Caveat emptor

espressione latina

L'espressione latina caveat emptor significa "Stia in guardia il compratore!". È composta dal verbo caveo, coniugato al congiuntivo, nonché declinato alla terza persona singolare e usato in forma esortativa e impersonale, e dal sostantivo della III declinazione, volto al nominativo, emptor, "compratore".

Origine della locuzione modifica

Nato in tempi in cui non vi era nessuna protezione legislativa rivolta agli attori economici, questo modo di dire è rimasto attuale nel corso dei secoli: sebbene il diritto, attraverso la disciplina della concorrenza sleale, abbia emesso delle regole che vietano tutti i comportamenti decettivi (volti cioè a ingannare il pubblico) e disonesti (contrari ai principi di buona fede, lealtà e onestà), è buona abitudine ancora oggi porre attenzione al momento dell'acquisto di ogni bene o servizio; in particolare si dovrebbe prestare maggiore attenzione durante le occasioni d'acquisto più particolari e meno frequenti, quando cioè si compra un bene molto costoso o che esula dai quotidiani comportamenti di consumo.

L'espressione è divenuta un brocardo contenente la massima che richiede diligenza al compratore nell'accertarsi di cosa effettivamente vada acquistando e apre al concetto dell'incauto acquisto. Per quanto riguarda il commercio internazionale vige la presunzione di competenza professionale degli operatori economici: prevale quindi il principio del caveat emptor (come nei sistemi della Common law) rispetto alla tutela del contraente debole.

Nella cultura popolare modifica

  • Nel film Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, la frase è utilizzata in un affare tra delinquenti, in una delle prime scene del film.
  • Nell'episodio L'ultimo avamposto, il quinto della prima stagione della serie televisiva Star Trek: The Next Generation, il personaggio Data cita l'espressione.
  • Nell'episodio Le fiamme di Pompei, il secondo della quarta stagione della serie televisiva Doctor Who, il decimo Dottore la utilizza in un discorso con un pompeiano.
  • Nell'episodio Non è stato semplice, l'undicesimo della prima stagione della serie televisiva For Life, l'espressione viene utilizza dalla giudice durante una udienza.
  • Nel romanzo Cose preziose di Stephen King, l'espressione viene usata più volte da Leland Gaunt in riferimento alla politica del suo negozio.
  • Nel romanzo Ubik di Philip K. Dick, l'espressione è tatuata sull'avambraccio di Pat Conley.
  • Nel romanzo Le vite di Dubin di Bernard Malamud l'espressione è utilizzata in un dialogo tra il protagonista e la giovane donna che irrompe nella sua vita, per sottolineare il turbamento esercitato sul cinquantenne biografo dalla disinibita Fanny.
  • Nel videogioco Borderlands 2, l'espressione viene più volte ripetuta da Marcus Kincaid[1], uno dei personaggi.
  • Nel brano musicale Roulette Dares (The Haunt Of) della band The Mars Volta, viene utilizzata questa espressione .
  • Nel romanzo L'assassinio del commendatore, la frase viene approfondita per sottolineare l’assenza di morale congenita alle cose.
  • Nella pellicola Eterna ossessione (titolo originale: The Wrong Wedding Planner), l'investigatrice Jones pronuncia la locuzione rivolgendosi ad Ashley.

Note modifica

  1. ^ Marcus Kincaid, su borderlands.wikia.com. URL consultato il 23 agosto 2016.

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