Chiesa di Santa Maria Maddalena (Trento)
La chiesa di Santa Maria Maddalena era una chiesa cattolica situata a Trento, risalente al XII secolo. Venne demolita nel 1909.
Chiesa di Santa Maria Maddalena | |
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La chiesa nel 1909, anno della demolizione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Località | Trento |
Coordinate | 46°04′08″N 11°07′34″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Maria Maddalena |
Arcidiocesi | Trento |
Inizio costruzione | XII secolo |
Demolizione | 1909 |
Storia
modificaLa chiesa sorse in epoca medievale[1], probabilmente nel XII secolo, anche se la prima attestazione documentale risale al 1230 (in un testamento che cita un presbiter Sancte Marie Magdalene); assieme a Santa Maria Maggiore e San Pietro, era una delle chiese con "cura d'anime" nella città di Trento[2]; nel 1240-45 risultava soggetta alla "pieve urbana" di Santa Maria Maggiore, mentre nel 1288 è documentato per la prima volta un plebanus proprio, immediatamente soggetto al capitolo della cattedrale di Trento[2]. Verso il 1312 venne eretta a parrocchia, e le venne affidata anche la cura pastorale delle comunità di Garniga e Montevaccino[3]. A partire dal 1386 e durante il basso Medioevo, la chiesa risultava affiancata da un ospedale[2].
La chiesa venne ricostruita in stile rinascimentale intorno al 1512-1515, per iniziativa di un tal Giovanni Pauernfeind[1][2][4]. La parrocchia venne affidata nel 1619 ai somaschi, e nel 1803 ai filippini; venne soppressa nel 1808 e accorpata a quella di San Pietro[3], che acquisì anche la pala d'altare cinquecentesca di Martino Teofilo Polacco raffigurante la Maddalena[4][5]. La chiesa venne quindi sconsacrata e adibita ad uso profano, annessa a una caserma austriaca, e infine demolita nel 1909[2][4]. Ne venne recuperato il portale d'ingresso, recante il nome e lo stemma del Pauernfeind, che venne murato nel cortile del Municipio Vecchio in via Belenzani[1]; sopra la sua architrave è incisa un'amara frase latina, DECIPIMVR.VOTIS. ET.E(empor) E.FALLIMVR.ET.SPES. DERIDET.CVRAS.ANXIA.VITA.NIHIL, ossia "ci inganniamo dei nostri desideri, il tempo ci illude, la speranza ci irride, niente sono la vita e i suoi affanni"[4].
Descrizione
modificaLa chiesa si trovava nel luogo dove si apre ora via F. Ferruccio, ed era circondata sul sagrato e ai lati da un camposanto, rimasto attivo fino al 1793; sia la chiesa, sia il cimitero, erano luoghi privilegiati per la sepoltura dei membri di famiglie nobili trentine, e abbondavano di tombe monumentali aventi anche valore artistico[4]. Era un edificio di stile tardogotico, con elementi rinascimentali e barocchi; orientata a est, al suo interno era suddivisa in tre navate, separate da quattro colonne per parte e ciascuna conclusa da un'abside romanica[4].
A cavallo tra Ottocento e Novecento, la chiesa si presentava con una facciata tozza e squadrata con due contrafforti; l'unica apertura era il portale d'ingresso, sormontato da una lunetta cieca; più in alto era ancora presente una finestra ad oculo, tamponata[1]. L'edificio era preceduto da un sagrato, circondato da un alto muro di cinta contro cui, nell'Ottocento, era stata addossata una fontana con mascherone leonino[1].
Note
modificaBibliografia
modifica- Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986.
- Aldo Gorfer, Trento città del concilio, 2ª ed., Trento, Edizioni Arca, 1995 [1963].
- Monica Ibsen, Trento, Santa Maria Maddalena, in Apsat 10. Chiese trentine dalle origini al 1250, vol. 1, 2013, ISBN 978-88-87115-86-4.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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