Discussione:Dialetti marchigiani

Ultimo commento: 10 mesi fa, lasciato da 193.205.147.30 in merito all'argomento Dialetti marchigiani meridionali

Divisione storico-culurale modifica

Buongiorno!

Condivido che le Marche abbiano racchiuso in se tradizioni e culture differenti fra loro, ma non condivido il dato che le Marche siano state un territorio riunito in sé solo con l'Unità d'Italia, in quanto è fin dal Milleduecento che esiste l'entità amministrativa papale (ed a tratti anche autonoma) della "Marca Anconitana", retta dal Marchese di Ancona per volere del Ponteficie, e spesso rappresentata, sulle carte medioevali, come un unico territorio, quasi uno stato semi-indipendente, a contrasto con la totale autonomia dei liberi comuni umbri e toscani del restante Centro-Italia.

Grazie! --87.20.60.230 (msg) 11:59, 29 mag 2020 (CEST)Rispondi

Proposta d'inserimento modifica

mettetece pure qualche bella frase disgraziata del dialetto maceratese/fermano/camerte


tipo questa che ha solo V:


il figlio <<Oh va' vo' vè o vì?>> e il padre <<va vé>>


il figlio <<o babbo vuoi bere il vino?>> e il padre <<va bene>>


________________________________


il coniglio diventa lu cunilllu scondo quale regola?

Inizio modifica

Ci sono due osservazioni che mi premono in merito alla voce. Innanzitutto il titolo stesso Dialetto marchigiano non mi appare adeguato; come viene giustamente fatto notare nell'articolo, le Marche si suddividono in fasce dialettali ben differenziate. Non è corretto dunque parlare di dialetto marchigiano, e la voce andrebbe a mio avviso spostata a Dialetti marchigiani; in questo modo essa potrebbbe svolgere un ruolo di disambiguazione rispetto alle quattro ampie aree dialettali solitamente identificate in regione. Le quattro aree dal nord al sud sono: il pesarese (linguisticamente prossimo al romagnolo); l'anconetano ed il maceratese-fermano (entrambi dialetti di area centrale, il primo con influssi esterni, però, a causa dell'importanza commerciale della citta di Ancona come porto); e l'ascolano (di area abruzzese).

E qui veniamo alla seconda osservazione: se la collocazione linguistica del pesarese è ricordata correttamente, non è corretto a mio avviso l'accostamento del maceratese e dell'ascolano, i quali appartengono a gruppi linguistici ben distinti nel panorama dei dialetti della penisola.

Il vecchio confine amministrativo della provincia di Ascoli Piceno attraversava l'area linguistica maceratese, incorporandone una parte, sicché il dialetto maceratese nella variante parlata a Fermo (prima sotto amministrazione ascolana), veniva effettivamente spesso detto "dialetto ascolano". Questo motivo spiega probabilmente l'accostamento effettuato nella voce, ma bisogna sottolineare che il vero dialetto ascolano è parlato quasi solo a sud del fiume Aso, e chiamare il fermano "dialetto ascolano" è un'imprecisione. Oltretutto, l'ascolano ed il maceratese-fermano non sono mutuamente comprensibili.

Con la costituzione della provincia di Fermo i confini amministrativi e quelli linguistici tornano più o meno a coincidere, e se si potrebbero fare delle considerazioni politiche sull'opportunità o meno di costituire ancora una provincia, perlomeno per il linguista ora le cose sono molto più semplici da spiegare :) L'ascolano adesso è solo davvero quello parlato in provincia di Ascoli Piceno, mentre il maceratese-fermano torna ad essere un'unità linguistica identificabile anche territorialmente come ripartita su due province.

