Casale di Armento è un borgo annoverabile tra le città fantasma in Italia[1]. Situato nella provincia di Potenza, in Basilicata, fu danneggiato dal violento terremoto del 1857 che causò 31 vittime e danni estesi in tutta la regione. La struttura più rappresentativa è il Castello, posto all'estremità sud-est. Denominato come Palazzo Terenzio, è caratterizzato da quattro fasi di vita:

Particolare di una strada del borgo abbandonato del Casale di Armento
  • fase normanno-sveva, databile tra il XII e il XIII secolo, con l'edificazione di una cinta muraria sul lato sud-ovest;
  • fase angioina, inquadrabile cronologicamente nel XIV secolo, con l'innalzamento di una torre;
  • fase aragonese, del XV secolo, con il rifacimento del torrione centrale e la realizzazione di un altro lungo il lato nord-est;
  • ultima fase, collocabile dopo il terremoto del 1857, con l'utilizzo della cosiddetta tecnica delle "civate", contraddistinta da una pietra più grande posta al centro e diversi sassolini collocati intorno).

Note modifica

  1. ^ Tra la Val D'Agri e i Calanchi Racconti di Viaggio tra i Paesi Italiani

Bibliografia modifica

  • Del Lungo S., Lazzari M., Sabia C.A. 2013, Il sentiero del culto tra i luoghi attraverso i secoli. Guida escursionistica, Zaccara Editore, Lagonegro (PZ)
  • Del Lungo S., Lazzari M., Sabia C.A. 2014 (a cura di), Nicola Villone, Armento. Origine, etimologia, istoria, archeologia, numismatica, costituzione topografica e corografica, Tecnostampa, Marsicovetere (PZ)
  • C. Zotta, F.T. Gizzi, M.R. Potenza (2015). Il terremoto del 16 dicembre 1857 in Basilicata: analisi del danno nei centri urbani, in Salvaguardia, Conservazione e Sicurezza del Patrimonio Culturale. Nuove metodologie e tecnologie operative, a cura di Gizzi F.T.; Masini, N. Zaccara Editore, Lagonegro (PZ), pp. 285-298. ISBN 978-88-995-2000-7
  • Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G., Sgattoni G., Valensise G. (2018) - CFTI5Med, Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (461 a.C.-1997) e nell'area Mediterranea (760 a.C.-1500). Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). DOI10.6092/ingv.it-cfti5
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