Discussione:Camuffamento militare

Rifacimento modifica

Ultimo commento: 11 anni fa3 commenti2 partecipanti alla discussione

Salve a tutti. La controparte inglese di questa voce è diventata di qualità questo gennaio. Se la guardate, almeno per me, vedrete che è fatta meglio, con uno schema dei paragrafi più logico, meno incentrato sulle uniformi, con più fonti e con approfondimenti nei campi dell'arte e della moda. Se siete d'accordo procedo a tradurre questa nuova versione, ciao. --Zero6 ✉ 08:38, 17 mar 2013 (CET)Rispondi

Molto volentieri, s ene hai tempo e voglia.--Luke Dika 13:51, 18 mar 2013 (CET)Rispondi

Oggi ho eliminato molto materiale senza fonte, ma c'è dell'altro da togliere. Per ora vado per gradi. Chi volesse recuperare il materiale per referenziarlo, può dare un occhio alla versione precedente le mie eliminazioni. --Zero6 ✉ 10:50, 21 mar 2013 (CET)Rispondi

Curiosità sul camuffamento dei velivoli modifica

Ultimo commento: 11 anni fa2 commenti2 partecipanti alla discussione

Non so se può essere utile, al limite solo da citare come curiosità, ma mi risulta che il primo tentativo di mimetizzazione di un velivolo fu tentato da Stephan Petróczy nel 1912, facendo interamente rivestire un Etrich Taube con celluloide trasparente. Volendo, ho la scansione della rivista Flight dove venne pubblicata la notizia con le foto. char_aznable (msg) 21:54, 25 mar 2013 (CET)Rispondi

Perché nelle curiosità? Va bene nel paragrafo dedicato! :) (io con la mia revisione ancora non ci sono arrivato) --Zero6 ✉ 22:12, 25 mar 2013 (CET)Rispondi

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Pionieri del mimetismo? modifica

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Corazzieri francesi diretti al fronte, 1914

Uniformi sperimentali create nel 1912 da Edouard Detaille per la fanteria di linea. Non furono mai adottate, ma le giacche blu-girigie e gli elmetti in pelle stile burgonet influenzarono le uniformi successive.

La storia dei francesi che avrebbero inventato il mimetismo è a dir poco inesatta.

Tutt'al più, come si legge in en.wiki, hanno sperimentato per equipaggiamenti e postazioni, non certo per quanto riguarda le uniformi dei poveri fanti, mandati allo sbaraglio con divise ottocentesche.

Si legge in French Army in World War I:

«At the outbreak of war the French Army retained the colourful traditional uniforms of the nineteenth century for active service wear. These included conspicuous features such as blue coats and red trousers for the infantry and cavalry.^[1] The French cuirassiers wore plumed helmets and breastplates almost unchanged from the Napoleonic period.^[2] From 1903 on several attempts had been made to introduce a more practical field dress but these had been opposed by conservative opinion both within the army and amongst the public at large. In particular, the red trousers worn by the infantry became a political debating point.»^[3]

Fortunatamente, anche se in maniera contraddittoria, questa stessa voce (italiana, voglio dire) spiega, poche righe sotto l'introduzione, che i francesi furono invece tra gli ultimi Paesi civili ad abbandonare la tenuta da zuavi, al tempo in cui un tiratore mediamente addestrato poteva già fulminarti da 500 m con un qualsiasi fucile d'ordinanza. --Φilippoφ ^{(500+ a.k.)} - Discutimi 09:36, 2 feb 2019 (CET)Rispondi

______________

^ Laurent Mirouze, The French Army in the First World War - to Battle 1914, 2007, pp. 49–50, ISBN 978-3-902526-09-0.
^ Louis Delperier, pages 60-70 "Les Cuirassiers 1845-1918", Argout-Editions Paris 1981
^ Laurent Mirouze, The French Army in the First World War - to Battle 1914, 2007, pp. 14–15, ISBN 978-3-902526-09-0.

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