Chiudo dicendo che il maceratese ed il fermano sono due varietà dialettali di una stessa parlata, che assicura la comprensione su un'area che va grossomodo dall'area di Cingoli a nord fino al fiume Aso al sud, e dalla costa verso l'interno fino a Camerino, a Sarnano o ad Amandola e all'area dei Sibillini. Le due varietà si distinguono essenzialmente per il trattamento grammaticale che esse fanno del passato dei verbi. Mentre la varietà maceratese distingue transitivi ed intransitivi, ed usa gli ausiliari èsse (essere) ed écce (avere) in maniera analoga a quanto avviene in italiano, la varietà fermana, conosce il solo ausiliare èsse. Così, do ssi jitu? ("dove sei stato?") vale sia come forma maceratese, sia come forma fermana; però ch'i ditto? ("cosa hai detto?") è identificabilmente solo maceratese; nell'area fermana la stessa frase verrebbe piuttosto formulata come che ssi dittu?. --Enpi - דברו איתי 23:55, 13 apr 2007 (CEST)Rispondi

Ho spostato la pagina, riguardo le fonti sui dialetti e le parlate delle Marche la letteratura esiste, appena passo in biblioteca mi documento e cercherò di integrare l'articolo, al momento molto scarno. Cmq ogni ampliamento fatto cum grano salis è certamente ben accetto! --Accurimbono 09:06, 14 apr 2007 (CEST)Rispondi
Intanto ho inserito un link ad un pdf con un elenco di pubblicazioni sui dialetti marchigiani, come si vede la letteratura scientifica sull'argomento non manca. Ora non resta che ampliare la voce, ovviamente alla luce di questa letteratura, cosa che non è facile. --Accurimbono 09:23, 14 apr 2007 (CEST)Rispondi
Ciao Francesco, e grazie della premura messa nello spostare la pagina. Appena mi sono tolto alcune cose che mi prendono tempo, voglio dedicarmi anche io un po' a questo argomento. Spero non ti dispiaccia, vorrei riunire insieme i due dialetti maceratese e fermano, e unire a loro anche il camerte. Una cosa curiosa del mio dialetto è che non ha un nome (noi lo chiamiamo semplicemente lu dialéttu), ma girando per internet ho trovato che esso viene solitamente definito maceratese-fermano, o maceratese-fermano-camerte. Al di là delle varietà e delle piccole differenze locali e comunali, la parlata è generalmente uniforme, e del tutto comprensibile a tutti. Ora "colpisco", ma entiti libero di rollbackare se non sei d'ccordo. Ciao a presto. Ce rsintimo :) -- Aggiungo un breve p.s.: mi accorgo che maceratese-fermano-camerte è un nome impraticabile per un dialetto. Per il futuro credo che per semplicità sia meglio usare "maceratese" (la città principale per numero di abitanti), o "maceratese-fermano" (i due capoluoghi). --Enpi - דברו איתי 19:21, 14 apr 2007 (CEST)Rispondi

«Ci sono due osservazioni che mi premono in merito alla voce. Innanzitutto il titolo stesso Dialetto marchigiano non mi appare adeguato; come viene giustamente fatto notare nell'articolo, le Marche si suddividono in fasce dialettali ben differenziate. Non è corretto dunque parlare di dialetto marchigiano, e la voce andrebbe a mio avviso spostata a Dialetti marchigiani.»

Perchè non spostare a "Dialetti delle Marche" visto che il marchigiano in senso linguistico sono le parlate centrali? --Wentofreddo 16:04, 15 apr 2007 (CEST)Rispondi
Ciao Wento; vista la citazione, mi sento impegnato a fornire un parere. Personalmente credo che sia naturalmente possibile e legittimo spostare la voce a Dialetti delle Marche; cmq quel che mi premeva era solo sottolieare la molteplicità dei dialetti, non la loro appartenenza amministrativa o geografica. Per me il pesarese e l'ascolano sono dialetti marchigiani, e non credo che sia necessario che i confini linguistici ed amministrativi coincidano. Se per caso avessi dato quell'impressione, me ne scuso. Non lo intendevo assolutamente. Quando ho notato che ora il dialetto maceratese fermano è identificabile anche amministrativamente come unità linguistica, parlavo in senso strettamente utilitaristico :-) dal punto di vista di chi dovesse spiegare dove quel dialetto e parlato. L'idea che i soli maceratese-fermano ed anconetano siano dialetti marchigiani, non la sottoscriverei (IMHO, naturalmente, questa è una valutazione che esula dalla mission di Wikipedia :). Con i dialetti, come ad un livello diverso con le lingue considerate nazionali, esiste il poblema della non definibilità oggettiva dei confini, e quindi anche dell'identità. Dire che i due dialetti appartengono alla fascia dei dialetti centrali, andrebbe bene. Da questo derivarne una ulteriore caratteristica di particolare "marchigianità" mi sembrerebbe eccessivo. Anche diversi dialetti umbri e laziali appartengono al gruppo delle parlate dell'italia centrale. --Enpi - דברו איתי 00:04, 16 apr 2007 (CEST)Rispondi
Si Enpi, hai ragione. La voce non presenta fraintendimenti, era solo una formalità... Intendevo precisare che gli agettivi riferiti ai vari dialetti in linguistica indicano la filogenesi e non i territori amministrativi. Che ne dici? --Wentofreddo 00:22, 16 apr 2007 (CEST)Rispondi

Prima di inoltrarsi in analisi linguistiche irte di ostacoli, insuperabili per chi, come me, non è addetto ai lavori (e in questo campo sono veramente pochi), direi che IMHO (per me) tutti i dialetti parlati nei comuni delle Marche sono dialetti marchigiani. Dire che solo i dialetti centrali siano marchigiani (filogeneticamente o meno) è uno sbaglio, anche i dialetti parlati nelle province di PU e AP sono marchigiani a tutti gli effetti, in quanto sono nati nei comuni che li hanno originati, non sono il frutto di una migrazione di romagnoli o abruzzesi o umbri verso le Marche che hanno portato con se i dialetti nati altrove. Le parlate della provincia di PU e AP sono nate e si sono evolute lì, che poi abbiano ampi tratti in comune con le regioni/province confinanti, questo mi pare ovvio ed accade per tutte le lingue che si evolvono naturalmente e gradualmente si contaminano a vicenda con le lingue/dialetti/parlate dei vicini di casa.

Quello che spesso non si capisce è che ogni comune ha la sua parlata, che differisce a volte anche di molto, rispetto al comune vicino (proprio perchè si è evoluta in ambienti, come quelli comunali, che erano camere stagne per i molti che nei secoli nascevano e morivano sempre nella stessa casa spostandosi solo in casi eccezionali), e i dialetti variano gradualmente spostandosi da N a S e dalla costa all'entroterra. Al massimo si possono, come abbiamo cercato di fare, raggruppare in gruppi omogenei, ma solo fino a un certo punto, e anche qui i raggruppamenti se non sono fatti con criteri linguistico-scientifici sono di dubbio valore.

Quindi per ma dire delle Marche o marchigiani ha lo stesso valore.

Questa è una mia valutazione "spanno-metrica", per analisi linguistiche serie fatte da linguisti i consiglierei a tutti (me compreso quando ne avrò l'occasione) di leggere le pubblicazioni scientifiche (attenzione ai siti web che riportano valutazioni spesso senza valore scientifico) come quelle fatte dall'univ di Urbino (vedi link). Solo così si potrà avere la possibilità di stendere una voce sui dialetti marchigiani seria ed attendibile scientificamente.

Insomma prima di scrivere di cose che non sappiamo di non sapere, sarebbe meglio per tutti noi documentarsi bene e mettere a fianco di ogni aggiunta/modifica un nota di riferimento con la fonte da cui abbiamo preso l'informazione, altrimenti la voce rimarrà di qualità moto bassa e cmq contestabile da chiunque la pensi diversamente. Facendo così è un lavoro molto duro, ma è l'unico modo per scrivere una voce seria su un argomento così complicato.

Ciao, --Accurimbono 09:22, 16 apr 2007 (CEST)Rispondi

Ritorno anche io con una parola sulla filogenesi, ma Francesco mi ha tolto la parola di bocca. Che la pagina sia "dialetti marchigiani" o "delle marche", mi appare una questione formale, quindi per me si può come si può non spostarla ulteriormente: la cosa mi lascerebbe freddo. Come ho già scritto non esistono dei dialetti più marchigiani degli altri, o veramente marchigiani (nel senso che gli altri lo sarebbero meno veramente). La questione della filogenesi linguistica, se non fraintendo quella dello schema ad albero, è un comodo modello ma semplificato, che non tiene in conto il prestito linguistico, il calco strutturale o le parole condivise, fenomeni alla base della contaminazione e dell'evoluzione linguistiche. Non è davvero importante IMHO stabilire come mai i dialetti siano marchigiani. Lo sono, per convenzione e per senso comune dei locutori (il che è un'argomentazione sociolinguistica). --Enpi - דברו איתי 12:26, 16 apr 2007 (CEST)Rispondi
Appena ho tempo, mi occuperò senza dubbio della sezione sui dialetti della mia area (Macerata, Fermo, Camerino); occorrerebbero anche dei locutori di anconetano, di pesarese e di ascolano in grado di scrivere sulle rispettive parlate. --Enpi - דברו איתי 12:37, 16 apr 2007 (CEST)Rispondi
Il problema non sussiste :-), era solo per confrontarsi su una questione formale. Cmq i riferimenti seri non mancano... spero di poter dare il mio contributo e attendo novità. Ciao --Wentofreddo 13:01, 16 apr 2007 (CEST)Rispondi

Nomi nativi modifica

Temo che parlare di nome nativo per i dialetti marchigiani sia un po' azzardato. Ce ne sono un milione (iperbole) e ognuno è diverso. Nel Piceno (almeno nella mia zona) per es. si dice marchescià /markəˈʃa/, mancava e l'ho aggiunto, ma non sarebbe il caso di limitarli convenzionalmente? Sono già più delle stesse province. Ciao. --l'Erinaceuschimmevò? 17:06, 1 ott 2007 (CEST)Rispondi

Spagnolo e marchigiano modifica

Essendo marchigiana e studiando spagnolo, ci siamo accorti quanto quella lingua assomiglia al nostro dialetto, al di là delle mere origini neolatine. Parole come "silla"(sedia) diventano "seja"(accentuare la j,letta alla napoletana), ecc, e altro ancora. Non posso metterla nella voce per ovvie ragione. Ma era interessante. --Austroungarika 15:15, 2 gen 2008 (CET)Rispondi

San Benedetto del Tronto modifica

Ritengo che le aggiunte, nient'affatto documentate e ancor meno neutrali, sul dialetto di San Benedetto del Tronto vadano semplicemente espunte. Va bene che negli ultimi tempi vediamo Padanie di tutti i colori, ma sostenere che questa città è un'oasi etnica (o anche solo dialettale) mi sembra davvero ridicolo oltre che pateticamente provinciale. Che mi consti era un villaggio di pescatori e non ha sofferto isolamenti drammatici, restando sempre in contatto con le popolazioni limitrofe. Mi piacerebbe sapere quale peculiare etnia (gli Etruschi?) vi fosse stanziata al tempo dell'Ager Cuprensis e poi, calati i barbari e sbarcati i pirati saraceni, sia rimasta lì mentre tutti si rifugiavano sui monti. Tutti i dialetti hanno la loro particolarità e a tutti piace rivendicare la propria: peccato che le stesse cose possano dirsi in teoria anche del dialetto di Grottammare, di quello di Giulianova - per citare gli esempi più noti - e di molti altri nei dintorni; non si vede perché privilegiare quello di San Benedetto. Necessarie fonti in tempi ragionevoli, che dimostrino anche solo la remota opportunità di raddoppiare (si noti) la sezione Zona ascolana per trattare quest'unico dialetto. --l'Erinaceuspungiti 12:50, 14 feb 2009 (CET)Rispondi

