Equity feminism, in italiano tradotto come femminismo dell'equità, è una corrente di femminismo liberale che predica un trattamento equo di uomini e donne in campo sociale e lavorativo, promuovendo l'eliminazione delle forme di disuguaglianza di matrice sessista operate da istituzioni scolastiche e religiose, sul posto di lavoro e in altri ambiti della società.[1] Questo concetto, teorizzato a partire dagli anni 1980,[2] è classificato come una forma di femminismo basata sul liberalismo classico e sul libertarismo,[1] in contrasto con il femminismo sociale,[3] il femminismo della differenza[4] (compreso il femminismo di genere, suo sottotipo)[5] e il femminismo dell'uguaglianza.[2]

Il termine è stato coniato da Christina Hoff Sommers nel suo libro Who Stole Feminism? edito da Simon & Schuster, nel 1994, che si oppone al termine gender feminism che lei usa per descrivere l'idea della teorie femministe accademiche e dei movimenti femministi che mirano all'abolizione totale dei ruoli di genere e della struttura della società che loro considerano ancora dominata da strutture patriarcali. Hoff Sommers considera gender feminism come ginocentrismo e misandria che lei crede essere pervasivi nei movimenti femministi contemporanei.

Christina Hoff Summers sostiene "Molte donne americane aderiscono filosoficamente al femminismo della "prima ondata" il cui principale obiettivo è l'equità specialmente nella politica e nell'educazione". Anche se lei capisce che la sua visione non è la corrente principale di pensiero nelle accademie o nei movimenti femministi, la considera la corrente principale di pensiero nella popolazione delle donne degli USA.[6]

Le femministe che si identificano con l'equity feminism sono Jean Bethke Elshtain, Elizabeth Fox-Genovese, Noretta Koertge, Donna Laframboise, Mary Lefkowitz, Wendy McElroy, Camille Paglia, Daphne Patai, Virgina Postrel, Alice Rossi, Sally Satel, Nadine Strossen, Joan Kennedy Taylor, e Cathy Young.

  1. ^ a b (EN) Liberal feminism, su Stanford Encyclopedia of Philosophy. URL consultato il 4 luglio 2024.
  2. ^ a b (EN) Jost Halfmann, Social change and political mobilization in West Germany, in Industry and politics in West Germany: toward the Third Republic, Ithaca, Cornell University Press, 1989, p. 79, ISBN 9780801495953. URL consultato il 4 luglio 2024.
  3. ^ (EN) Steven M. Buechler, 3: Ideologies and Visions, in Women's Movements in the United States: Woman Suffrage, Equal Rights, and Beyond, Rutgers University Press, 1º settembre 1990, p. 118, ISBN 9780813515595.
  4. ^ (EN) Cheris Kramarae, Dale Spender, Equality, in Routledge International Encyclopedia of Women: Global Women's Issues and Knowledge, Routledge, p. 672, ISBN 9781135963156.. URL consultato il 4 luglio 2024.
  5. ^ (EN) Barry X. Kuhle, Evolutionary psychology is compatible with equity feminism, but not with gender feminism: A reply to Eagly and Wood, in Evolutionary Psychology, vol. 10, n. 1, gennaio 2012, DOI:10.1177/147470491201000104, PMID 22833845. URL consultato il 4 luglio 2024.
  6. ^ Christina Hoff Sommers. Who Stole Feminism? How Women Have Betrayed Women. New York, Touchstone/Simon & Schuster. 1995. p. 22.

Collegamenti esterni

modifica