Vicoforte[collegamento interrotto]
  4. ^ Calcimetro De Astis, su galileilivorno.it. URL consultato il 12 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).

Collegamenti esterni

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