Classi differenziali

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Le classi differenziali erano delle classi scolastiche destinate ad alunni disabili o affetti da disturbi dell'apprendimento o problemi di socializzazione.[1]

In Italia, le prime classi differenziali furono create all'inizio del XX secolo, a valle di un dibattito durato alcuni anni [1]. Nel 1900, per esempio, a Torino vennero create presso la scuola Aurora delle "classi speciali per fanciulli deficienti", fino all'istituzione di intere scuole dove convogliare i cosiddetti "ritardati".[1]

Esperienze analoghe si svilupparono in altri paesi europei: classes pour arriérés in Francia, clases de niños retardados in Spagna, Hilfclassen in Germania e special classes nel Regno Unito.[2] Sotto il regime fascista la locuzione "classe differenziale" venne istituzionalizzata col testo unico sull'istruzione elementare, post-elementare e sulle sue opere d'integrazione, contenuto nel RD 577 del 5 febbraio 1928.[2]. Il 31 dicembre 1962, con la legge 1859, il governo Fanfani IV istituisce la scuola media unificata.[3] Contestualmente si ha un riordino della materia, con l'organizzazione di scuole differenziali per alunni affetti da disabilità gravi e classi differenziali destinate ad alunni con problemi di socializzazione o apprendimento.[1] Il successivo DPR 1518 del 22 dicembre 1967 stabilisce all'articolo 30 che "soggetti che presentano anomalie o anormalità somato-psichiche che non consentono la regolare frequenza nelle scuole comuni e che abbisognano di particolare trattamento e assistenza medico-didattica sono indirizzati alle scuole speciali. I soggetti ipodotati intellettuali non gravi, disadattati ambientali, o soggetti con anomalie del comportamento, per i quali possa prevedersi il reinserimento nella scuola comune sono indirizzati alle classi differenziali".[4]

La logica di separazione sottesa dal sistema delle classi e delle scuole differenziali venne aspramente criticata[5] in una lotta sostenuta dai movimenti del Sessantotto, al punto che gli stessi operatori delle scuole differenziali spinsero i genitori degli alunni a tentare l'accesso alla scuola "normale". In tale contesto si inserirono le esperienze di Mirella Antonione Casale e don Lorenzo Milani e una serie di interventi legislativi di segno opposto:[6] la legge 118 del 30 marzo 1971 (governo Colombo) stabilì l'inserimento nelle classi "normali" salvo handicap di particolare gravità e delle facilitazioni per l'accesso all'istruzione di "invalidi e mutilati civili".[7]

Nel 1975 la commissione parlamentare guidata dalla senatrice democristiana Franca Falcucci pubblicò una relazione[8] che affermava come:

  • "una struttura scolastica idonea ad affrontare il problema dei ragazzi handicappati [...] non deve essere configurata in nessun modo come un nuovo tipo di scuola speciale o differenziale"
  • la scuola dovesse "rapportare l'azione educativa alle potenzialità individuali di ogni allievo" e apparisse "la struttura più appropriata per far superare la condizione di emarginazione in cui altrimenti sarebbero condannati i bambini handicappati"
  • il "criterio di valutazione dell'esito scolastico" dovesse "fare riferimento al grado di maturazione raggiunto dall'alunno sia globalmente sia a livello degli apprendimenti realizzati, superando il concetto rigido del voto o della pagella"
  • le classi scolastiche dovessero avere una popolazione di 15-20 alunni, mentre le scuole non dovessero superare i 500 alunni e dovessero privilegiare il tempo pieno.

I principi enunciati dalla commissione Falcucci furono alla base della successiva legge 517 del 4 agosto 1977[9] (governo Andreotti III) che abolì le classi differenziali,(art 7 co. 10) individuando forme più articolate di integrazione[6]. Lo stesso lavoro fu alla base della successiva legge 104 del 5 febbraio 1992[10] (governo Andreotti VII) che pone al centro l'integrazione e la creazione di un progetto di vita per il disabile che ne privilegi l'autonomia. Tali interventi riguardano ogni grado di istruzione e implicano il coinvolgimento di altri enti sociali.[6]

Note modifica

  1. ^ a b c d Scuole speciali e classi differenziali su museotorino.it
  2. ^ a b Classi differenziali, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Alessandro Albanese, 31 DICEMBRE 1962: NASCE LA NUOVA SCUOLA MEDIA Archiviato il 15 novembre 2016 in Internet Archive., su treccani.it
  4. ^ DPR 1518 del 22 dicembre 1967
  5. ^ R. A. Borzetti, La giornata del disabile su edscuola.it
  6. ^ a b c Integrazione scolastica: un lungo percorso scolastico su disabili.com
  7. ^ Legge 30 marzo 1971, n. 118
  8. ^ Relazione della commissione Falcucci su edscuola.it
  9. ^ Legge 517 del 4 agosto 1977 su integrazionescolastica.it
  10. ^ Legge 104 del 5 febbraio 1992 Archiviato il 17 maggio 2017 in Internet Archive. sul sito del Ministero dell'istruzione, università e ricerca
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