La diocesi di Olbia (in latino: Dioecesis Olbiatana) è una sede soppressa del patriarcato di Alessandria e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Olbia
Sede vescovile titolare
Dioecesis Olbiatana
Patriarcato di Alessandria
Vescovo titolaresede vacante
Istituita1933
StatoLibia
Diocesi soppressa di Olbia
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
Parte di uno dei mosaici di Olbia, che ricorda la rifondazione della città ad opera dell'imperatrice Teodora (prima metà del VI secolo).

Olbia, identificata con le rovine di Qasr el-Lebia (o Qasr Lybia) tra al-Marj e Beida nell'odierna Libia, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Libia Pentapolitana (Cirenaica), sottomessa al patriarcato di Alessandria. Distrutta dai Vandali, fu ricostruita dall'imperatrice Teodora con il nome di Polis Nea Theodorias.[1]

Sono cinque i vescovi noti di questa antica diocesi. I primi due sono menzionati nella lettera scritta da Sinesio di Cirene a Teofilo di Alessandria nel 412, nella quale l'autore comunica all'arcivescovo alessandrino che, dopo un lungo ministero e una lunga vita, è morto il "beatissimo padre Athamas", e che i fedeli di Olbia hanno scelto all'unanimità come suo successore Antonio, uomo onesto e giusto.[2]

Il vescovo Publio prese parte al concilio di Efeso del 431.

Gli scavi condotti sul sito di Qasr el-Lebia hanno portato alla luce i resti di due basiliche cristiane. In una di queste, due mosaici rivelano i nomi dei vescovi Macario e Teodoro, quest'ultimo qualificato come "nuovo vescovo", presumibilmente successore di Macario.[3]

Dal 1933 Olbia è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 26 maggio 1978.

Cronotassi

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Vescovi

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  • Athamas † (? - 412 deceduto)
  • Antonio † (412 - ?)
  • Publio † (menzionato nel 431)
  • Macario † (? - 539/540 deceduto)
  • Teodoro † (539/540 - ?)

Vescovi titolari

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  1. ^ Roques è cauto nell'identificazione dell'antica Olbia con Polis Nea Theodorias e dunque con Qasr el-Lebia, dove si trovano le rovine della città bizantina costruita da Teodora. Synésios de Cyrène et la Cyrénaïque du Bas-Empire, pp. 106-107.
  2. ^ Roques, Synésios de Cyrène et la Cyrénaïque du Bas-Empire, pp. 106, 335, 340, 359, 362.
  3. ^ Roques, Synésios de Cyrène et la Cyrénaïque du Bas-Empire, pp. 338, 340.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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