Cathode Mamma

album dei Krisma del 1980
Disambiguazione – Se stai cercando il singolo omonimo, vedi Cathode Mamma/Rrock.

Cathode Mamma è il terzo album in studio del duo musicale italiano Krisma, pubblicato nel 1980.[1]

Cathode Mamma
album in studio
ArtistaKrisma
Pubblicazione1980
Durata34:08
Dischi1
Tracce8
GenereElettropop
Synth pop
EtichettaPolydor
ProduttoreJack Lancaster, Maurizio Arcieri
RegistrazioneTrident Studio, Londra
FormatiLP, MC, CD
Krisma - cronologia
Album precedente
(1979)
Singoli
  1. Many Kisses
    Pubblicato: 1980
  2. Cathode Mamma
    Pubblicato: 1980

Descrizione modifica

Nel 1980 i Chrisma si ribattezzano Krisma e pubblicano l'album Cathode Mamma con cui si concretizza la loro svolta elettro-pop, anche grazie al temporaneo ingresso nella formazione di Hans Zimmer come tastierista, già produttore degli Ultravox e dei Buggles e all'epoca turnista dei Trident Studios,[2] che tuttavia lascerà presto la formazione non amando l'attività dal vivo.[3][4]

Cathode Mamma è considerato il disco di maggior successo dei Krisma.[2] L'album è un concept sulle arti visive diffuse in quegli anni, una sorta di apocalisse dovuta all'influenza della televisione nella società contemporanea.[2] L'album rappresenta una virata della loro attitudine maggiormente verso il synth pop, distaccandosi così dalle atmosfere metropolitane ed elettriche del precedente album.[3] Per questo motivo alle chitarre elettriche vengono preferiti due bassi elettrici, affidati a John Perry e Riccardo "Ricky" Persy, quest'ultimo componente del gruppo punk triestino Revolver.[2] Per l'album inoltre i Krisma abbandonano il precedente team e gli studi Nemo dei fratelli Pathanassiou, trasferendosi agli studi Trident, sempre di Londra, e scegliendo come nuovo produttore Jack Lancaster.[2] Cathode Mamma è il punto d'arrivo del percorso iniziato da Maurizio e Christina tre anni prima e che li ha portati a essere non semplicemente uno dei tanti gruppi italiani che imitano un modello estero, ma un autentico appartenente al movimento new wave europeo.[3]

L'album viene pubblicato dalla Polydor nel 1980 per il mercato italiano e francese in formato LP e musicassetta. La prima edizione del disco conteneva degli adesivi con l'impronta di rossetto di Christina, ricordo del gesto che compiva durante i concerti: lanciare dei "baci" impressi su delle cartine di sigaretta al suo pubblico ai concerti.[2] L'unica ristampa dell'album viene prodotta nel 2007, sempre dalla Polydor, in formato CD. Esiste inoltre un'edizione "pirata" della cassetta, su etichetta King.

Dall'album vengono estratti due singoli: Many Kisses e Cathode Mamma, con cui i Krisma ottengono la consacrazione commerciale.[5][3] In particolare il primo singolo si rivela una delle hit dell'anno e la loro più grande hit, entrando in classifica in tutta Europa poco prima dell'estate del 1980 e arrivando a vendere un milione di copie.[4][2]

Tracce modifica

  1. Many Kisses (Tirana Love Lunch) – 3:34
  2. Telegram – 5:11
  3. Peggy Guggenheim – 4:15
  4. Cathode Mamma – 3:48
  5. White Knife – 4:55
  6. Rrock – 4:26
  7. Rien Ne Va Plus – 3:31
  8. Last Chance To See Man – 4:28

Durata totale: 34:08

Crediti modifica

Musicisti modifica

Personale tecnico modifica

  • Maurizio Arcieri - produzione discografica
  • Chris Stone - ingegneria del suono
  • Jack Lancaster - produzione discografica, ingegneria del suono
  • Mario Convertino - grafica di copertina
  • Karim/Gallo - fotografia

Edizioni modifica

  • 1980 - Cathode Mamma (Polydor, 2448 110, LP, Italia)
  • 1980 - Cathode Mamma (Polydor, 3172 110, MC, Italia)
  • 1980 - Cathode Mamma (Polydor, 2480 580, LP, Francia)
  • 2007 - Cathode Mamma (Polydor, 1748798, CD, Italia)

Note modifica

  1. ^ Federico Guglielmi, Rock (non in) italiano: 50 album fondamentali, in Mucchio Extra, n. 38, Stemax Coop, estate 2012.
  2. ^ a b c d e f g Joyello Triolo, 2011.
  3. ^ a b c d Marco Bercella, Krisma. Il duo del pop sintetico, su OndaRock. URL consultato il 12 ottobre 2019.
  4. ^ a b Luca Divelti, I Krisma, pionieri italiani della new wave, su Auralcrave, 8 agosto 2017. URL consultato il 17 ottobre 2019.
  5. ^ Cesare Rizzi, 1993, p. 493.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica