Emilio Pensuti
Emilio Pensuti (Perugia, 26 aprile 1890 – Vizzola Ticino, 18 aprile 1918) è stato un aviatore italiano.
Biografia
modificaNacque a Perugia da Andrea Pensuti e Marianna Speranza, quest'ultima di origine abruzzese.[1] Alla scomparsa del padre, quando aveva solo due anni, si trasferì presso la famiglia materna all'Aquila dove frequentò le scuole e rimase fino al 1907. Nel capoluogo abruzzese ebbe come padre adottivo Carlo Patrignani, militare poliedrico, affine alle arti e allo sport, e che con il giovane Pensuti realizzò una delle prime automobili cittadine.[1]
Dotato di una predisposizione per l'ingegneria meccanica, si specializzò prima nelle acciaierie Falck di Sesto San Giovanni e poi nelle fabbriche Asteria di Torino, iniziando anche a muovere i primi interessi per l'aviazione.[1] Nel 1911 collaborò alla realizzazione del monoplano Friuli e, l'anno seguente, conseguì il brevetto da pilota presso la base aerea di Aviano.[2]
Nel 1913 fu insignito del grado di capitano ed arrivò a comandare la base aerea di Malpensa, dove conobbe il pioniere dell'aviazione Giovanni Battista Caproni, già fondatore dello stabilimento Caproni di Vizzola Ticino;[2] con l'azienda milanese, a partire dal 1914, Pensuti mise a punto e collaudò il celebre triplano che prese il nome di Caproni-Pensuti — prodotto poi, dal 1918, nelle officine Ernesto Breda con il nome di Caproni-Breda — e che passò alla storia come il più piccolo aereo della Grande Guerra.[1]
Negli anni seguenti, Pensuti continuò a lavorare per la Caproni effettuando in breve tempo oltre tremila voli e collaudando 41 apparecchi, guadagnandosi una certa notorietà e le lodi di alcuni personaggi di spicco, tra i quali Guglielmo Marconi e Gabriele D'Annunzio.[1][2] Per la sua abilità, fu spesso arruolato dall'aeronautica militare italiana per delicate operazioni belliche, tra cui il bombardamento di Pola del 1917.[2]
Il 18 aprile 1918, mentre effettuava un volo nell'area della Malpensa, si verificò un incendio sul suo velivolo; Pensuti riuscì a portare a termine l'atterraggio consentendo al copilota, il tenente Mario Galassini, di salvarsi mentre lui morì a causa delle ustioni.[1][2]
Dediche e riconoscimenti
modificaA lui sono dedicati:
- il monumento bronzeo realizzato da Angelo Montegani e situato in piazza Vittorio Veneto a Somma Lombardo;
- il monumento lapideo situato all'interno dell'aeroporto di Linate a Milano, ivi trasferito dal campo di aviazione di Taliedo dove era stato inizialmente collocato nel 1921.
Gli sono state dedicate, inoltre, una via nel quartiere della Muratella a Roma ed una a Somma Lombardo.
Note
modifica- ^ a b c d e f Enrico Cavalli, Emilio Pensuti Speranza, un aviere aquilano alla Grande Guerra, in ilcapoluogo.it, 28 aprile 2018. URL consultato il 22 ottobre 2020.
- ^ a b c d e Carlo Ferrario, EMILIO PENSUTI: L’EROICO AVIATORE, in spazioapertoonline.it, 30 luglio 2020. URL consultato il 22 ottobre 2020.
Bibliografia
modifica- AA.VV., Emilio Pensuti, nei primi dieci anni dell'aviazione italiana, Milano, Società editrice Dante Alighieri, Albrighi, Segati & C., 1919.
- Igino Mencarelli, Emilio Pensuti, Roma, Aeronautica Militare-Ufficio storico, 1970.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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