ClG 1409+5226 è un ammasso di galassie situato nella costellazione del Boote alla distanza di circa 4,7 miliardi di anni luce[1].

ClG 1409+5226
Ammasso di galassie
L'ammasso ClG 1409+5226. Immagine composita: Chandra (raggi X) - Hubble (ottica)
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneBoote
Ascensione retta14h 11m 24.4s
Declinazione+52° 12′ 38″
Distanza4,7 miliardi di a.l.  
Redshiftz = 0,464
Velocità radiale137.905 km/s
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso di galassie
Altre designazioni
RXC J1411.4+5212, 3C 295 Cluster, MACS J1411.3+5212
Mappa di localizzazione
ClG 1409+5226
Categoria di ammassi di galassie

Coordinate: Carta celeste 14h 11m 24.4s, +52° 12′ 38″

Le immagini raccolte dai telescopi spaziali Hubble e Chandra mostrano la presenza di una vasta nube di gas intergalattico, di massa equivalente a quella di un migliaio di galassie, che pervade l'ammasso raggiungendo la temperatura di 50 milioni di gradi[2]. Inoltre è presente una grande quantità di materia oscura che mantiene unito il gas e le galassie[3].

Dal centro dell'ammasso si rileva un'importante emissione di onde radio e la sorgente risulta essere una brillante galassia ellittica denominata 3C 295 in quanto è il 295° oggetto incluso nel Terzo catalogo di radiosorgenti di Cambridge. La radiosorgente fu scoperta nel 1960 e all'epoca risultava il più remoto oggetto conosciuto[4]. La fonte delle emissioni è un buco nero supermassiccio situato al centro della galassia.

Note modifica

  1. ^ Chandra :: Photo Album :: 3C295 :: 16 Nov 99, su chandra.harvard.edu. URL consultato l'11 gennaio 2016.
  2. ^ D. M. Neumann, 3C 295, a cluster and its cooling flow at z=0.46, in The Astrophysical Journal, vol. 520, n. 1, 20 luglio 1999, pp. 87-96, DOI:10.1086/307424. URL consultato l'11 gennaio 2016.
  3. ^ S. W. Allen, G. B. Taylor e P. E. J. Nulsen, Chandra X-ray observations of the 3C295 cluster core, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 324, n. 4, pp. 842-858, DOI:10.1046/j.1365-8711.2001.04315.x. URL consultato l'11 gennaio 2016.
  4. ^ Daniel Stern e Hyron Spinrad, Search Techniques for Distant Galaxies, in Publications of the Astronomical Society of the Pacific, vol. 111, n. 766, pp. 1475-1502, DOI:10.1086/316471. URL consultato l'11 gennaio 2016.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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