Digest

formato editoriale di pubblicazione periodica

Il digest è un formato editoriale ridotto rispetto a quello di una rivista convenzionale ancorché maggiore di quello di un libro tascabile. Il suo rapporto di forma è di 3:2. Le sue dimensioni sono 14 cm in larghezza per 21 in altezza[1]. Il formato carta A5 utilizzato da molti editori britannici di fumetti è leggermente più largo e alto del formato digest. Il formato digest è considerato comodo per i lettori che desideravano portare una rivista con sé.

Descrizione

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Il formato prese il nome dalla rivista Reader's Digest che l'adottò a partire dalla sua fondazione nel 1922. La parola digest ("digesto" in italiano)[2] era riferita ai contenuti della rivista: selezioni e riassunti di articoli provenienti da una varietà di fonti e resi più "digeribili" per il lettore[senza fonte]. Successivamente il termine si generalizzò e divenne indicativo del formato della pubblicazione piuttosto che del suo contenuto[3]. Apparso inizialmente con dimensioni diverse, esse si sono adattate all'evoluzione dei processi di stampa.

La rivista TV Guide ha usato questo formato dalla sua nascita nel 1953 fino al 2005; un'altra rivista in questo formato è CoffeeHouse Digest, diffusa in tutti gli Stati Uniti e distribuita gratuitamente nelle caffetterie. La Avon (vendite a domicilio) invece ha adottato per il suo catalogo prodotti un nome alternativo: catalog.

Negli Stati Uniti il formato digest ha perduto la sua popolarità. TV Guide ha adottato un formato più grande nel 2005, mentre le riviste di fantascienza Analog e Asimov's Science Fiction un formato più grande diversi anni prima. Le attuali pubblicazioni principali in questo formato sono Selezione dal Reader's Digest e alcuni fumetti della Archie Comics. Children's Digest e Writer's Digest hanno adottato un formato diverso mantenendo "digest" nel titolo.

Riviste in formato digest

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Fantascienza

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Fin dagli anni cinquanta diverse riviste di fantascienza sono state pubblicate in questo formato[4], tra cui:

Fumetti

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Dalla fine degli anni sessanta in poi diversi editori di fumetti pubblicarono comics digest, di solito nel formato 17,1 cm × 10,2 cm. La Gold Key Comics pubblicò tre titoli in questo formato fino alla metà degli anni settanta: Golden Comics Digest, Mystery Comics Digest e Walt Disney Comics Digest. La DC Comics ne pubblicò diversi all'inizio degli anni ottanta (tra cui DC Special Blue Ribbon Digest e The Best of DC), e l'Harvey Comics ne pubblicò anch'essa alcuni nello stesso periodo (tra cui Richie Rich Digest Magazine). La Archie Comics ha pubblicato diversi fumetti in questo formato dagli anni settanta e all'inizio del 2000 la Marvel Comics ha pubblicato diversi digest, soprattutto ristampe.

I tankōbon hanno un formato simile a quello digest, sebbene leggermente più stretto e generalmente molto più spesso.

In Italia, il fumetto Topolino è stato rilanciato in questo formato dal 1949, prendendo spunto in parte dal Reader's Digest (che all'epoca era anch'esso pubblicato dalla Arnoldo Mondadori Editore)[5], così da non lasciare inutilizzate le rotative a esso dedicate.

L'uso di questo formato è diffuso nei fumetti pubblicati in Francia e in Brasile.[6]

  1. ^ Drake e Flint.
  2. ^ digèsto, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 14 giugno 2016.
  3. ^ Ashley e Nicholls.
  4. ^ Michael, p.3.
  5. ^ Morcellini e Abruzzese, p.404.
  6. ^ Morrow e Kirby, p.154.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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