Avete ragione, l'ho tratto da un libro sul dialetto sambenedettese (Il dialetto sambenedettese di Francesco Palestini), forse un pò troppo campanilistico, era solo per sottolineare che il dialetto di San Benedetto è totalmente diverso dai circostanti e che sicuramente non può essere catalogato sotto "dialetti ascolani"...E cmq non può dirsi la stessa cosa del dialetto di Grottammare in quanto è quasi lo stesso e la differenza tra il sambenedettese e i dialetti di tutto l'entroterra piceno è che questi sono tutti similari all'ascolano (con le dovute piccole differenze di zona in zona) e che la differenza è netta...cmq l'unità etnica preromana sono i Liburni...per la cronaca...per il resto l'obiezione è giusta, sarebbe troppo complicato trattare i dialetti di ogni paese, paesino, città o zona. Pepps2

Mmm... per "dialetti ascolani" si intendono qui i dialetti della provincia di Ascoli: sono d'accordissimo che è una ripartizione molto approssimativa, cui del resto siamo costretti dalla struttura stessa della voce, ma continuo a non vedere tutta questa uniformità fuori da San Benedetto. Certo, se fai riferimento solo alla valle del Tronto forse sì. Ma c'è una bella differenza fra il dialetto di Ascoli e quelli del nord-est della provincia, per esempio; addirittura ce ne sono due (il sistema ripano-cossignanese) che sono strani forte - questi sì - ma non solo rispetto agli altri dialetti della zona, bensì proprio a tutte le lingue romanze.[1] Personalmente ci andrei cauto con i particolarismi etno-linguistici che danno già abbastanza guai all'Occitania e al Veneto per darne pure alle Marche. Poi scusa, i Liburni non hanno fondato Martinsicuro? Mica saranno rimasti confinati alla foce dell'Albula... In tutti i casi questo paragrafo (almeno finché la sezione rimane così breve) lo vedo meglio alla voce su San Benedetto, dove peraltro è già, e credo sia comunque da limare sul piano della neutralità anche lì. Ci pensi tu? --l'Erinaceuspungiti 17:10, 14 feb 2009 (CET)Rispondi

hai ragione cmq...sistemo riducendolo ad un'accenno di una riga o poco più, mi lascio sempre trasportare dall'argomento per il fatto che, essendo sambenedettese doc (di famiglia di pescatori...) ci tengo a distinguere il mio dialetto che realmente è totalmente diverso dai "dialetti ascolani" i quali, con le loro differenze, cmq si intuisce che sono, appunto, "ascolani", mentre invece il sambenedettese è molto più simile al pescarese, ad esempio, che all'ascolano. Senza contare che ormai siamo in pochissimi a saperlo e ancora di meno a parlarlo (solo qualche vecchio marinaio ormai...) mentre la stragrande maggioranza degli abitanti di San Benedetto parla un minestrone dei dialetti della provincia e della vallata e ignora quale sia il vero dilaetto sambenedettese. Avendo abbastanza materiale a disposizione magari, quando avrò tempo costruirò una pagina apposita come ho visto per altri dialetti, diciamo minori. Pepps2

Premesso che io sono di Teramo, e non me ne vogliate, ma se è vero che a SBT il vero dialetto locale è parlato solo da qualche vecchio marinaio, e assomiglia più al pescarese che all'ascolano, è anche vero che, secondo quanto è riportato da una guida sulla provincia di Teramo abastanza quotata ( e che peraltro ho trovato proprio in una libreria di SBT), più dei 2 terzi dei pescatori di Sbt sono di Martinsicuro (!!) che è situata come sapete in provincia di Teramo e dove si parla un dialetto non troppo distante dal teramano cittadino e dagli altri della sua provincia, tutti a vocali aperte e inscindibilmente legati anche al Pescarese! Ecco che forse il cerchio si chiude, e potrei quasi arrivare a postulare che nel corso dei secoli a Sbt siano convissuti due tipi di parlate nettamente distinte: quella dei pescatori, marcatamente influenzata dal teramano settentrionale - anche perché non sarebbe troppo difficile ipotizzare che almeno il 10-20 % dei sambenedettesi sia di origine martinsicurese - e quella del centro cittadino più autonoma o con influssi ascolani. Sono comunque mie personali conclusioni che ho tratto ragionandoci un po' su, ma nulla di più...

Schematizzazione (Pellegrini) modifica

Scusate se intervengo per semplificare il paragrafo su Pellegrini. Non mi sembra che ci vogliano anni di studi per concludere che le tre vie di collegamento per l'attuale area marchigiana, in epoca moderna (dal Cinquecento ai primi dell'Ottocento), sono rappresentate:

  • (1) a sud dalla via consolare Salaria (anche se nel medioevo il suo corso, almeno quello che vediamo oggi, non esisteva, perché alcuni paesi sulla via Salaria come Antrodoco ed a nord della via come Leonessa mi sembra facessero parte del Regno delle due Sicilie);
  • (2) la via centrale era la Flaminia verso Fano, con le sua grande diramazione verso Macerata-Loreto e Fermo (sede metropolitana, la più popolosa delle diocesi marchigiane), sicuramente la principale via di comunicazione, ben fornita di stazioni di posta e locande, presidiata e sicura, talvolta preferita anche per i collegamenti nord-sud (secondo VALLARDI G., Itinerario d’Italia o sia descrizione di CXXXVI viaggi per le strade più frequentate, Milano, 1835, 275, la strada che da Bologna conduce a Roma, passando per Loreto, quantunque a Colfiorito si valichi l'Appennino, è più amena di quella, che da Firenze mette a Siena. Può dirsi lo stesso dell'altra, che da Firenze va a Roma per Perugia e Foligno. E sebbene questa sia più lunga circa 30 miglia, pure l'aspetto ridente del paese rende il cammino gradevole, e le locande, oltre che se ne incontrano di frequente, sono anche più ben fornite. Questo percorso Bologna-Loreto-Roma evitava di sconfinare dagli stati pontifici);
  • (3) L'area a nord delle Marche si trovava in comunicazione diretta, data la prossimità, con Rimini e la via Emilia. Ho tolto quindi la necessità di citazione, che forse si riferiva ad un divisione in 5, più artificiosa. --Datrac (msg) 20:21, 2 giu 2009 (CEST)Rispondi

Vorrei chiedere a qualcuno del settore se ho ben capito: il romagnolo diventa una lingua a seguito della codifica ISO, e il toscano no? Grazie, attendo in linea. --Datrac (msg) 23:41, 2 giu 2009 (CEST)Rispondi

fiume Aso modifica

(modifica la precisazione di 79.17.185.7): non si è mai sentito dire che il dialetto di Fermo e Porto San Giorgio avesse caratteri abruzzesi. Per le aree di Montefano, Filottrano e Recanati, come anche di molte altre (Cupramontana, la stessa area Jesi-Fabriano), si potrebbe certamente parlare di una parlata marchigiano-centrale e non anconitana in senso stretto. --Datrac (msg) 17:36, 26 giu 2009 (CEST)Rispondi

Ascolano modifica

Sono nuovo qui ma di dialetti e lingue(soprattutto romanze) me ne intendo abbastanza.É vero che la mia città(Ascoli Piceno) si trova nelle Marche ma è bene ricordare che spesso confini politici non coincidono con i confini linguistici(cfr.Alto Adige,Ticino ma anche la provincia di Massa Carrara). Mi da quindi sui nervi vedere uno straccio di paragrafetto riguardante la mia lingua(meridionale) in una pagina dedicata ai dialetti marchigiani(mediani),che non fa un minimo riferimento alla morfologia e alla sintassi dell'Ascolano.Vorrei quindi scrivere una nuova voce a parte intitolata "Dialetto ascolano" ma qualcosa non me lo permette:ogni volta che cerco la voce dialetto Ascolano mi reindirizza nella vostra.Spero che qualche anima pia possa risolvere il mio problema.

--Anomino Ascolano (msg) 17:15, 10 lug 2010 (CEST)Rispondi

Prima di fare pensiero e azione parliamone. --Demart81 (Comunicazioni, insulti, ecc.) 17:22, 10 lug 2010 (CEST)Rispondi

Non si vede perché dovesse parlarne prima con te, perché è un newbie? Non è affatto una modifica drastica, ma semplicemente la creazione di una nuova voce: se non la ritieni enciclopedica proponila in cancellazione.
Nel merito, Anomino Ascolano ha ragione, anche se, per completezza, va detto che il Pellegrini chiama la zona ascolana "marchigiano meridionale", mettendola però nello stesso gruppo dei dialetti abruzzesi. Dunque è giusto avere anche un cenno in dialetti marchigiani e in dialetti d'Abruzzo --79.42.0.142 (msg) 10:06, 14 ago 2010 (CEST)Rispondi
Se è per questo il Pellegrini include nell'area ascolana tutti i comuni costieri da Porto San Giorgio a Campofilone e nell'entroterra tutti i comuni che fanno capo a Monterubbiano, zone, a mio avviso, strettamente fermane (e quindi mediane).Ecco la Carta del Pellegrini.Il Pellegrini chiama l'ascolano (e tutti i dialetti connessi) marchigiani meridionali per pure ragioni geografiche e non fonetiche (metafonesi napoletana, caduta delle vocali finali, ecc..).Linguisticamente l'area andrebbe chiamata abruzzese settentrionale.--Jamala (msg) 10:30, 4 set 2010 (CEST)Rispondi

Abruzzese settentrionale o marchigiano meridionale modifica

I dialetti parlati in Ascoli e provincia come dovrebbero essere chiamati?Il pellegrini li identifica come marchigiani meridionali in base alla posizione geografica, ma questo gruppo include esplicitamente anche i vernacoli vibratiani, che amministrativamente sono abruzzesi.Sotto un ambito linguistico dall'Aso alla Valvibrata si parla abruzzese, come chiamarlo quindi?Secondo me denominarlo marchigiano meridionale esclude automaticamente la zona vibratiana, d'altra canto con abruzzese settentrionale si includono anche i comuni teramani (Sant'Egidio, Ancarano, ecc..) e si rispettano i termini linguistici appropriati per Ascoli, San Benedetto e Ripatransone.--Jamala (msg) 15:26, 15 set 2010 (CEST)Rispondi

Personalmente riterrei più opportuno denominarlo semplicemente "Ascolano", intendendo con tale termine tutto l'insieme di parlate che va da Civitella-Nereto a prima dell'Aso...

Così facendo la voce dialetto ascolano dovrebbe trattare anche del sambenedettese e dei dialetti dell'area della declinazione verbale, il che mi pare parecchio restrittivo nei loro confronti.Per questo proporrei una nuova voce, se non vi sembri eccessiva, che tratti di tutti i dialetti della provincia e della Val Vibrata affini tra loro.Ciò che mi blocca è la scelta del nome, quindi vorrei diversi pareri a riguardo.--Jamala (msg) 13:21, 2 ott 2010 (CEST)Rispondi

Ecco un primo abbozzo della voce: Utente:Jamala/Sandbox.Jamala 14:15, 25 gen 2011 (CET)Rispondi

Dialetti mediani modifica

Che ne dite, posso caricare questa immagine o è troppo contorta? http://js-kit.com/blob/kV_vss0O21X77ZKP7PNywo.png --Jamala 12:35, 20 giu 2011 (CEST)Rispondi

Alcune precisazioni modifica

a)Contrariamente a quanto scritto,il passaggio di -i finale ad -e è tuttora vitale a Civitavecchia ed anzi lo è,oggi, molto di più che in qualsiasi località delle Marche.D'altra parte la metafonesi arceviese apparirebbe oggi completamente scomparsa mentre è ancora viva nel fabrianese rustico.

b)In merito al dialetto di Pergola vi sarebbero alcuni influssi più meridionali di quelli eugubini:Ad esempio qui,anche nelle varietà più antiquate. manca la palatizzazione di -à- tonica .eugubina quanto pesarese:Allo stesso modo si riscontra. a differenza che per Gubbio (se non per alcune frazioni confinanti con Gualdo Tadino).una certa tendenza al raddoppiamento sintattico,che a Serra Sant'Abbondio si accentua in concordanza con la zona di Sassoferrato;anche la qualità delle consonanti più accentuatamente che nella maggior parte del territorio di Gubbio,più "centro-meridionale".


c)I dialetti di Montefiore dell'Aso.Carassai.Maltignano.Rotella e Force mostrano un influsso lessicale dell'area ascolana con la quale condividono alcuni fenomeni fonetici anche se in queste varietà la "metafonesi" è oggi estremamente recessiva a differenza dei territori posti sia a Sud che a Nord.Dall'altra parte questi dialetti non presentano alcuno scadimento delle atone finali ma si limitano,come nella vicina Petritoli.a terminare le prime persone dei verbi (ed altre voci p.es.Ecche "qui") in -e.Es.Vede lu maro "(Io) vedo il mare".A Montedinove e nelle frazioni "rivierasche" di Montalto delle Marche(nel resto del comune abbiamo l'avamposto più settentrionale delle condizioni ascolane) le atone finali sembrerebbero comportarsi come nel fermano:Infine a Montemonaco prevale ,nelle prime persone ,la vocale piena ma abbiamo Ecche "qui" Esse "costì" Loche "lì".Forme come Ecche o Vede lu maru (con distinzione -o/-u) continuano a Nord dei Sibillini p.esempio anche a Preta e Collemoresco (RI) o Campotosto e Poggio Cancelli (AQ) (ma non Mascioni).;si ritrovano,ben oltre .anche a Sant'Anatolia.frazione di Borgorose.In tutte queste località non abbiamo scadimento ma bensì una serie di metaplasmi.

Collegamenti esterni modificati modifica

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento esterno sulla pagina Dialetti marchigiani. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 14:40, 7 apr 2019 (CEST)Rispondi

Metafonesi nel fabrianese: in questa pagina viene detto che la metafonesi oggi si arresta a Fabriano, ma dalla mia esperienza personale essa mi sembra assai regredita sia a Fabriano sia nei centri più a sud come Cerreto d'Esi

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Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 13:49, 18 ago 2019 (CEST)Rispondi

Imperativo imperfetto di essere (èsse) in maceratese-fermano-camerte modifica

Ho visto che vengono riportate tre forme (la prima persona singolare, la seconda persona singolare e la terza persona plurale) che andrebbero assolutamente correte o precisate. La prima persona dell'indicativo imperfetto non è "io ero", bensì "io adèro"; alla seconda "tu adèri", e alla terza plurale "issi adèra", con la forma verbale coincidente al solito con quella della terza persona singolare. 151.76.164.67 (msg) 05:40, 17 mag 2020 (CEST)Rispondi

Dialetti marchigiani meridionali modifica

I termini in dialetto riportati per Porto San Giorgio, come i seguenti, sono errati:

"per “ó chiusa”, che passava ad "ò" aperta a Porto San Giorgio (fiòre, cròce),"

"per “è aperta”, che passava ad "à", ad esempio a Porto San Giorgio (pràgo per "prego", per "bene", tàmpo per "tempo"),"

Ammesso che ci sia una fonte per questi, occorre controllare se sia affidabile.

Poi, perché questi esempi sono sotto "Dialetti marchigiani meridionali"? Patrizio --193.205.147.30 (msg) 05:57, 15 giu 2023 (CEST)Rispondi

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