Dilhayat Kalfa

musicista e compositrice ottomana

Dilhayat Kalfa (17101780) è stata una musicista, compositrice e cantante ottomana, nota come la più importante compositrice nella storia della musica classica ottomana. Trascorse la sua vita alla corte ottomana, come governante dell'harem del sultano Ahmed III e insegnante di Selim III.

Biografia

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Nata intorno al 1710 ma di origini ignote, Dilhayat a un certo punto della sua vita venne portata a Istanbul e inserita nell'harem del sultano Ahmed III, dove divenne una kalfa, ovvero un membro del personale amministrativo, e fece carriera fino a divenirne governante. In seguito, si unì allo staff di Mihrişah Kadın, consorte di Mustafa III, come insegnante di musica di suo figlio Selim[1][2][3][4].

Dotata di grande talento musicale, nell'harem affinò la sua istruzione divenendo cantante, suonatrice di tanbur e compositrice. Fu autrice di almeno un centinaio di composizioni per strumenti e voce, di cui una dozzina giunte fino a noi, ed è a oggi considerata la più importante figura femminile nella storia della musica classica ottomana[1][2][3][4].

Morì nel 1780, durante il regno del sultano Abdulhamid I, ma non è noto se trascorse la sua intera vita nell'harem o se a un certo punto fu affrancata. Tuttavia, l'elenco dei suoi beni al momento della morte indica che senza dubbio era divenuta una donna che godeva di un'elevato status socio-economico[1][2][3][4].

  1. ^ a b c Walter Feldman, Dimitrie Cantemir e Ali Ufkî, Music of the Ottoman court: makam, composition and the early Ottoman instrumental repertoire, collana Handbook of Oriental studies = Handbuch der Orientalistik. Section one: The Near and Middle East, New edition, Brill, 2024, pp. 63-64, ISBN 978-90-04-53125-3.
  2. ^ a b c İstanbul Kadın Müzesi - Dilhayat Kalfa, su web.archive.org, 21 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2017).
  3. ^ a b c Musica femminile delle donne nella tradizione musicale turca, su web.archive.org, 8 marzo 2016 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
  4. ^ a b c "L'eredità di Dilhayat Kalfa" (PDF), su web.archive.org (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2017).