Clavier à lumières

Il clavier à lumières, o semplicemente luce in italiano, è uno strumento musicale inventato dal pianista russo Aleksandr Nikolaevič Skrjabin per l'esecuzione della sua opera Prometeo o il Poema del fuoco del 1910.[1] Si tratta di uno strumento a tastiera elettrofono che proietta, a ogni nota o cambio d'armonia corrispondente, un fascio di luce colorata. I colori sottolineano vari stati d'animo evocati dalla musica e indicati da Skrjabin nella partitura secondo il sistema sinestetico.[2] Alcuni studiosi tuttavia hanno espresso dubbi sul fatto che il compositore fosse un sinesteta[3][4]: è comunque certo che le associazioni di colore siano state influenzate in prima battuta dalle letture teosofiche e dagli scritti di Louis Bertrand Castel (ideatore nel XVIII secolo del cosiddetto clavicembalo oculare).[5]

Clavier à lumières
Informazioni generali
Invenzione1910
InventoreAleksandr Nikolaevič Skrjabin
ClassificazioneElettrofoni a oscillatori
Uso
Musica contemporanea

Storia dello strumento modifica

Un prototipo di questo strumento, concepito per una sala da concerto, fu costruito da Aleksander Mozer, fotografo e insegnante di elettromeccanica alla Scuola di istruzione tecnica superiore di Mosca; questa prima versione non fu mai utilizzata dal compositore, deluso dal fatto che lo strumento si limitasse solamente ad accendere alcune lampadine colorate. Una seconda versione fu costruita dall'inglese Alexander Wallace Rimington il quale, avendo già costruito uno strumento simile nel 1895 chiamato organo a colori,[6] lo riadattò per l'occasione. Anche questa versione non fu ritenuta soddisfacente da Skrjabin.

La prima rappresentazione della composizione fu tenuta il 15 marzo 1911 a Mosca senza il clavier à lumières: Skrjabin non ebbe mai l'occasione di vedere eseguita la sua opera in maniera completa, supportata dalla multimedialità dell'illuminazione. Per l'interpretazione del Prometeo alla Carnegie Hall di New York nel 1915,[7] a un mese dalla morte del compositore, furono proiettati raggi e fasci di luce di vari colori contro uno schermo bianco. I risultati furono deludenti anche in questa occasione. Clarence Lucas scrisse che:

«Uno schermo bianco fu illuminato da raggi e fasci di luce di vari colori senza alcuna possibile connessione con la musica, che servivano solo a distrarre i sensi dell'uditorio da un ascolto troppo concentrato sulla musica»

Solo nel 1962 a Kazan' per la prima volta il Prometeo o Poema del fuoco fu rappresentato con un flusso luminoso di colori che illustrava lo sviluppo del movimento musicale, grazie all'impiego di nuove apparecchiature predisposte dal locale Istituto di Aviazione, e il concerto fu così descritto:

«Buio. Il pubblico ammutolì. Centinaia di persone in attesa e, come un grido, un sottile raggio abbagliante colpì il bordo dello schermo di proiezione. Si muoveva lungo la superficie. Il lento, timido raggio all'improvviso si innalzò e si diffuse (...). Si udì il suono delle prime note profonde, sommesse. E improvvisamente lo schermo di proiezione si unì a loro, cominciò a cantare. Una luce brillava e diventava sempre più luminosa, mentre le note suonavano più forte e più alte. E gli schermi rispondevano con un rosso abbagliante a quelle note, che sembravano non avere più abbastanza spazio nella sala, alle note di una lotta appassionata»

Descrizione modifica

La parte del clavier à lumières è indicata in partitura in chiave di sol su due righi di pentagramma: uno segue la scala cromatica, l'altro il circolo delle quinte. In realtà l'esecutore si limita, seguendo la partitura, a proiettare fasci di luce e colore secondo il seguente schema.

 
Clavier à lumières.
Secondo la scala cromatica
note colori
do rosso
do diesis/re bemolle viola
re giallo
mi bemolle/re diesis grigio-viola
mi bianco-azzurro
fa rosso scuro
fa diesis/sol bemolle blu
sol rosa-arancione
sol diesis/la bemolle viola-porpora
la verde
la diesis/si bemolle bagliore metallico
si blu perlaceo
 
Note riordinate secondo il circolo delle quinte, che formano uno spettro.
Secondo il circolo delle quinte[1]
note colori sentimento
fa rosso scuro differenziazione di volontà
do rosso volontà
sol rosa-arancione gioco creativo
re giallo gioia
la verde problema, caos
mi bianco-azzurro sogno
si blu perlaceo meditazione
fa diesis/sol bemolle blu creatività
re bemolle viola volontà dello Spirito Creatore
la bemolle viola-porpora movimento dello Spirito in un problema
mi bemolle grigio-viola umanità
si bemolle bagliore metallico avidità (desiderio smodato) o entusiasmo

Note modifica

  1. ^ a b Cristina Ceroni, La sinestesia nella poetica di Skrjabin, su Parol. Quaderni d'arte e di epistomologia. URL consultato il 1º gennaio 2019.
  2. ^ (EN) Robert Cummings, « Symphony No. 5 in F sharp major for piano, organ, chorus & orchestra (Prometheus, Poem of Fire), Op. 60 » : « dans la partition, il indique que certaines couleurs doivent inonder la salle de concert lors de l'interprétation de la pièce »
  3. ^ (EN) John Harrison (2001), Synaesthesia: The Strangest Thing, ISBN 0-19-263245-0.
  4. ^ (EN) B.M. Galeyev, I.L. Vanechkina (2001), Was Scriabin a Synesthete?
  5. ^ Benedetta Saglietti, Dal Clavecin Oculaire di Louis Bertrand Castel al Clavier à Lumières di Alexandr Skrjabin, in "Metamorfosi dei Lumi" VI (2012), in particolare, pp. 187-205 [1]
  6. ^ (EN) Maura McDonnell, Early Colour organs, su homepage.tinet.ie. URL consultato il 14 ottobre 2016.
  7. ^ (EN) Henry Chapin Plummer (avril 1915), « Colour Music - A New Art Created With the Aid of Science: The Colour Organ Used in Scriabine's Symphony Prometheus ».

Bibliografia modifica

  • (EN) Kenneth John Peacock, Alexander Scriabin's Prometheus: Philosophy and Structure, Ph. D. University of Michigan, 1976.

Collegamenti esterni modifica

  • (EN) Maura McDonnell, Visual Music, su homepage.tinet.ie, 2002.
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