Ernie Nevers

allenatore di football americano, giocatore di football americano e giocatore di baseball statunitense

Ernest Alonzo Nevers (Willow River, 11 giugno 1902San Rafael, 3 maggio 1976) è stato un allenatore di football americano, giocatore di football americano e giocatore di baseball statunitense che ha giocato nel ruolo di fullback per i Duluth Eskimos e i Chicago Cardinals della National Football League (NFL) e nel ruolo di pitcher per i St. Louis Browns della MLB. Nevers fu inserito nella College Football Hall of Fame nel 1951 e nella Pro Football Hall of Fame nel 1963.

Ernie Nevers
Nazionalità Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Football americano
Ruolo Fullback, Allenatore
Termine carriera 1931
Hall of fame Pro Football Hall of Fame (1963)
Carriera
Giovanili
Stanford Cardinal
Squadre di club
1926 - 1927Duluth Eskimos
1929 - 1931Chicago Cardinals
Carriera da allenatore
1927Duluth Eskimos
1930-1931, 1939Chicago Cardinals
Statistiche aggiornate al 19/10/2012

Carriera universitaria modifica

Nevers frequentò la Stanford University, dove fu nominato All-America e disputò il Rose Bowl 1925 contro l'Università di Notre Dame e il suo famoso gruppo di giocatori offensivi chiamati "Four Horsemen", i quattro cavalieri[1]. Ernie giocò tutti i 60 minuti della partita e corse per 114 yard, più di tutte quelle guadagnate dai Four Horsemen in totale. Fu nominato miglior giocatore del Rose Bowl 1925. L'ex allenatore Glenn Scobey "Pop" Warner chiamò Nevers "il giocatore di football che non sbaglia mai". Nevers era spesso paragonato a Jim Thorpe. La maglia numero 1 di Ernie è una delle uniche due ritirate nella storia dell'istituto (l'altra è di Jim Plunkett)

Carriera professionistica modifica

Nevers eccelleva in diversi sport, inclusi il basket e il baseball. Nel 1926 egli si recò a Jacksonville, Florida, dove organizzò i Jacksonville All-Stars, il primo tentativo della città di aver una squadra di football professionistico. Gli All-Stars giocarono due partite di esibizione contro avversari della NFL: i Chicago Bears, guidati da Red Grange, il 2 gennaio, e i New York Giants il 9 gennaio. Alla fine, la scarsa folla attirata costrinse la squadra a giocare solamente quelle due partite, e Nevers firmò un contratto con la squadra di baseball dei St. Louis Browns[2]. Nevers debuttò come pitcher per i Browns nella stagione 1926, trascorrendo con la squadra le tre stagioni successive Browns, in cui si fece notare per aver lasciato due home run a Babe Ruth nella sua stagione da 60 home run del 1927.

Nevers trovò maggior fortuna nel football. Malgrado voci che davano Nevers per aver firmato con Red Grange e la nuova AFL, Nevers firmò coi Duluth Eskimos il cui proprietario era il suo amico d'infanzia Ole Haugsrud. Gli Eskimos erano una squadra unica nel loro genere, dal momento che non avevano uno stadio casalingo e giocavano tutte le loro gare casalinghe in trasferta. Molti ritengono che se Nevers avesse firmato con la AFL, la NFL non avrebbe potuto sopravvivere. Dopo due stagioni a Duluth, durante le quali giocò la maggior parte di minuti sia in attacco che in difesa, Ernie non giocò nella stagione 1928.

Tornò nella NFL per giocare come fullback e contemporaneamente allenare i Chicago Cardinals dal 1929 al 1931. Nel 1929, Nevers stabilì il record per il maggior numero di punti segnati in una partita, segnando tutti e 6 i touchdown dei Cardinals e calciando 4 extra point, mettendo a segno 40 punti contro i rivali cittadini dei Chicago Bears, un record che resiste ancora oggi[3]. Fu eletto nella Pro Football Hall of Fame nel 1963. ESPN classificò Nevers al #25 tra i migliori 25 giocatori della storia del football collegiale, mentre NFL Network lo posizionò al numero 89 nella sua classifica dei migliori cento giocatori di tutti i tempi

Vittorie e premi modifica

Statistiche modifica

Partite totali 54

Note modifica

  1. ^ (EN) 25 Greatest Players in College Football, ESPN. URL consultato il 26 dicembre 2012.
  2. ^ (EN) Jaguars not city's first stars, The Florida Times-Union, 16 gennaio 2000. URL consultato il 19 ottobre 2012.
  3. ^ (EN) Sports Superlatives, Fact Monster. URL consultato il 19 ottobre 2012.

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