Chiesa di San Biagio (Catania)

edificio religioso di Catania

La chiesa di San Biagio,[1] detta anche chiesa di Sant'Agata alla Fornace,[1] è una chiesa cattolica di Catania, nel quartiere San Biagio della Calcarella (o Anfiteatro romano di Catania), e sorge all'estremità occidentale di piazza Stesicoro.

Chiesa di San Biagio
La facciata di Sant'Agata alla Fornace, o san Biagio, a Catania
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàCatania
Coordinate37°30′26″N 15°05′05″E / 37.507222°N 15.084722°E37.507222; 15.084722
Religionecattolica
TitolareSan Biagio
Arcidiocesi Catania
Stile architettoniconeoclassicismo

Storia modifica

 
Navata
 
Portale
 
Controfacciata

La chiesa costruita nel XVIII secolo dopo il tremendo terremoto del 1693,[1] sorge - per volontà dell'arcivescovo Andrea Riggio[1] - sul luogo ove, secondo la tradizione, era ubicata la fornace in cui Sant'Agata subì il martirio. Infatti, dopo essere stata rinchiusa in carcere per non aver voluto abiurare alla sua fede, venne prima sottoposta alle torture con il fuoco e quindi le furono asportate le mammelle.

Esterno modifica

La facciata della chiesa è dell'architetto Antonino Battaglia, che ha progettato altre chiese di Catania dopo il terremoto del 1693, in stile neoclassico con colonne binate che sostengono un timpano triangolare.

Interno modifica

L'interno è ad una sola navata molto lineare e sobrio. Sull'altare maggiore una tela settecentesca dell'Addolorata, talvolta sostituita da una statua della Madonna. Ingegnoso l'artificio dell'altare maggiore, arricchito da volute e colonne e dalle statue di san Giovanni Evangelista e santa Maria Maddalena.

Parete destra modifica

  • Cappella di San Biagio.
  • Cappella di Sant'Andrea Apostolo.

Parete sinistra modifica

  • Cappella della Sacra Famiglia.
  • Cappella di San Giovanni Nepomuceno.

Transetto modifica

  • Transetto sinistro: Cappella del Santissimo Crocifisso.
  • Transetto destro: Cappella di sant'Agata. Sopra l'altare dal magnifico paliotto in marmi policromi, si conservano protetti da una teca i resti della fornace (carcarella) in cui subì il martirio la Santa, la cui scena è riprodotta nell'affresco di Giuseppe Barone del 1938. Una lapide posta sotto l'altare cita:
(LA)

«Hic Cantentibus Volutata Carbonibus»

(IT)

«Qui fu voltata tra i carboni ardenti.»


Organo modifica

L'organo a canne è frutto di una ricostruzione fedele all'originale di uno strumento di scuola siciliana della prima metà del XVIII secolo, operata dai Fratelli Ruffatti nel 1978; lo strumento dispone di 12 registri su unico manuale e pedale.[2]

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d Francesco Ferrara, p. 536.
  2. ^ Ennio Cominetti, Mirabile strumento, su suonare.it. URL consultato l'8 marzo 2019.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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