Eresiarca

fondatore o il capo di un movimento eretico

Eresiarca è il fondatore o il capo di una eresia, la quale quasi sempre da lui prende il nome.[1] Tale termine è usato generalmente in contesti riguardanti il Cristianesimo.

Nonostante nel primo periodo cristiano, al pari della parola eresia, il termine non possedesse alcuna accezione negativa, col tempo subì una progressiva condanna da parte di tutta la cristianità.

Poiché a capo di un'eresia, l'eresiarca riconosciuto come tale dalla Chiesa è oggetto di scomunica.

Etimologia modifica

Esso deriva dal greco αἱρεσιάρχης (trasl. hairesiàrches), unione delle due parole αἵρεσις (trasl. hàiresis) (letteralmente "scelta", da cui si originerà il termine eresia)[2] e ἄρχω (trasl. àrchō) (verbo col significato di "essere a capo");[3] lo stesso suffisso -arca si può trovare nelle parole monarca o patriarca.

Esempi di eresiarchi modifica

Tra gli eresiarchi si possono annoverare:

Sono inoltre eresiarchi numerosi antipapi contemporanei minori, fondatori di piccole sette scismatiche dalla Chiesa cattolica, tra cui Clemente Domínguez, papa della Chiesa cattolica palmariana.

Note modifica

  1. ^ ereṡïarca in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 15 luglio 2021.
  2. ^ αἵρεσις - Wikizionario, su it.wiktionary.org. URL consultato il 15 luglio 2021.
  3. ^ DIZIONARIO GRECO ANTICO - Greco antico - Italiano, su grecoantico.com. URL consultato il 15 luglio 2021.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica