Discussione:Ricciotto Canudo
Ultimo commento: 14 anni fa, lasciato da Nicolabel in merito all'argomento Contenuti da integrare
grazie a "Lupo Rosso", tratto da "L'impresa di Fiume" nota 25.
Non era Lupo rosso
modificascusa Gac --CETRI LENTO 00:09, 29 ago 2007 (CEST)
problema
modificaDelaunay è in rosso, eppure fra le voci esiste. Stavo per scrivere la voce, ma mi sono accorto in tempo.
Contenuti da integrare
modificaSposto contenuti dalla voce Gioia del Colle, solo in parte coerenti con quanto asserito in questa voce. --Nicolabel (msg) 16:29, 28 dic 2009 (CET)
- Tra i pionieri della teoria cinematografica a Parigi, Ricciotto Canudo, detto le Barisien, allora 34enne, nativo di Gioia del Colle. Dopo gli studi di lingue orientali a Firenze e di teosofia a Roma si stabilì in Francia, ove frequentò i gruppi dell'avanguardia letteraria ed artistica. Egli scriveva soggetti e saggi ed ottenne importanti riconoscimenti. Nel 1911 pubblicò il Manifesto della settima arte (Manifeste de la Septième art), in cui previde che il cinema, settima arte, si sarebbe configurato come nuovo mezzo di espressione, officina delle immagini, scrittura di luce. Fondò il primo cineclub (Le Club des Amis du Septième Art) e La Gazette des Sept Arts.[1] Erano passati appena sei anni da quando Filoteo Alberini aveva fondato a Roma lo stabilimento cinematografico Alberini e Santoni (in seguito denominato Cine) ed aveva prodotto il primo film spettacolare in Italia: La presa di Roma. Ricciotto Canudo morì a Parigi il 10 novembre 1923.
- ^ L’arte del Film, Antologia storico-critica a cura di Guido Aristarco, editore Bompiani.