Clemente Corte

patriota e politico italiano

Clemente Giuseppe Corte (Vigone, 21 novembre 1826Vigone, 20 marzo 1895) è stato un patriota e politico italiano.

Clemente Giuseppe Corte

Senatore del Regno d'Italia
In carica
Legislaturadalla XIV (nomina 15 febbraio 1880)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
In carica
LegislaturaIX, X, XI, XII, XIII
CollegioVigone IX, X, XI
Rovigo XII, XIII
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoSinistra storica
UniversitàAccademia Militare di Torino
ProfessioneMilitare
Clemente Giuseppe Corte
NascitaVigone, 21 novembre 1826
MorteVigone, 20 marzo 1895
Dati militari
Paese servito Regno di Sardegna
Italia Regno d'Italia
Forza armata Esercito piemontese
Italia Regio esercito
ArmaEsercito
CorpoArtiglieria
SpecialitàCacciatori delle alpi
Anni di servizio1842 - 1893
GradoTenente generale
GuerrePrima guerra d'indipendenza italiana
Seconda guerra d'indipendenza italiana
Terza guerra d'indipendenza italiana
BattaglieBattaglia di Novara
Battaglia di Monte Suello
Studi militariAccademia militare di Torino
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BiografiaModifica

Ufficiale d'artiglieria dell'esercito regolare sardo, fu decorato della medaglia d'argento al valor militare nella battaglia di Novara del 1849. Fu Capo di Stato Maggiore di Garibaldi nei Cacciatori delle Alpi nella guerra del 1859. Partecipò alla campagna meridionale del 1860 al seguito della spedizione di Giacomo Medici, ma il suo gruppo, composto del piccolo bastimento Utile e della nave Charles and Jane, fu catturato dalla Marina borbonica; i circa 950 volontari furono condotti a Gaeta e, successivamente rilasciati, ripartirono il 15 luglio 1860 con la nave Amazon.[1]
Fu ferito al petto nella presa della città di Milazzo e si comportò da valoroso nell'assedio della fortezza di Capua. Nel 1862 fu in Aspromonte con Garibaldi.

Nella terza guerra di indipendenza si arruolò volontario nel Corpo Volontari Italiani e fu posto al comando, dapprima del 1º Reggimento volontari, poi nominato generale della 4ª Brigata. Si distinse nella battaglia di Monte Suello del 3 luglio e, per il valore dimostrato, fu insignito a guerra finita della medaglia d'oro al valor militare.

Deputato della Sinistra storica eletto nella circoscrizione di Rovigo e prefetto, scrisse per il Corriere della Sera, fu nominato senatore il 15 febbraio 1880. Alla Camera fu convinto sostenitore del colonialismo italiano e dell'occupazione di Assab e Massaua divenendo in poco tempo uno degli esponenti di punta del "partito coloniale".

Morì a Vigone nel 1895.

Il Gran maestro del Grande Oriente d'Italia Ernesto Nathan lo rivelò massone nel suo discorso al Teatro Costanzi di Roma il 21 aprile 1918[2].

OnorificenzeModifica

Onorificenze italianeModifica

  Commendatore dell'Ordine militare di Savoia
— 6 dicembre 1866[3]
  Medaglia d'oro al Valor Militare
  Medaglia d'argento al valor militare
  Medaglia di bronzo al valor militare
  Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
  Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
  Medaglia commemorativa dei 1000 di Marsala
  Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (4 barrette)
  Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia

Onorificenze straniereModifica

  Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859

NoteModifica

  1. ^ Garibaldi and the making of Italy – G.M. Trevelyan – pagg. 48-49 e appendice B pag. 318
  2. ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, 2005, p. 84.
  3. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

BibliografiaModifica

  • Raffaele Villari, Da Messina al Tirolo 1866, a cura di Achille Ragazzoni, “Passato Presente”, Quaderno n. 25, Storo 1995.
  • U. Zaniboni Ferino, Bezzecca 1866. La campagna garibaldina dall'Adda al Garda, Trento 1966.
  • Corpo dei Volontari Italiani (Garibaldi), Fatti d'armi di Valsabbia e Tirolo, 1867.

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