Cançó de Santa Fe

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La Cançó (o Cançon) de Santa Fe (pronuncia occitana: [kanˈsu ðe ˈsantɔ ˈfe], pronuncia catalana: [kənˈso ðə ˈsantə ˈfe]), in francese Chanson de sainte Foi d'Agen ed in italiano Canzone di Santa Fede[1], è una poesia agiografica riguardante Santa Fede di Agen, di autore anonimo, che alcuni considerano uno dei più antichi documenti e componimenti poetici scritto in un dialetto catalano o occitano. È costituita di 593 versi ottosillabi, divisa in lasse monorime, il cui numero oscilla da 45 a 55.[2]

L'opera è tramandata da un unico testimone, un manoscritto conservato alla Biblioteca universitaria di Leida dove si eclissò a lungo a causa di un'errata collocazione, venendo riscoperto solo nel 1901 e pubblicato per la prima volta da José Leite de Vasconcelos (in lingua portoghese) nel 1902[3].

Epoca di composizione e origine geografica modifica

Fu scritta da un poeta anonimo tra il 1054 e il 1076, durante il regno di Raimondo Berengario I, Conte di Barcellona.[4][5]

Il luogo della sua composizione è oggetto di controversia. Potrebbe essere stata scritta nella regione intorno a Narbona, oppure provenire dal monastero di Sant Miquel de Cuixà (nel Rossiglione), laddove sono state rinvenute le reliquie pertinenti a Santa Fede o quelle di Sant Martí del Canigó. Nel Rossiglione dell'XI secolo, il nome Fede (Fides) era relativamente comune. Altri suggeriscono, tra le altre regioni, la Provenza, la Cerdagna e il Quercy.

Questione della lingua modifica

La lingua (o il dialetto) in cui è scritto il poema è oggetto di varie ipotesi, sulle quali pesa il fatto che essa fornisce motivi di orgoglio nazionale all'indipendentismo catalano, visto che su di essa si fonda la tesi secondo cui catalano e occitano, la lingua della Francia meridionale, fossero indistinte prima del XIV secolo. Ernst Hoepffner (1926) argomenta che la lingua "non era certamente catalana".[6] Martín de Riquer (1964) concorda sul fatto che "non si può affermare in modo indubitabile la catalanità di questo bellissimo e geniale poema".[7] Aurelio Roncaglia (1961) suggerisce che fosse stata scritta in lingua d'oc (occitano), ma ai margini della Catalogna.[6] Già nel 1581 Claude Fauchet credeva che essa fosse il vieil espagnol, pour le moins cathalan (antico spagnolo, se non altro almeno catalano), ma il manoscritto Fauchet derivava da quello scomparso.[8] Fu scoperto nel 1901 tra i lavori di Ausiàs March nella biblioteca dell'Università di Leiden da José Leite de Vasconcelos. Era stato evidentemente collocato fuori posto nel 1716 in base alla sua erronea identificazione come opera di March del 1562. Nel 1962 J. W. B. Zaal studia il manoscritto di Fauchet e, sulla base delle parole razo espanesca trovate nella Cançó, ne determina la provenienza da un'area culturale trans-pirenaica.[6] La storia del manoscritto fornisce ancor più sostegno alla conclusione secondo cui la lingua della Cançó sia quella di un dialetto più iberico (sì da poter essere stata confusa con il catalano del tardo medioevo).

 
Martirio di Santa Fede in un'illustrazione tardo-medioevale

Struttura e contenuti modifica

La Cançó è una narrazione in versi del martirio di Santa Fede[9] ad Agen (300 circa), il suo supplizio e il castigo che colpì i suoi torturatori: Diocleziano e Massimiano.[10] La poesia è ricalcata principalmente sull'ormai perduta Passio sanctorum Fidis et Caprisii latina, sebbene siano state identificate sette fonti latine, tra cui il De mortibus persecutorum di Lattanzio.

la studiosa Elisabeth Work la divide in due parti distinte: una convenzionale chanson de saint che dura le prime 41 lasse ed è basata sulle fonti tradizionali, e un'originale chanson de felon corrispondente alle otto lasse finali.[11] La prima parte è eloquente e raffinata, mentre la successiva, mediocre, spesso attribuita alla frase a lei francesca, presa a indicare che il poeta stesse componendo alla maniera del lai narrativo scritto in antico francese. Il poeta stesso narra la parte finale con un'aria di disgusto appropriata al contenuto criminoso. Dappertutto, tuttavia, la sua lingua è ortograficamente, lessicalmente e ritmicamente coerente.

