La "chambre de bonne" (la traduzione letterale in italiano suonerebbe come "camera della domestica [tuttofare]") è un tipico piccolo appartamento monolocale, prevalentemente parigino ma presente anche in altre città della Francia e del Belgio e più raramente in altre costruzioni del nord-Europa, ricavato all'ultimo piano o nel sottotetto dei palazzi medio- o alto-borghesi costruiti nel XIX secolo (soprattutto a partire dal 1830) a seguito dello sviluppo urbanistico della capitale dato dal piano regolatore di Haussmann. Vi si accede tramite una scala, talora separata dalla scala "nobile", e quando esiste l'ascensore nel palazzo questo è costruito (a volte successivamente) in modo che non arrivi a quest'ultimo piano, vuoi per ragioni tecniche (la cabina con il motore allo stesso livello), vuoi per ragioni sociali (in quanto non si considerò necessario portare a questo piano non nobile il servizio di ascensore).

Finestre di quattro "Chambre de bonne" sui tetti di Parigi

All'origine queste camere vennero costruite per essere le camere da letto delle domestiche di servizio stabile nelle famiglie borghesi del palazzo, e il loro appellativo deriva dalla frase con cui queste donne erano indicate: bonne à tout faire. Questi locali sono o erano arredati con elementi essenziali, privi di servizi igienici (minimi e condivisi con le altre abitazioni sul pianerottolo), salvo talvolta un lavello.

Verso la fine del XIX secolo ci furono diverse proteste da parte di medici che combattevano la tubercolosi; qualcuno arrivò anche a considerarle meno igieniche delle celle di prigione[1].

La loro metratura varia da 6 a 12 m2 ed è stata soggetto di normativa che è variata nel tempo: all'inizio del XX secolo il regolamento sanitario cittadino richiedeva una superficie minima di 8 m2 misurata a un'altezza di 1,3 m dal suolo [2], e un volume minimo di 20 m3[3]; a metà del secolo XX la superficie minima richiesta saliva a 9 m2 e la vetratura della finestra non poteva essere inferiore a un ottavo della superficie[4]. Infine, un decreto del gennaio 2002 stabilisce che il locale possa essere abitato solo nel caso che abbia acqua corrente, una superficie minima di 9 m2 e un'altezza minima di 2,2 metri di soffitto [5].

Oggi, scomparse quasi tutte le bonne da tempo, questi locali costituiscono l'alloggio più economico disponibile a Parigi, in genere usato da studenti o come pied à terre, o per altro uso di abitazioni temporanee, con qualche speculazione da parte del mercato immobiliare[6].

Note modifica

  1. ^ Per esempio Jules Simon, Paul Brouardel, il dott. Juillerat e il dott. Héricourt, citati da Monique Eleb e Anne Debarre, L'invention de l'habitation moderne: Paris, 1880-1914, Hazan, Paris, et Archives d'architecture moderne, Bruxelles, 1995
  2. ^ essendo in sottotetti il soffitto poteva scendere e di molto verso il pavimento
  3. ^ Dipartimento della Senna, Direction des affaires municipales, Bureau d'hygiène de la Ville de Paris, Premier règlement sanitaire de la ville de Paris (arrêté du 22 juin 1904), Paris, impr. Chaix, 1904.
  4. ^ Vedi voce « Chambre de domestique » del Nouveau Larousse ménager, Larousse, Paris, 1955.
  5. ^ D. Applefield, cit., p. 136.
  6. ^ cfr. ivi.

Bibliografia modifica

  • Anne Martin-Fugier, La Place des bonnes : La domesticité féminine à Paris en 1900, Grasset, coll. « Figures », Paris, 1979.
  • David Applefield, Paris Inside Out, 7th: The Insider's Handbook to Life in Paris, Globe Pequot, 2005.