Castello di Husum

castello in Germania

Il castello di Husum (in tedesco: Schloss vor Husum, letteralmente: "castello di fronte a Husum") è uno storico edificio in stile rinascimentale olandese[1][2] della cittadina tedesca di Husum, nello Schleswig-Holstein (Germania nord-occidentale), costruito tra il 1577 e il 1582 per volere del duca Adolf von Schleswig-Holstein-Gottorf.[1][2][3][4][5]

Castello di Husum
(DE) Schloss vor Husum
Localizzazione
StatoBandiera della Germania Germania
LandSchleswig-Holstein
LocalitàHusum
IndirizzoKönig-Friedrich-V.-Allee
Coordinate54°28′47.64″N 9°02′59.35″E / 54.4799°N 9.04982°E54.4799; 9.04982
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1577-1582
Husum: il castello
Ingresso del castello
La facciata principale del castello

L'edificio è un importante centro culturale, che ospita varie manifestazioni, quali il festival Raritäten der Klaviermusik ("rarità della musica per pianoforte") e Liedkunst ("arte della canzone").

Storia modifica

Adolf von Schleswig-Holstein-Gottdorf, discendente die reali di Svezia e degli zar di Russia[2], fece costruire l'edificio nel 1577[1][2][3][4][5] come propria residenza temporanea durante la sua permanenza nella costa occidentale.[1][3]

L'edificio venne costruito al di fuori dei confini della città di Husum (da cui la dicitura vor Husum, "di fronte a Husum").[5] La costruzione del castello durò 5 anni.[1][2][3][4][5]

Nel corso del XVII secolo, risiedettero nel castello due vedove, la duchessa Augusta di Danimarca, sorella di Cristiano IV di Danimarca, e la duchessa Maria Elisabetta di Sassonia, vedova del duca Federico III (a partire dal 1660)[1][2][3] In quel periodo, il castello divenne un importante luogo di ritrovo culturale[1] e gli interni furono abbelliti con l'aggiunta nell'arredamento di camini e di mobili sfarzosi; fu realizzata anche una piccola cappella.[1][2]

In seguito, dopo la morte di Maria Elisabetta, avvenuta nel 1684, il castello rimase per molto tempo disabitato e cadde progressivamente in rovina[1][4], tanto che nel corso del XVIII secolo ne venne chiesta la demolizione.[2] Fu invece intrapresa un'opera di restauro, che iniziò nel 1750 e che durò due anni.[2]

In seguito, a partire dal 1752 il castello venne utilizzato a scopi amministrativi.[5] Quarant'anni dopo, fu parzialmente demolita la torre principale, ormai in stato di rovina.[5]

Nel corso del XIX secolo, erano frequenti le visite del castello da parte dei reali danesi.[5] Sempre el corso del XIX secolo nacquero nel castello di Husum anche alcune celebrità, come Charlotte von Krogh (1827-1913), futura pittrice, e la duchessa Franziska zu Reventlow (1871-1918), futura scrittrice, pittrice e traduttrice.[1] Inoltre, nell'ala meridionale del castello lavorò come impiegato dal 1867 al 1899 lo scrittore Theodor Storm.[1][5]

Nel 1918, il castello divenne di proprietà del circondario di Husum.[5]

Nel 1973, fu intrapresa un'opera di restauro con lo scopo di riportare il castello al suo aspetto originale.[5]

Architettura modifica

Il castello si trova lungo la König-Friedrich-V.-Allee.[4]

Esterni modifica

Il castello è caratterizzato da una alta torre centrale, da due torri angolari e da quattro torrette decorate in rame.[1]

L'edificio è circondato da un parco dove crescono dei crocus.[1]

Interni modifica

Gli interni del castello sono arredati con vari dipinti di vari artisti e di epoche diverse (dal XVII al XIX secolo), tra i quali figura Jürgen Ovens.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n (DE) Schloss vor Husum - Gestern & Heute, su Nord-Friesland. URL consultato il 27 dicembre 2020.
  2. ^ a b c d e f g h i (DE) Schloss vor Husum - Historie, su Museumverbund Nord-Friesland. URL consultato il 27 dicembre 2020.
  3. ^ a b c d e (DE) Schloss vor Husum, su Husum Tourismus. URL consultato il 27 dicembre 2020.
  4. ^ a b c d e (DE) Schloss vor Husum, su Museum Schleswig-Holstein. URL consultato il 27 dicembre 2020.
  5. ^ a b c d e f g h i j (DE) Petersen, Stefan, Schloss vor Husum - Residenz an der Westküste, in Husumer Nachrichten, 28 novembre 2016. URL consultato il 26 dicembre 2020.

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