In base ai versi finali della sua razó (prologo), la Cançó era popolare nelle regioni di Basconia, Aragona e Guascogna dove la gente poteva affermare la sua verità:

(OC)

«Tota Basconn'et Aragons
e l'encontrada delz gascons
sabon qals es aqist canczons,
o ss'es ben vera•sta razons...[7]»

(IT)

«Tutta Guascogna e Aragona
e la contrada guascona
san qual è questa canzone,
e se sia ver questa ragione.»

Note modifica

  1. ^ Il titolo francese proviene dall'ultima edizione di Antoine Thomas (Parigi, 1925). Ernst Hoepffner e Prosper Alfaric danno La Chanson de sainte Foy nella loro edizione del 1926.
  2. ^ La divisione più accettata è quella di Thomas in 49 lasse (vedi Work, p. 366; Riquer, p. 198).
  3. ^ Romania, t. 31, 1902, pp. 177-200-
  4. ^ Per una breve panoramica della Cançó riguardo alla datazione e alla lingua che la colloca nel contesto della letteratura catalana, vedi: (CA) Martín de Riquer (1964), Història de la Literatura Catalana, vol. 1 (Barcelona: Edicions Ariel), p. 197–200.
  5. ^ Per una visione d'insieme del contenuto dell'opera e un'analisi tematica, vedi: (EN) Elisabeth P. Work (1983), "The Eleventh-Century Song of Saint Fides: An Experiment in Vernacular Eloquence", Romance Philology, 36:3, pp. 366–385.
  6. ^ a b c Riquer, p. 198 n1.
  7. ^ a b Riquer, p. 198.
  8. ^ (EN) Il manoscritto era l'Is. Vossii codex Latinus oct. No. 60. Un catalogo della biblioteca di Fauchet appare in Urban T. Holmes e Maurice L. Radoff (1929), "Claude Fauchet and His Library", Publications of the Modern Language Association, 44:1, pp. 229–242. Vedi p. 238 e nota 39, dove viene classificata sotto la voce "Miscellanea". I compilatori annotano che Fauchet dichiarasse di avere ricevuto il manoscritto da Pierre Pithou. Vedi anche S. W. Bisson (1935), "Manoscritti di Fauchet", The Modern Language Review, 30:3, pp. 311–323.
  9. ^ Venerata in particolar modo a Conques (Aveyron)
    (EN) Frank M. Chambers, An Introduction to Old Provençal Versification, Philadelphia, American Philosophical Society, 1985, p. 9. URL consultato il 5 marzo 2013.
  10. ^ Per la questione riguardante il fatto se la Cançó sia la più antica narrativa in versi in combinazione con la poesia lirica e la danza scritta in una lingua romanza, e il componimento più antico a noi pervenuto della letteratura occitana, vedi l'introduzione di Robèrt Lafont, curato e trad. (1998), "La Chanson de sainte Foi": Texte occitan du XIe siècle (Ginevra: Droz).
  11. ^ Work, p. 366.

Bibliografia modifica

  • (FR) La canzone di Santa Fede d'Agen: poema provenzale dell'XI secolo, edizione basata sul manoscritto di Leida con fac-simile, traduzione, note e glossario di Antoine Thomas, Champion, 1925; riedizione 1974.
  • (FR) La canzone di Santa Fede, Ernest Hoepffner e Prosper Alfaric, Les Belles-Lettres, 1926.
Comprende: T. 1. Fac-simile del manoscritto e testo critico. Introduzione e commenti filologici, di Ernest Hoepffner; T. 2. Traduzione in francese e fonti latine. Introduzione e commento storico di Prosper Alfaric.
  • (FR) La canzone di Santa Fede: testo occitano dell'XI secolo, edito, tradotto, presentato e annotato dar Robert Lafont, Droz, 1998.

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