Chiesa di Santa Maria (Cerentino)

edificio religioso di Cerentino

La chiesa di Santa Maria o di Santa Maria della Natività, già chiesa della Madonna delle Grazie[1], è un edificio religioso che fonde gli elementi dell'architettura tardogotica e di quella barocca e che si trova a Cerentino.

Chiesa di Santa Maria
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
CantoneTicino
LocalitàCerentino
IndirizzoGallinette, 6683 Cerentino
Coordinate46°18′31.86″N 8°32′48.41″E
Religionecattolica
TitolareMaria
Diocesi Lugano
Consacrazione1464
Stile architettonicotardogotico, barocco
Inizio costruzioneXII secolo
Completamento1860

L'edificio sorse, in forma di oratorio, entro il 1200, quando fu menzionato per la prima volta in un documento apocrifo. Nel 1464 fu consacrato e dedicato alla Madonna delle Grazie. Mantenne questo nome non oltre il 1626, quando fu menzionato con la dedica alla Madonna della Natività. Nel 1513 si separò dalla parrocchia di Cevio e nel tardo Seicento fu radicalmente modificato. Un'ulteriore trasformazione fu apportata nel XVIII secolo, quando l'asse fu rotato di 90° e furono realizzati il coro e le cappelle dedicate alla Madonna del Rosario e a Sant'Antonio abate. Nel 1707 fu realizzato l'affresco con l'Incoronazione della Vergine sopra il portale[2]. Il campanile fu eretto nel 1860.

  1. ^ Chiesa parrocchiale di Santa Maria - Inventario dei beni culturali (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  2. ^ Buetti, 1969, 415.

Bibliografia

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  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894..
  • Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969, 413-419.
  • Bernard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 182.
  • Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 252-253.

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