Fernando Masone

poliziotto, funzionario e prefetto italiano (1936-2003)

Fernando Masone, detto don Fernando (Pescolamazza, 6 aprile 1936Roma, 1º luglio 2003), è stato un poliziotto, funzionario e prefetto italiano, capo della polizia dal 1994 al 2000.

Fernando Masone

Capo della Polizia- Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Durata mandato27 agosto 1994 –
31 maggio 2000
PredecessoreVincenzo Parisi
SuccessoreGianni De Gennaro

Dati generali
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
ProfessionePoliziotto, Prefetto e Funzionario
Fernando Masone
NascitaPescolamazza, 6 aprile 1936
MorteRoma, 1º luglio 2003
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Corpo delle guardie di pubblica sicurezza
Polizia di Stato
CorpoPubblica Sicurezza
Anni di servizio1963 - 2003
GradoCapo della polizia - direttore generale della pubblica sicurezza
Comandante diPolizia di Stato
(1994-2000)
Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza
Questura di Roma
Questura di Caserta
Questura di Palermo
Squadra mobile di Roma
DecorazioniCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
"fonti nel corpo del testo"
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Biografia modifica

Originario della provincia di Benevento, era nato a Pescolamazza nel 1936, laureato in giurisprudenza, Fernando Masone entrò nei ruoli della Polizia nel 1963[1]. Dal 1973 al 1979 diresse la Squadra mobile di Roma[1], in anni di eclatanti episodi di cronaca nera: l'omicidio di Pasolini, il sequestro di Paul Getty junior, la strage di via Fani con il rapimento di Moro. Dal 1979 è direttore della Criminalpol del Lazio.

Nel 1988, dopo la promozione a questore, diresse le questure di Caserta, dal 1989 Palermo e, dal 1991, della capitale[1].

Il 27 agosto 1994 fu nominato capo della Polizia[1], dal primo governo Berlusconi, ministro dell'Interno Roberto Maroni, succedendo a Vincenzo Parisi. Nel periodo della sua direzione si registrarono gli arresti di Felice Maniero, capo della cosiddetta mala del Brenta e dei mafiosi Giovanni Brusca e Michelangelo La Barbera. Furono eseguiti, inoltre, gli arresti dei componenti della banda della Uno bianca: un'associazione criminale, operante dal 1987 al 1994 nel territorio dell'Emilia-Romagna, composta in gran parte da poliziotti, e responsabile di un elevato numero di rapine ed altri gravi reati che provocarono complessivamente ventiquattro morti e oltre cento feriti.[2] La presenza di agenti di polizia in una banda responsabile di gravi delitti, attiva per molti anni, creò sconcerto nell'opinione pubblica e un serio imbarazzo nella Polizia italiana.[3] Il 31 maggio 2000 cessò il suo incarico al vertice della Polizia e fu sostituito da Gianni De Gennaro.[1]

Successivamente, nel 2001, venne nominato segretario generale del CESIS, Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza, che all'epoca esercitava funzioni di coordinamento tra SISDE e SISMI, gli altri due organi dei servizi segreti italiani. Malato da tempo, mori a sessantasette anni, nell'estate del 2003 a Roma. I funerali si svolsero nella basilica di Santa Maria degli Angeli alla presenza, tra gli altri, del presidente della Repubblica Ciampi.

Onorificenze modifica

«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— Roma
— 19 dicembre 1994[6]

Note modifica

  1. ^ a b c d e Scheda di Fernando Masone, dal sito della Polizia di Stato. Vedi Collegamenti esterni.
  2. ^ La Banda della «Uno bianca» implora il perdono articolo di Emiliano Farina, Il Giornale, 5 gennaio 2006
  3. ^ Vedi l'articolo di Virgilio Squillace, pubblicato dal Corriere della Sera, in Collegamenti esterni.
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  5. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  6. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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